Olga Chieffi “
La musica al Ravello festival, si ascolta, si vede, si “sente”. Così ha esordito il Presidente della Fondazione Ravello Alessio Vlad, fine moderatore della conferenza di presentazione del cartellone della LXXIII edizione del festival, dopo il ricordo dell’insostituibile direttore di produzione Elio Macinante. Una scomparsa, la sua, che, purtroppo, ha espunto dal cartellone il progetto bandistico in piazza, oltre che quello dedicato alla canzone italiana d’autore che avrebbe visto ancora una volta sul palco più bello del mondo, il tenore Vittorio Grigolo e Demo Morselli, alla testa di un’orchestra ritmo-sinfonica. La Fondazione ha, quindi, rivelato Alessio Vlad, farà giustamente formazione di management e marketing musicale, fundraising, con ricaduta sul territorio, poiché cultura significa innanzitutto conoscenza e primo compito di un organizzatore culturale, deve essere quello di creare le condizioni affinché i due termini si identifichino. Quindi, questo LXXIII viaggio, immaginiamo possa avere una sequenza che ci porti alla ricerca della Gioia, joie, che è in connessione con gaudium e che a sua volta proviene da getheo (gioire) e si compone del ghe della terra e del theo brillare, ma anche del muoversi, rapidamente. La gioia, però, ha anche la stessa radice di giocare, mentre la terra di γιγνώσκω, quindi di suonare, se intendiamo “giocare” come play. Start nell’abituale cornice di Villa Rufolo, con il cartellone firmato interamente dal nuovo direttore artistico Lucio Gregoretti, compositore, con un occhio alla musica applicata e al contemporaneo, un piccolo contributo alla convivenza armoniosa delle diversità, attraverso la forza delle note. Il 6 luglio concerto inaugurale con Jérémie Rhorer alla guida della sua orchestra Le Cercle de l’Harmonie, con il Wagner del preludio dal Parsifal e l’ouverture del Tannhäuser, seguiti dalla Symphonie fantastique di Hector Berlioz. L’ 11 luglio ritorna, nuovamente, un amato coro statunitense di voci bianche, le Uniting Voices Chicago dirette da Josephine Lee, mentre il fine settimana prevede il 12, il concerto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Daniel Harding, che eseguirà Blumine di Gustav Mahler, la Seconda Sinfonia di Johannes Brahms e naturalmente Wagner, con il Prelude e Liebstod dal Tristan und Isolde e il giorno successivo, la Mahler Chamber Orchestra con la superstar del pianismo Yuja Wang che sarà impegnata anche in “veste” di direttore musicale dell’ ensemble, per l’ottetto per strumenti a fiato di Stravinskij e l’ouverture Coriolano di Beethoven, due concerti per pianoforte e orchestra, il Primo di Čajkovskij e il Quarto dell’ucraino Nikolai Kapustin, pagina del 1989 che lo stesso autore descrive come “jazz for classical musicians”. Il 19 luglio, torna anche la Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun Chung che interpreterà il Concerto per pianoforte in Sol Maggiore op.58 di Ludwig van Beethoven col giovane giapponese Mao Fujita come solista, e a seguire, la Sinfonia n. 4 in mi minore Op. 98 di Johannes Brahms. Domenica 20 ancora pianoforte, questa volta con il recital di Filippo Gorini per proporre György Kurtág, Robert Schumann e Franz Schubert. Concerto wagneriano, il 25 luglio la SWR Symphonie orchester di Stoccarda diretta da Robert Treviño, che eseguirà Der Ring ohne Worte, la nota versione della Tetralogia “montata” senza i testi cantati nel 1987 da Lorin Maazel. Definito dal leggendario Duke Ellington il “maharaja” della tastiera, Oscar Emmanuel Peterson è stato uno tra i più grandi e influenti pianisti jazz di tutti i tempi. Il centenario della sua nascita ricorrerà proprio il 25 agosto, data di chiusura del Festival. Il caposcuola dalla tecnica pianistica strabiliante, pianismo accentuatamente impregnato di blues, tocco assai percussivo, ma al contempo leggiadro e sopraffino, spontanea espressività ed erudita musicalità, su tutti un adrenalinico fraseggio swingante, che lo ha reso sempre immediatamente riconoscibile al primissimo ascolto, sarà omaggiato il 31 luglio da tre grandissimi pianisti italiani Stefano Bollani, Dado Moroni e Danilo Rea. Il primo agosto l’omaggio, invece, sarà a “Lady Time”, Ella Fitzgerald, affidato alla cantante Roberta Gambarini con il trombettista Giovanni Amato e la Salerno Jazz Orchestra. Torna il 2 agosto Richard Galliano con la sua cromatica, e ancora l’accordina, al cui stile, non sono ovviamente estranei uno spiccato senso della tradizione jazzistica, simbolo del suo personale viaggio, alla scoperta di due fortissimi radici popolari, quella argentina e quella nero-americana, di cui il tango di Piazzolla si nutre e trae quel profilo così marcato, vivificato dal cimento e dall’invenzione del fisarmonicista, nonché dalla propensione trasparente per un eloquio diretto, in cui la perizia strumentale prevarrà sullo scavo concettuale e sulla transidiomicità del repertorio tematico. Il weekend si chiuderà domenica 3 con l’Orchestra Filarmonica di Benevento con il direttore d’orchestra Diego Ceretta e il violoncellista Ettore Pagano, con Une larme per violoncello e archi di Rossini, il Primo Concerto di Camille Saint-Saëns e la Sinfonia n. 7 in la maggiore, op.92 di Ludwig van Beethoven, la grandiosa visione di Wagner di questa partitura che definì quale “apoteosi della danza”. Immancabile il Concerto all’alba l’ 11 agosto con l’Orchestra Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Salerno diretta da Giuseppe Mengoli con l’ouverture dal Der Fliegende Holländer, la Suite n. 1 delle musiche di scena per Peer Gynt di Edvard Grieg e la Quarta Sinfonia in Fa minore op.36 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Una sinfonia, questa ove valery lo “czar” Gergiev legge il dramma di una vita, con i suoi innumerevoli contrasti ritmici ed agogici, le toccanti perorazioni degli archi e le lancinanti note degli ottoni, la luce finale. Gran weekend, a partire dal 22 agosto, con la Dresdner Philharmonie con il celebre direttore Kent Nagano e la partecipazione del mezzosoprano Annika Schlicht per i Wesendonck-Lieder di Wagner; in programma anche il preludio dal Parsifal, e la Sinfonia n. 5 in re minore, Op. 107, detta “Riforma” di Felix Mendelssohn. Il giorno successivo, grande concerto barocco con il tenore stunitense Michael Spyres, il quale, insieme all’ensemble Il Pomo d’Oro diretto dal clavicembalista Francesco Corti, proporrà pagine dal repertorio barocco di Händel, Vivaldi, Galuppi, Latilla, Rameau, Porpora, Sarro, Sammartini, Hasse, Mazzoni. Sigillo aureo sul festival della Royal Philharmonic Orchestra, il 25 agosto, guidata dal suo direttore musicale Vasily Petrenko, con un programma particolare, musiche pagine da colonne sonore di Erich Wolfgang Korngold e John Williams (da The Sea Hawk a Star Wars) e quindi agli incanti di Sherazade, la più amata Suite sinfonica di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, il suo sogno delle Mille e una Notte, ispirato a quello speziato favoloso fatto di principi, principesse, crudeli sultani, navi, feste popolari, profumo di mare.





