di Andrea Pellegrino
Le elezioni regionali in Campania torneranno innanzi al Tar Napoli in autunno. Da novembre in poi si prospettano una serie di udienze che interessano Vincenzo De Luca e la sua coalizione. Si parte il 5 novembre al tribunale amministrativo della Campania. Al centro della discussione un ricorso presentato da alcuni esponenti del centrodestra contro alcune liste della coalizione avversaria guidata dall’attuale governatore della Campania. In pratica sarebbero state contestate alcune irregolarità nella presentazione delle liste. A finire nel mirino sarebbero in particolare “Campania in Rete” in alcune province delle Regione e “Davvero – Verdi” anche per la provincia di Salerno. Ma non solo. Sotto la lente d’ingrandimento di alcuni esponenti del centrodestra ci sarebbe anche una civica deluchiana, quindi Campania Libera o De Luca presidente. Ad inizio novembre, dunque, la discussione del ricorso predisposto dall’avvocato molisano Salvatore Di Pardo. Il legale è noto, in particolare, per essere stato l’avvocato che ha chiesto e ottenuto l’applicazione della stessa legge nei riguardi di Silvio Berlusconi e che tre anni fa ha curato il ricorso che portò all’annullamento delle elezioni regionali in Molise. Ma sullo sfondo ci sarebbe anche una ulteriore e più immediata azione giudiziaria al vaglio dei partiti della coalizione di Stefano Caldoro. In pratica, in vista della pronuncia della Corte Costituzionale che ci sarà ad ottobre, sulla validità o meno di alcuni effetti della legge Severino, quindi sulla sospensione per i candidati in primo grado, in via di stesura ci sarebbe un ricorso preventivo riguardo i primi atti compiuti da Vincenzo de Luca. Ed in particolare le nomine degli assessori, del vicepresidente e dei consigli d’amministrazione degli enti controllati. Atti – che secondo il teorema di alcuni politici campani – potrebbero essere annullati se la Corte Costituzionale certificasse la validità della legge Severino. Da allora in poi, Vincenzo De Luca potrebbe essere, infatti, sospeso dalla carica di presidente. Carica che mantiene oggi grazie ad un provvedimento cautelare emesso dal giudice civile del Tribunale di Napoli.