Sica, legale di Sangiuliano: Pronto l'esposto - Le Cronache Ultimora
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Sica, legale di Sangiuliano: Pronto l’esposto

Sica, legale di Sangiuliano: Pronto l’esposto

di Erika Noschese

«Dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura». Inizia così la lettera che Gennaro Sangiuliano, nel pomeriggio di ieri, ha fatto recapitare al premier Giorgia Meloni, comunicando la sua volontà di interrompere la sua attività ministeriale a seguito dello scandalo Boccia. Il tutto accade mentre la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti decide di aprire un’istruttoria e in via del Collegio Romano, sede del dicastero, Sangiuliano riceve il suo avvocato, l’avvocato Silverio Sica che ha annunciato la volontà di agire per via legale contro l’influencer 41enne di Pompei. «Stiamo verificando una per una le dichiarazioni della dottoressa Boccia per renderci conto se c’è una violazione della riservatezza di quella che è stata la vicenda umana che ha accomunato per breve tempo queste due persone», ha dichiarato l’avvocato Silverio Sica. Sul fronte della denuncia ha chiarito che «aspettiamo si calmi la vicenda politica e poi facciamo firmare la denuncia che andiamo a elaborare». Avvocato Sica, da cittadino come legge questa storia, tra politica e gossip… «Questa è una storia privata, anzi privatissima che una certa opposizione ha trasformato, in una maniera vergognosa, portando quest’uomo alle dimissioni. Il ministro si è dimesso non tanto per il contenuto di queste osservazioni oppure perché avesse fatto qualcosa contro la funzione pubblica che ricopriva ma perché era talmente violento il gossip, l’attacco. È una strumentalizzazione politica nei confronti di un ministro, questo è tutto». Il ministro intende denunciare la dottoressa Maria Rosaria Boccia. È stata già depositata? «La stiamo scrivendo, sarà presentata al più presto». Un deputato di opposizione ha presentato un esposto, ipotizzando il reato di peculato. Secondo lei ci sono gli estremi? «Con tutto il rispetto per quel deputato, non so che competenze possa avere per la verità perché non è tra le persone con cui simpatizzo, ma credo sia abituato agli esposti. Detto ciò, a me non sembra che ci sia una qualunque attività illecita nella condotta del ministro che ha pagato sempre di tasca sua. Quando sono stati ospitati era per situazioni private, non c’è assolutamente un euro sborsato dal ministero per questa persona». Immagino lei abbia sentito il ministro Sangiuliano, come sta in questo momento? «Io credo che la cosa gravissima per quest’uomo è il danno di immagine. Ho seguito la sua attività di governo e posso dire che è stato un ottimo ministro, uno dei migliori degli ultimi anni. Devo dire: ha fatto tantissimo, soprattutto per la Campania. Non so quale prezzo sta pagando se non forse la sua massima trasparenza e buona fede, anche quando è andato a confessare una relazione privata con questa donna». Una donna che ha avuto accesso a stanze del Palazzo inaccessibili ai più. Poi, ci sono conversazioni private, registrazioni attraverso occhiali da vista. Secondo lei la dottoressa Boccia avrà ripercussioni a livello penale? «Noi lo speriamo. Ci auguriamo possa essere così. Noi riteniamo che la sua condotta rivesta delle ipotesi di reato ma vedremo cosa ne pensa la magistratura. Ovviamente, noi rimettiamo tutto alla Procura della Repubblica, però di certo c’è che oggi sono fatti di grande stranezza e delle condotte che non sono chiare». Si parla di chat private tra il ministro e la dottoressa Boccia. Se dovessero essere diffusa allora si passerebbe ad altro tipo di reato, violazione della privacy… «Certamente. Se sono state diffuse chat private c’è una violazione del diritto alla riservatezza e quindi è una violazione della privacy di una persona, non di un ministro. Le chat, ripeto, sono assolutamente private e siamo nell’ambito di una vicenda privata, strumentalmente gonfiata ma legittimamente perché ognuno fa L’opposizione come ritiene e credo che questo caso sia la manifestazione più evidente della cosiddetta doppia morale: la propria e quella dell’avversario». È il caso anche di un pessimo utilizzo dei social, tutto raccontato attraverso instagram, facebook, interviste televisive, magari rilasciate dietro compenso economico, questo non si sa… «Questo non lo so, non ho la minima idea di tutto questo. Buon per lei se ha avuto compensi ma lo ignoro, non ne so nulla». Intanto, ieri sera Maria Rosaria Boccia ha rilasciato un’intervista a La7, commentando la decisione del ministro: «No, non sono contenta, assolutamente, lui meritava quel posto, è una persona molto competente, secondo me anche una brava persona. Si è trovato in una situazione che non ha saputo gestire, mi dispiace tantissimo. L’imprenditrice influencer respinge poi le accuse: «Assolutamente no. Non spiavo il ministro, lavoravo con il ministro. Non ho paura delle indagini, ho detto la verità», ha detto. La Boccia ha poi raccontato come ha trascorso queste giornate: «sono stata a casa, mi sono trovata su tutti i giornali, travolta dalla vicenda, messa all’angolo dai giornalisti, sotto casa, nei negozi, semplicemente mi sono chiusa a casa. Ho pensato e ho risposto solo quando ha parlato il ministro, ho rispettato l’uomo e le istituzioni. Sono sempre stata sola a casa, il ministro lo sa benissimo perché ci siamo sentiti, fino all’altro ieri sera, dopo l’incontro» con Meloni. Boccia spiega che fu Sangiuliano, durante una discussione con la moglie, a chiamarla senza che la moglie lo sapesse, così che Boccia potesse ascoltare la conversazione tra i coniugi. In questa conversazione, la moglie del ministro avrebbe chiesto al ministro di strappare la nomina di Boccia. «La mia nomina è stata stracciata per il capriccio di una donna? O perché mi mancavano le competenze?», si chiede. E ancora: «In questa verità tante ci sono tante donne che non stiamo menzionando. Chiedo al ministro di dire la verità su di noi. Io penso che tutta questa situazione si debba spegnere al più presto possibile, senza fare ulteriore male a nessuno e senza coinvolgere ulteriori persone. Non è rispettoso che un ministro continui a dire cose inesatte, allargando il cerchio della menzogna a persone che potrebbero entrare nel baratro», sottolinea.