di Arturo Calabrese
Non può definirsi un escluso eccellente perché Simone Valiante ha deciso di sua sponte di fare le valigie e lasciare il Partito Democratico, quella che è stata la sua casa per diversi anni. Già deputato dal 2013 al 2018, nella tornata elettorale di quell’anno non venne ricandidato, cosa che avvenne nel 2020 alla Regionali. Il risultato fu enorme, ma la legge elettorale non gli permise di entrare in consiglio. Da quel momento in poi, seppur le cose non erano collegate, comincia per Valiante un lento distacco dal partito di Enrico Letta ed oggi, a distanza di tempo, il risultato disastroso gli ha dato regione.
Simone Valiante, nei giorni scorsi Lei è sempre stato molto critico nei confronti del Pd e delle sue scelte. A risultato ottenuto, possiamo dire che aveva ragione…
“È il peggior risultato conseguito dal centrosinistra nella storia della Repubblica. Ovviamente questo devo far riflettere. Dobbiamo dire che sono vere entrambe le analisi di una sconfitta del centrosinistra e di una vittoria del centrodestra. La prima analisi parla dei tanti errori fatti dal Pd a cominciare dalla scelta di scegliere come alleati piccoli partiti anche lontano dalla propria idea politica, oltre alle scelte fatte in campo governativo negli ultimi anni. Dall’altra parte si legge uno strapotere di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni che è riuscita nell’impresa di prendere il suo partito al 4% e portarlo ai numeri che vediamo oggi. La leader di FdI ha saputo stare sempre all’opposizione degli ultimi governi, guadagnando consensi senza tradire i propri elettori. Il Pd, invece, si è arroccato in difesa e non c’era modo di dialogare”.
Il Pd in Cilento paga anche la situazione emergenziale degli ospedali o della viabilità?
“Il Pd ha perso, il Pd governa da anni il Cilento e quindi sì, ha pagato la cattiva gestione e la cattiva amministrazione. Io ho cercato di cambiare le cose e volevo farlo dall’interno, avendo anche un ruolo importante ma non ci sono riuscito. Non è la prima volta che il Pd perde le elezioni nel Cilento e da ciò si capisce che il vento non era più favorevole”.
Motivo ulteriore della sconfitta può essere la candidatura di nomi non del territorio?
“I cittadini non si sentono rappresentanti, ma è capitata la stessa cosa con un nome molto cilentano. Ovviamente un candidato territoriale avrebbe fatto di più e in altri partiti abbiamo visto i risultati. Nel Cilento era candidato al maggioritario un diretto esponente della politica regionale di De Luca. Una tipologia di politica che, ormai, non paga più. ormai non è più un mio problema, ma se fossi nei dirigenti regionali e nazionali mi farei due domande. Il popolo sovrano ha parlato”.
A tal proposito, il segretario Letta in conferenza stampa ha detto la sua…
“Ho ascoltato Letta in conferenza stampa che ha aperto parlando della Svezia e del risultato del voto politico. Non è stata fatta una critica su sé stesso, sul linguaggio incomprensibile, sulle candidature sbagliate di cui dicevo prima, su alleanze ridicole, su un partito padronale, sull’assenza di una proposta politica. Ha appena subito la peggiore sconfitta della storia repubblicana e annuncia che farà un congresso tra sei mesi che è un’era geologica per un partito sconfitto, tra l’altro in maniera così decisa. Ci sono presunzione ed insipienza con una dato temporale che consiste nel prendere tempo per fare un accordo buono che tuteli i soliti amici. Ci sarà l’accordo con il prossimo che verrà e la conservazione di gruppi dirigenti che non hanno nessuna voglia di cambiare. Per me era tutto ampiamente previsto e non a caso l’ho scritto nei giorni scorsi. Abbiamo assistito ad un declino inesorabile”.