Pina Ferro
NOCERA INFERIORE – Scambio politico elettorale – mafioso: un arresto, nove perquisizioni ed acquisiti alcuni atti presso il Comune di Nocera Inferiore. Le manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono scattate ai polsi dell’ex vice sindaco Antonio Cesarano ritenuto responsabile del reato di scambio elettorale politico- mafioso. Ad entrare in azione, alle prime ore di ieri, sono
stati i carabinieri del Ros (reparto operativo speciale) unitamente ai colleghi del Comando Provinciale di Salerno, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura del capoluogo. L’inchiesta, è quella inerente il voto di scambio durante le ultime elezioni amministrative che si sono svolte a Nocera Inferiore. Il provvedimento cautelare, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) presso il Tribunale di Salerno, scaturisce dalla pregressa e complessa attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dagli uomini del Ros. Antonio Cesarano era già indagato nella stessa vicenda che l’estate scorsa portò in carcere l’ex consigliere comunale Carlo Bianco, il boss Antonio Pignataro e il candidato al consiglio comunale Ciro Eboli, tutti e tre ancora in stato di detenzione, e Luigi Sarno, poi rilasciato. I militari hanno anche perquisito alcuni uffici del municipio e la casa di Bianco. L’attività posta in atto, ieri mattina, è la la naturale prosecuzione di una precedente fase investigativa, denominata “Un’altra Storia”, culminata: il 6 dicembre 2016 con l’esecuzione, in Nocera Inferiore, di un provvedimento custodiale nei confronti dei componenti di tre distinti gruppi criminali armati operanti in quel territorio e dediti alla commissione di una pluralità di delitti. Tra questi, il gruppo capeggiato dai fratelli Michele e Luigi Cuomo. Successivamente, nella seconda decade del mese di agosto 2017 a Nocera Inferiore, fu eseguito di un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 4 persone ritenute, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione a delinquere di stampo camorristico, scambio elettorale politico mafioso, corruzione elettorale, estorsione, violenza privata. In quella circostanza fu messa in evidenza la figura di Antonio Pignataro, storico affiliato alla “Nco” di Raffaele Cutolo, transitato poi nel cartello criminale denominato “Nuova famiglia“, il quale avvalendosi di Ciro Eboli (cognato di Luigi Cuomo), nonché di Luigi Sarno e di altri sodali, era dedito: a rivendicare e promuovere sul territorio, attraverso atteggiamenti camorristici, il proprio carisma criminale; a rivendicare la propria egemonia territoriale anche nei confronti di omologhe consorterie operanti nei comuni limitrofi, come dimostrato in occasione della spedizione organizzata ad Angri finalizzata a far desistere un creditore dal riscuotere la somma di denaro che gli doveva essere corrisposta da un conoscente dello stesso Pignataro; ad assicurarsi so- lidi rapporti di natura politica nel- l’amministrazione pubblica di Nocera Inferiore, al fine di garantirsi tornaconti personali per sé ed i sodali. In tale contesto, particolare rilevanza assumeva l’accordo di scambio politico-mafioso concluso tra Antonio Pignataro ed i suoi sodali con il consigliere comunale, in carica fino al giugno 2017, Carlo Bianco, eletto al- l’epoca nella lista “Riformisti”, facente parte della maggioranza amministrativa di Nocera Inferiore, retta, all’epoca, dal sindaco Manlio Torquato.
Dalle spedizioni punitive fino ad arrivare alle intermediazioni per i consensi elettorali
Spedizioni punitive, atti intimidatori, rapine, richieste di sconti su forniture e di assunzioni. Era attraverso queste pratiche che Antonio Pignataro, alias Zio Antonio stava imponendo il proprio volere sul territorio di Nocera Inferiore, forte del suo passato. Per affermare il suo potere Zio Antonio si avvaleva di Ciro Eboli, Guerino Prudente, Aristide Castro e di certo Francesco . I quattro erano gli esecutori materiali degli ordini impartiti dal boss ristretto ai domiciliari. Pignataro era pronto a tutto per affermare la propria volontà o, punire sgarri subiti non solo da lui ma anche dai suoi familiari. Basti pensare alla spedizione punitiva posta in essere nei confronti di Y.S., reo di aver aggredito e picchiato il figlio di Antonio Pignataro, Alessandro durante un incontro della Nocerina Calcio. Zio Antonio aveva programmato anche, insieme a Domenico Orsini (altro nome noto) delle ritorsioni ai danni di “Peppe fallit” ed altri collaboratori di giustizia. Ma a Pignataro ci si rivolgeva anche per “rimettere a posto” certe situazioni. E’ il caso di quando Pignataro intervenne nei confronti di una famiglia per far desistere un parente dal- l’occupare abusivamente una casa che era nelle disponibilità di altro soggetto; e ancora per difendere una donna dall’aggressione subita. E, fu incaricato R.A. a recarsi presso la Nocerina Calcestruzzi per rappresentare che dietro la fornitura di calcestruzzo vi era in realtà Pignataro e per questo doveva praticare uno sconto. Una volta Carlo Bianco e Luigi Sarno arrivarono a pianificare una rapina ai danni dei coniugi Vastola. Si trattava di una punizione per aver subito un torto sul luogo di lavoro. Infine Antonio Cesarano si interessò per conto di Pigna- taro di procurare un lavoro presso una cooperativa comunale di Nocera ad una giovane donna.
