“Siamo vive per miracolo”. Ma Brigida e Maria sono abbandonate dalle istituzioni - Le Cronache
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“Siamo vive per miracolo”. Ma Brigida e Maria sono abbandonate dalle istituzioni

“Siamo vive per miracolo”. Ma Brigida e Maria sono abbandonate dalle istituzioni

Di Marco Visconti
Maria e Brigida Santonastasio sono due sorelle, originarie di San Marzano, vittime di un tentato femminicidio da parte dell’ex compagno di Maria, si tratta di Gaetano P., originario di San Giuseppe Vesuviano. «Siamo vive per miracolo!» spiega Brigida. Al danno si aggiunge la beffa, le 2 donne ora non possono lavorare per i seri danni causati da Gaetano e, in particolare Brigida, non ha aiuti da parte dello Stato. La triste vicenda è accaduta tra il 5 e 6 aprile nei pressi di Vignole di Arco, in una stanza della canonica. Maria sta con Brigida, quest’ultima aiuta la sorella per il trasloco, visto che Maria e Gaetano si sono lasciati dal mese di novembre, dopo che sono stati insieme per 15 anni. L’ex compagno di Maria non accetta la separazione, dunque entra furtivamente nella canonica verso le ore 2 del mattino e colpisce brutalmente Brigida con un cilindro di ferro mentre dorme, la donna va subito in coma. Maria vede la cupa scena in cui è coinvolta la sorella, di seguito viene colpita anche lei alla testa mentre sta in piedi. Dopo l’atto violento, l’uomo si toglie la vita. Poi intervengono prontamente i soccorsi, le 2 donne vengono trasportate all’ospedale di Arco ma, visti i gravi danni che hanno riportato Maria e Brigida, non possono essere soccorse in questo luogo, di conseguenza vengono trasferire all’ospedale di Santa Chiara di Trento, dove ricevono le cure. Prima Maria lavorava in un albergo della provincia di Trento e Brigida era banconista presso alcuni supermercati dell’Agro Nocerino Sarnese, poi si è dedicata alla madre. Ora Maria e Brigida vanno alla ricerca di dignità, vorrebbero lavorare nuovamente, prima, però, devono fare i conti con le terapie riabilitative che sono a pagamento. Maria percepisce il reddito di libertà; invece Brigida non lo percepisce. Il motivo? Maria risiede nella Regione del Trentino Alto Adige e domicilia a Pagani, quindi la regione ha i fondi per dare il reddito di libertà a Maria ma non si può dire la stessa cosa per Brigida: infatti non può percepire il reddito perché la Regione Campania non ha i fondi. «La legge sul reddito di libertà è nazionale ma i fondi in Campania non ci sono» sottolinea Maria. A peggiorare le cose per Brigida è che non percepisce più dal mese di agosto il reddito di cittadinanza, perché è stato rimosso. Loro si stanno battendo anche per il reddito di cittadinanza, sono andate al centro-anti violenza di San Valentino Torio per chiedere come fare a riottenerlo, ed è stato detto a loro di andare dagli assistenti sociali, li hanno incontrati, ma la storia è sempre la stessa: devono andare altrove, questa volta, si devono recare al centro per l’impiego di Nocera Inferiore, tuttavia anche quest’ultimo soggetto non sa che risposta dare alle due.
In pratica nessuno conosce cosa fare per queste due donne. Brigida ha fatto inoltre richiesta di invalidità, ma le è stata concessa solo il 50% perché lei riuscirebbe a muoversi, senza considerare inoltre i pesanti danni psicologici che presenta. Maria fa notare che al centro anti-violenza di San Valentino Torio, dove accompagna la sorella per assistenza psicologica, ci sono donne che all’apparenza sembrano vitali, attive, ma dentro sono distrutte, pietrificate. Maria ha gravi problemi al collo, Brigida ha problemi all’occhio: «Appena mi sono svegliata dal coma, precisa Brigida, è come se si fosse paralizzato un nervo del cervello. L’occhio l’ho avuto chiuso per 3 mesi». Maria assiste la sorella per tutti gli spostamenti, perché Brigida non se la sente di guidare l’auto o di spostarsi per la periferia di Pagani, qui dove vivono. Per di più Brigida dovrebbe seguire un preciso percorso riabilitativo quindi se Brigida non rientrerà in determinati tempi per la terapia, rischierebbe anche di non recuperare appieno il linguaggio. Le 2 donne hanno dialogato anche con le istituzioni locali, in particolare con Camela Zuottolo, sindaco del Comune di San Marzano sul Sarno, e Raffaele Maria De Prisco, sindaco del Comune di Pagani. Brigida e Maria si sono sentite isolate, restano in attesa di ricevere risposta dalle istituzioni locali, quindi hanno chiesto aiuto ai familiari, di cui alcuni, come nel caso del cugino Vincenzo, hanno risposto positivamente. Non manca inoltre la sensibilità della comunità di San Marzano che, dopo la triste vicenda accaduta a Brigida, si è stretta tutta in preghiera.
«Tuttavia, per riprendere le parole di Maria, è stata la squadra calcistica San Marzano sul Sarno ad accendere un faro nelle loro vite. Il presidente della squadra calcistica Felice Romano con il direttore Antonio Langella si è premurato di creare qualcosa per aiutare economicamente queste 2 donne. La società ha stabilito di avviare questa iniziativa che, con tutte le partite in casa della San Marzano Calcio, una parte dell’incasso sarà devoluta a Maria e Brigida. È già iniziata l’iniziativa e durerà per tutto l’arco del campionato. Brigida ricorda con affetto le parole del presidente Romano, «voi non sarete più sole». Nonostante la truce esperienza di queste 2 donne, che sono così diverse tra loro ma sono legate da un amore indissolubile, non smettono di sorridere e sperare di riappropriarsi della propria vita, della propria libertà. Sottolinea Maria, «adesso non so dove mi trovo, ma domani ci voglio credere nella mia libertà e indipendenza». Conclude con un piglio di speranza, «il male non si può sconfiggere, ci sarà sempre, però ci si può educare mentalmente alla scelta di non fare del male».