di Davide Gatto
E’ stata una manifestazione in piena regola, la prima affollata in tempi di Covid. Sembra paradossale raccontare che la sede della regione Campania è stata presidiata da gruppi di genitori provenienti da ogni dove per chiedere le riapertura della scuola in Campania. Armati di campanellini, sonagli e accompagnati dai loro figli, i genitori campani hanno pacificamente protestato davanti la sede del Presidente Vincenzo De Luca. Persino la voce di una riapertura di elementari e prime medie dopo Pasqua non ha fermato questa fiumana di accaniti sostenitori che chiedono, pretendono, il ritorno a Scuola. In questa strana, forse unica giornata, in tempi di Covid, non si sono sottratti i genitori Salernitani. Da Agropoli a Pontecagnano, da Battipaglia ad Angri, da Scafati fino ad arrivare ai salernitani, molti gruppi di attivisti per la scuola in presenza si sono appalesati, complice la bella giornata, a Santa Lucia, pronti a fare sentire la loro voce. Infatti la mancanza di scuole in presenza a causa del Covid si è sentita molto in Campania, la regione che nell’ultimo anno ha sommato più “assenze” di tutte le altre regioni. Baciati da un caldo sole primaverile, diversi oratori da tutta la campania si sono alternati a parlare al megafono, moderato dalla presidentessa dell’associazione Scuole Aperte campania, Palmira Pratillo. Oltre a tanti genitori, docenti e alunni, hanno parlato anche Maria Mazza, nota showgirl e Clementina Sasso, scienziata delle oramai arcinote pagine informative dette “Pillole di Ottimismo”. “Oggi siamo scesi in piazza per ricordare a chi ci governa quali sono i diritti delle ragazze e dei ragazzi, cittadini a cui la regione Campania ha negato un servizio essenziale per un anno intero, discriminandoli rispetto ai pari nazionali ed Europei.- Ci dice Rosaria Chechile, imprenditrice salernitana nel direttivo dell’associazione Scuole aperte Campania – Abbiamo letto ad alta voce e all’unisono l’art. 3 e l’art. 34 della nostra Costituzione per chiedere a gran voce alle Istituzioni di muoversi e di mettere in atto politiche tali da poter colmare al più presto il gap culturale, sociale ed economico che si è determinato da azioni politiche fini a se stesse anziché da determinazioni a tutela dei cittadini. Il baratro in cui i più giovani e i più fragili sono finiti sta diventando preoccupante e noi, come oggi, scenderemo ancora in piazza e adiremo qualunque via legale necessaria a ristabilire ordine nella disciplina normativa e parità di trattamento. Perché l’unico luogo in cui la scuola può esistere è a scuola.”