di Salvatore Memoli
Sono francamente confuso dai processi che in dibattimento sembrano avere la necessità di ripetere atti tipici della fase istruttoria. Il dibattimento, anzi superata la prima udienza, dovrebbe cristallizzare tutti gli elementi istruttori che consentiranno un incrocio dei ruoli di accusa e difesa, proiettati alla definizione di un processo.
Sarebbe giusto salvare le procedure come segno di rispetto per tutti. Il processo dovrebbe avere una sua sacralità intangibile, invece negli anni ci siamo abituati alle coperte corte che tutti tirano da un lato, come il tiro alla fune che alla fine non porta alla quadratura che consente al collegio una decisione serena e lungimirante. Più il processo scade in una resa dei conti, più l’immagine della giustizia sprofonda nella parzialità e nell’ingiustizia. Nel nostro ordinamento accusa e difesa hanno vasta scelta di provare quello che reputano utile alla verità! La mia sensazione é che quando il dibattimento presenta delle difficoltà per l’una e l’altra parte si ricorre agli espedienti. Il processo a quel punto non è più sacro, nobilitato, fondamentale per accertare la verità, diventa una coperta corta che scopre una parte processuale e di conseguenza mette i suoi attori nella condizione di tirare calci. Rileggevo gli articoli ed alcuni atti processuali del processo al così definito Sistema Salerno, in cui si è pompato talmente tanto un aspetto processuale da non riuscire a giustificare che dal numero degli imputati sono scomparsi quasi tutti, per restringersi a due protagonisti principali ed interlocutori che non hanno nemmeno il ruolo delle comparse. Il Processo alle Cooperative sociali si è ristretto principalmente a Savastano e Zoccola. Parlano alla sbarra due personaggi che per lunghi anni non si sono incontrati e parlato, con una distanza relazionale che era stata lunga per entrambi , queste persone negli ultimi mesi si erano parlate per interposta persona, mettendo in essere piccole attenzioni relazionali che preludevano ad un ritorno di amicizia e di dialogo. In questo frangente uno dei due era in competizione elettorale che come noto richiede un full time di almeno due mesi. Il che non lascia tempo libero per coltivare buone amicizie. Ma vi è di più non esistono elementi che provano il contrario. Cioè non esistono prove, dirette o indirette, di un’intesa tra i due, in generale, e meno che mai finalizzate ad un intervento amministrativo che potesse alterare il corso dei rapporti tra Zoccola e la Pubblica Amministrazione. Ma vi è di più, aggiungerei, ripetendo ciò che le pietre della strada di Salerno conoscono bene, nessuno potrebbe intervenire in un atto amministrativo complesso del Comune di Salerno, se non rientra in quel circolo magico che definisce ogni cosa. Per me, me ne scuso con l’interessato, Savastano per quanto autorevole era stato proiettato in Regione e non aveva nessuno spazio d’intervento nelle decisioni di Salerno.
Ovviamente, ognuno è libero di credere quello che vuole e di sentirsi il deus ex machina di Salerno! La realtà è che al Comune le decisioni le potevano prendere altri: gli stessi che sono usciti elegantemente da questo processo. Di che parliamo, se i possibili accusati sono diventati testimoni? Testimoni che diranno la verità e che confermeranno la regolarità di tutte le procedure di affidamento. Ciò è vero e risponde al vero! Ma, vivaddio, di che altro potrebbero parlare queste persone, se la loro posizione li colloca fuori da qualsiasi imputazione?
Ed è così che per l’accusa rincorrere piccole prove, rimaste fuori dal dibattimento, per giunta solo limitate a piccoli riscontri formali di presunti contatti tra Zoccola e chi nulla poteva decidere nel merito, mi sembra una falsa prova diabolica che diventa una diavoleria che offende la procedura e le intelligenze di tutti.
Per me delle due l’una, il processo si è definito già da molto con l’archiviazione di parte delle accuse, la ricerca ossessiva di elementi terzi al dibattimento dovrebbe provare al Collegio che il giudizio è definito. D’altra parte, nessuno ne abbia a male, sono stati utilizzati tutti i mezzi di prova, é stata usata la carcerazione senza aggiungere altre verità. A questo punto l’opinione pubblica ha ad alta voce, insieme ad alti esponenti del Comune, capito soltanto che senza le Cooperative sociali, la Città è sporca, non é manutenuta ed é abbandonata ad un destino di condanna civica.
Chi se ne vuole prendere la responsabilità, continuando a rincorrere le farfalle?
I processi sono utili a far capire il malaffare, le corruzioni, gli illeciti arricchimenti e a garantire i responsabili alle patrie galere. Se servono a creare allarmi e condannati purché sia, sono un grande disastro per tutti.
A Salerno si sono distrutti imprese storiche, persone, servizi sociali primari, chi si diverte per tutti questi danni?