di Andrea Pellegrino
Ricucire lo strappo con i Giovani Turchi, ed in particolare con Andrea Cozzolino e la componente che fa capo al ministro Orlando, per poi chiudere in fretta la partita della nuova segreteria regionale. Questo il doppio binario su cui lavora la segretaria regionale della Campania del Pd Assunta Tartaglione che prepara la svolta, concordata con la segreteria nazionale, per presentarsi più forte nel rapporto con il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. E da Roma pare che arrivi direttamente Gennaro Migliore, sfidante ritirato all’ultima ora di Vincenzo De Luca alle primarie del Pd, che potrebbe riscuotere la sua rivincita. Il deputato dem, in predicato per una candidatura prima a Palazzo Santa Lucia poi a Palazzo San Giacomo, tornerà in Campania, pare mandato direttamente da Matteo Renzi.
Ancora nel nuovo organismo della Tartaglione, sostanzialmente semi “commissariata”, ci dovrebbero essere anche alcuni consiglieri regionali. Tra cui i napoletani Lello Topo e Gianluca Daniele ed il salernitano Tommaso Amabile. Dovrebbe esserci anche l’ex senatrice Teresa Armato mentre in caso di riavvicinamento con le “truppe” bassoliniane potrebbe fare il suo ingresso in segreteria anche la parlamentare Valeria Valente. Il capogruppo regionale Pd, Mario Casillo, invece, dovrebbe giocarsi la partita successiva, ossia quella del rimpasto ma non è escluso che nelle ultime ore possa essere cooptato all’interno dell’organismo dirigente del partito. Nella rosa potrebbero rientrare anche il deputato Leonardo Impegno e lo stesso presidente del partito democratico della Campania, Stefano Graziano. L’idea su cui lavora Tartaglione in queste ore è quella di un Pd unito e compatto, che possa sostenere il lavoro della Giunta regionale ma anche avere voce in capitolo sulle scelte. La diserzione della riunione plenaria del Pd regionale da parte degli esponenti di “Rifare l’Italia” sembra minare al momento il partito sul piano dell’unità, anche se non mancano le voci nei corridoi del Pd che ricordano come lo strappo potrebbe non nascere in Campania. L’annuncio della composizione della nuova segreteria del Pd Campania è atteso per la giornata di oggi.
A tal proposito, interviene Marco Sarracino, segretario dei Giovani democratici di Napoli e membro della direzione nazionale del Pd, che chiede la costruzione di «un nuovo gruppo dirigente che sia in grado di governare», scegliendo per la segreteria «tra le migliori personalità istituzionali e di partito nella massima autonomia e libertà, scevra dai soliti condizionamenti delle componenti», anche per «traghettare il partito verso le prossime elezioni amministrative». Già, perché mentre rimbomba l’eco dell’inchiesta su De Luca e Nello Mastursi, si avvicinano gli step verso le elezioni a Napoli.
Intanto anche Matteo Orfini, presidente nazionale del Pd, parla di “riserve” dal punto di vista politico su De Luca. Il deputato ricorda: «Io ho combattuto contro De Luca a Salerno, ai tempi del congresso, sul terreno della politica. E’ ancora sulla politica, non sulle inchieste, che lo critico anche oggi. In lui si è incarnato un fenomeno di cesarismo che non serve al Pd». «Dopo un risultato che faceva impallidire la Bulgaria 97% a 3% per lui – spiega Orfini – ai tempi della mozione Cuperlo, decisi di candidarmi nel collegio di Salerno per provare a ripristinare un po’ di agibilità democratica». Il risultato, osserva, «era abbastanza sospetto, direi. E non aggiungo altro. Se in uno scrutinio ti votano tutti, allora bisogna davvero preoccuparsi». «Bisogna capirsi – sottolinea – De Luca è un ottimo amministratore, ha fatto cose importanti» ma «ha un tratto di personalizzazione che ormai sovrasta ogni cosa. E poi una modalità eccessiva nei rapporti con i soggetti che non fanno parte del suo mondo». Inoltre, aggiunge, «vedo una gestione autoritaria del partito, non disgiunta da una continua ricerca di polemiche con chi non la pensa come lui o si trova sulla sua strada».