di Erika Noschese
Un luminare, un’eccellenza per il territorio salernitano e per l’intera regione mai davvero valorizzato. Anzi, per alcuni di loro era un problema. Il dottor Severino Iesu accende i riflettori sulla sanità e in particolar modo sull’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona. Ciò che emerge non è altro che il potere politico che distrugge la sanità penalizzando i cittadini, i medici, gli infermieri. Ad agosto 2023 il dottor Iesu, insieme alla sua equipe, hanno lasciato la Torre Cardiologica e l’azienda ospedaliera. Oggi, la sua squadra è divisa: una parte presso Pineta Grande Hospital e l’altra a Campobasso. E proprio qui si raggiungono successi su successi: la cardiochirurgia fa quattro cinque interventi al giorno; questo significa, in una proiezione annuale, tra i 950 e i 1000 interventi all’anno che ci consentirà di diventare tra i due o tre gruppi presenti in Italia che fa mille interventi all’anno.
Si parla ancora di sanità, qual è lo scenario attuale in provincia di Salerno?
«Nell’immaginario collettivo delle persone di Salerno e provincia il Ruggi d’Aragona ha un riscontro assolutamente negativo, un ospedale liquefatto, mediocrizzato anche al di là degli ideali demeriti ma purtroppo l’immagine è questa. Ho avuto report in tal senso e tutti mi riferiscono di una mancanza di fiducia verso quest’azienda, infermieri che dicono alle persone di andar via proprio per la situazione che si è venuta a creare. È un danno di immagine importante, difficilmente revocabile».
Dopo le immagini trasmesse da Piazza Pulite ci sono state diverse segnalazioni dei cittadini circa le condizioni del pronto soccorso…
«Per fortuna io non ho visto quella trasmissione, somministrazione di dolore puro, di disperazione pura, di perdita di umanità e dignità dimenticata. L’uomo che perde la dignità non è più tale. Sono cose che non dovrebbero accadere ma la cosa che mi ha maggiormente indignato, al di là di quanto accaduto, è che il direttore generale di quest’azienda non ci ha messo la faccia come avrebbe dovuto; non ha dato spiegazioni circa le misure di contenimento, se ne è lavato le mani e non si è scusato con le famiglie delle persone e men che meno ha difeso l’operato di tanti professionisti seri che lavorano lì dentro, medici e infermieri. È stato piratesco e questa cosa mi ha colpito molto francamente».
Eccellenza del territorio, ad un certo punto della sua carriera rompe con il Ruggi e va via. Cosa ha determinato questa decisione?
«Hanno creato ad arte le condizioni inaccettabili di lavoro, non ero più in grado di garantire ai miei pazienti e ho capito di dover andar via altrimenti sarebbe caduto tutto a prescindere, anche se fossimo rimasti».
Si sente tradito dal Ruggi e dalla politica che non ha saputo tutelare un’eccellenza?
«Rispondo con un’affermazione: sono andato via e nessuno è venuto a salutarmi. Evidentemente, dopo trent’anni di lavoro si diventa trasparenti».
Lo sdoppiamento della Torre Cardiologica è forse l’emblema della politica che entra nella sanità pubblica e la distrugge. Del lavoro fatto cosa ha portato via?
«Noi abbiamo deciso di autodistruggerci. La cardiochirurgia d’urgenza che aveva ereditato dal dottor Di Benedetto ad agosto ha deciso di autodistruggersi e ha creato due cardiochirurgie: una Pineta Grande Hospital, la più bella della Campania insieme all’ospedale del Mare e una a Campobasso perché nessuna ci poteva conferire tutti. Oggi il mio gruppo, presso la struttura di contrada Tappino a Campobasso che conta oltre venti chirurghi, fa quattro cinque interventi al giorno; questo significa, in una proiezione annuale, tra i 950 e i 1000 interventi all’anno che ci consentirà di diventare tra i due o tre gruppi presenti in Italia che fa mille interventi all’anno. Mi sarebbe piaciuto fare queste cose al Ruggi ma non è stato possibile».
Al Ruggi non è mai stato valorizzato abbastanza, oggi qual è la situazione?
«Io per il Ruggi rappresentavo un problema e un fastidio. Oggi mi sento valorizzato, abbiamo messo in piedi un’attività di tutto rispetto nei numeri e nei risultati».
Come commenta l’atteggiamento del presidente De Luca che va via quando gli viene chiesto di commentare le immagini di Piazza Pulita?
«No comment».