Sistema Salerno, caselli a ruota libera - Le Cronache Salerno
Salerno Giudiziaria

Sistema Salerno, caselli a ruota libera

Sistema Salerno, caselli a ruota libera

di Erika Noschese

È un fiume in piena l’ex dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno Luca Caselli, ieri in aula nell’ambito del processo ribattezzato Sistema Salerno. Caselli non ha lasciato spazio a dubbi e tentennamenti, anticipando le domande di Pm e avvocati. «Chiedo scusa ma sono tre anni che aspetto questo momento», ha detto l’ex dirigente comunale che ha appuntato tutte le delibere di questi anni per dimostrare l’assoluta correttezza dei provvedimenti messi in campo dal dirigente comunale. «Il settore verde pubblico non è mai stato di mia competenza, io mi occupavo di opere, fonderie, interventi di questa portata. Sicuramente mi occupavo anache di cooperative sociali», ha spiegato Caselli ricordando che fu proprio lui ad inviare ad Anac il capitolato ma «non ho mai ricevuto una risposta. Solo nel 2018 Anac interviene nel merito», ha chiarito ancora l’ex dirigente comunale elencando le motivazioni che lo avrebbero spinto a procedere con le proroghe tecniche che, ha aggiunto, «non facevano bene a nessuno ma era l’unico modo per andare avanti e non interrompere il servizio». Tra i problemi riscontrati da Caselli la nomina del presidente della commissione: «Io chiedevo ai dirigenti, non spettava a me e non potevo farlo io ma puntualmente nessuno rispondeva ed ero costretto a rivolgermi al sindaco per avere indicazioni in tale senso», ha raccontato agli avvocati ribadendo più volte che la sua competenza finiva lì mentre spettava al settore di via Centola procedere e portare avanti la questione. A luglio 2018, ricorda ancora l’ingegnere Luca Caselli, vengono assegnati i primi cinque lotti mentre da Anac arriva la richiesta di esclusione delle cooperative 3 S e Terza Dimensione, entrambi facenti capo a Vittorio Zoccola. «Gli altri tre appalti non potevano essere affidati, non vi erano altre cooperative. Non smetta a me dire se era appetibile o meno il bando ma i partecipanti erano sempre gli stessi e le motivazioni a me non riguardavano – ha detto ancora Caselli – Nel 2018 Anac si degna di fare la sua indagine di mercato e manda una prima richiesta di chiarimenti. L’Anac chiede chiarimenti in merito alle spese relative alle cooperative sociali di tipo A e B, dunque non solo quelle di mia competenza. Nel frattempo viene pubblica la gara, Anac risponde dopo 5 giorni chiedendo il progetto di reinserimento sociale perchè a loro dire mancava. Sono stato costretto ad annullare gli atti e dunque una nuova proroga tecnica. A giugno viene nominata la commissione ma a via Centola vengono sequestrati i provvedimenti e quindi si attiva la revoca dei contratti in corso, annullando il rapporto tra cooperativa e pubblica amministrazione». Caselli ripercorre quegli anni ricordando che «non erano decisioni prese a cuor leggero, ricordiamo tutti le proteste dei lavoratori, sicuramente giuste ma creavano disagi. Poi, le cooperative fanno ricorso al Tar Lazio che annulla il mio provvedimento e viene ripubblicata la gara ma tutto questo dovrebbe essere noto anche a voi (dice rivolgendosi al pubblico ministero, ndr): mi sono più volte rivolto alla Procura per chiedere di essere ascoltato, era tutto così complesso e lo era anche per me». E sul rapporto con Vittorio Zoccola ha detto: «ho sempre lavorato nell’interesse della pubblica amministrazione, non mi sono mai sottratto alle richieste di chiarimento e dal signor Zoccola spesso mi venivano avanzate. Parlavo con lui perchè lui si presentava a nome di tutti ma non ho mai anticipato nulla. Avevo sentito parlare del consorzio delle cooperative ma non ne sapevo nulla, erano voci di corridoio giunte a me, nulla di concreto. Per quanto riguarda il codicev Cer requisito essenziale era una cosa che avevo chiesto di fare. Non sono stato ascoltato e in una conversazione con Zoccola di chiarimenti dissi che l’avrei messo come requisito necessario. Ma non era un tentativo di anticipare nulla». Inoltre, nel suo lungo intervento l’ex dirigente del settore Ambiente ha spiegato anche che con il passaggio a gara europea nulla cambiava, il bando era poco appetibile agli altri ragion per cui a parteciparvi erano sempre gli stessi. Se sulla questione delle intercettazioni telefoniche ha scelto di non rispondere perchè coinvolto nella vicenda e dunque intenzionato a fare chiarezza in quella sede, sul suo rapporto con l’ex assessore Nino Savastano, oggi consigliere regionale, non lascia spazio a dubbi o interpetazioni: «lo conosco come assessore, penso di averlo visto un paio di volte e c’è stato un cordiale saluto tra di noi ma nulla di più. Non era lui il mio assessore di riferimento. Mai stati rapporti tra di noi, io lavoravo in via Settimio Mobilio dove è la sede del settore Ambiente, lui era a via Roma. Savastano non mi ha mai chiesto niente, non avevamo alcun tipo di rapporto».