di Pina Ferro
Sotto chiave il patrimonio di Giovanni Citarella, ex patron della Nocerina accusato di intestazione fittizia di beni per eludere le normative Antimafia, reati tributari, contestazione di essere un soggetto “socialmente pericoloso” oltre che ritenuto indiziato di appartenere ad un’associazione di stampo camorristico nonché responsabile di reati contro la pubblica amministrazione. Il sequestro operato ieri dagli uomini della Guardia di Finanza, su disposizione del Tribunale delle Misure di Prevenzioni di Salerno che ha accolto la richiesta della Dda nel solco dell’inchiesta “Binario 2”, è di oltre 7 milioni di euro, proprietà intestate a familiari e prestanomi per un totale di 12 indagati. Citarella (condannato per concorso in un tentato omicidio), ex patron della Nocerina e figlio di Gennaro, imprenditore ucciso negli anni ’90 in un agguato camorristico e giudicato vicino alla cosca `Nuova famiglia´ di Carmine Alfieri ‘o ntufat, per la Procura avrebbe accumulato la fortuna grazie a una serie di reati perpetrati. Dalle indagini è emerso che l’ex presidente della Nocerina Giovanni Citarella era frequente a ricorrere a prestanome, ovvero ai suoi familiari, al fine di schermare la reale titolarità dei beni sequestrati. Anche la società Infrastrutture Stradali Scpa, attiva nel settore delle costruzioni di edifici e strade, è stata ricondotta a lui. Tale società, dopo essere risultata aggiudicataria di una gara d’appalto del valore di 5 milioni di euro indetta dall’Anas, è rientrata, dopo alcune variazioni della compagine societaria, nuovamente nella disponibilità dei familiari di Citarella ad un prezzo di cessione simbolico. Il tribunale di Salerno ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca delle quote societarie di 17 imprese, due unità immobiliari e sei vetture, tra le quali una Porsche 911 Coupé acquistata dalla società nel settembre 2019 al prezzo di 131 mila euro. Tra le aziende interessate dal provvedimento c’è anche, in ambito sportivo la Nocerina 1910, una impresa di locazione immobili, una impresa di fabbricazione articoli di plastica, lavori generali di costrizione, una ditta di fabbricazione bitume e catrame, supermercati, un’azienda di commercio all’ingrosso non specializzato, un’azienda di commercio all’ingrosso di abbigliamento, una ditta di costruzione strade e autostrade, anche una ditta di consulenza settore tecnologie informatiche. Tra gli indagati oltre Giovanni Citarella ci sono la moglie, i due figli un altro familiare oltre a dei prestanome che avrebbero agevolato- secondo i giudici- l’attività illecita dell’imprenditore di Nocera Inferiore. I beni erano intestati ai figli Christian e Gennaro oltre che alla moglie Luisa e ad Alfonso Faiella. In molte società a lui riconducibili figuravano i nomi di Agostino Cipro, Roberto La Calamita, Giuseppe Anzalone, Guglielmo Maccarelli, Giovanni Picuti, Natale Mauconi e Maurizio Quarzorbelli.