Bianco si candida e accetta l’aiuto di Antonio Pignataro
Lo scambio elettorale politico mafioso è stato così ricostruito: Carlo Bianco, candidato al consiglio comunale di Nocera Inferiore in occasione delle elezioni amministrative dell’11.6.2017, accettava da Antonio Pignataro la promessa di procurargli voti mediante avvalimento della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, promanante dal carisma criminale di quest’ultimo, dalla sua storica appartenenza alla Nco Nuova Ca- morra Organizzata di Raffaele Cutolo, alla sua riconosciuta fama di pluriomicida, al suo attuale ruolo di capo della associazione di stampo camorristico, in cambio della erogazione della utilità, rappresentata dal cambio di destinazione urbanistica di un fondo ubicato nelle vicinanze delle proprietà della diocesi di Nocera Inferiore, sul quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa Caritas, rispetto alla cui edificazione si registrava un diretto interessamento e coinvolgi- mento dello stesso Pignataro, di Ciro Eboli, di Antonio Cesarano, questi ultimi con lo specifico compito di fungere da tramite fra il sum- menzionato consigliere comunale ed il capo del sodalizio criminoso, ristretto agli arresti domiciliari in espiazione pena per ragioni di salute, dovendo evidenziare che, in conseguenza delle dirette sollecitazioni di Carlo Bianco, il 15 maggio 2017 la Giunta Comunale di Nocera Inferiore adottava l’atto di indirizzo ai funzionari comunali propedeutico alla variante al Puc, coinvolgente il terreno sopra indicato. In cambio della suddetta utilità Pignataro ed i sodali, per il tramite di Antonio Cesarano, garantivano a Bianco un pacchetto di almeno cento voti, promesso in occasione delle elezioni amministrative del giugno 2017. Bianco, consigliere comunale uscente, si era candidato nella lista “Moderati per Torquato“, di appoggio al sindaco Manlio Torquato. Le indagini hanno ricostruito il ruolo assunto da Antonio Cesarano rispetto alla consumazione del reato, infatti, questi fungendo da collante tra Pignataro, Eboli e Bianco, costituiva, di fatto, il trait union tra questi ultimi e la Pubblica Amministrazione. Carlo Bianco ebbe ad adempiere alla propria prestazione promuovendo l’adozione della delibera di Giunta.
Zio Antonio da killer di Simonetta fino agli appoggi alla politica
Si era detto pentito per avere ucciso quella bambina di 11 anni, Simonetta Lamberti, tanto da accusarsi di aver fatto parte del commando. E cosi,̀ l’anziano criminale era stato condannato a 30 anni di reclusione. Antonio Pignataro noto boss della Nuova Camorra Organizzata a Nocera Inferiore e che per un periodo era transitato anche nella Nuova famiglia, quel ultimo omicidio non lo poteva dimenticare. Ma poi, ottenuti gli arresti domiciliari, era tornato ad avere un ruolo di preponderanza nel panorama criminale e sociale di Nocera Inferiore tanto da volersi occupare di affari e di altre vicende compreso gli appoggi alla politica.
Borrelli (Verdi): «Chiederò a Prefetti di aumentare i controlli»
“L’arresto dell’ex vicesindaco di Nocera Inferiore, Antonio Cesarano, per presunto voto di scambio in collaborazione con alcuni clan camorristici, è il segno di quanto siano ancora forti i legami tra clan camorristici e politica in alcune zone della nostra regione. Lo avevamo detto anche l’anno scorso, quando ci furono i primi arresti, che a Nocera Inferiore bisognava continuare a indagare per portare a galla tutto il marcio che si nascondeva. Purtroppo abbiamo avuto ragione ancora una volta. Adesso chiederò ai Prefetti e alle forze dell’ordine di aumentare i controlli di questi fenomeni in vista delle imminenti elezioni politiche affinchè non venga inquinato per nessuna ragione anche questo voto. Ho deciso di chiedere al tavolo di centro sinistra che non vengano candidate per nessuna ragione persone anche solo chiacchierate per rapporti con i clan. Bisogna essere rigidissimi su questi temi a differenza del centro destra che da quello che si apprende si appresta a candidare nomi inquietanti””. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.
Torquato:«Non commento vicenda giudiziaria Gli atti acquisiti si riferiscono ad una delibera
“Non commento vicende giudiziarie”. Ha liquidato così quanti hanno chiesto al primo cittadino di Nocera Inferiore Manlio Torquato una battuta in merito all’arresto dell’ex vicesindaco Antonio Cesarano avvenuto nella mattinata di ieri. I carabinieri hanno effettuato anche numerose perquisizioni e prelevato atti a Palazzo di città. In merito all’acquisizione di atti, da parte dei carabinieri del Reparto operativo Speciale di Salerno, presso Palazzo di Città. il primo cittadino di Nocera Inferiore ha chiarito – ai microni di Agro 24 – che si tratta di acquisizione di documenti inerenti la delibera comunale “incriminata. «Io ripeto, l’acquisizione della documentazione presso la casa comunale, si riferiscono alla delibera comunale, quindi presumo fossero già in possesso dell’autorità giudiziaria, probabilmente dovevano acquisire altri documenti. Come ho detto sempre Noi non com- mentiamo una vicenda che è di carattere di indagine per una forma di rispetto, che è doveroso, alle attività d’indagine di polizia giudiziaria e della magistratura per il rispetto alle persone che sono destinatarie di attività d’indagine e perchè il compito di una istituzione pubblica è quella di fare l’istituzione pubblica e non fare i commenti politici alle telecamere.