Di Adriano Falanga
Continua ad attenzionare la questione della videosorveglianza il consigliere di Fratelli D’Italia, Angelo Matrone. Nel consiglio comunale del 1° dicembre il giovane componente dell’opposizione interrogò l’amministrazione comunale sul perché la metà dell’impianto di videosorveglianza presente in città non fosse efficiente. Un dato però smentito dall’assessore alla Sicurezza Antonio Pignataro, che chiese a Matrone da dove avesse preso quei numeri, in quanto l’occhio elettronico è perfettamente funzionante per oltre il 90%, e adisposizione delle forza dell’ordine presenti in città”. Matrone però ribadì di avere le sue “fonti attendibili ed autorevoli” e in ragion del quale ha presentato un emendamento al voto sull’assestamento di Bilancio, in discussione il 9 dicembre. “L’assessore alla sicurezza Antonio Pignataro ha dichiarato che ogni anno la manutenzione dell’impianto di videosorveglianza comunale costa oltre 9.000 euro – si legge nel documento – Considerato che nonostante gli sforzi, anche economici, di questa amministrazione, ad oggi le telecamere presenti sul territorio non garantiscono una tutela adeguata alle esigenze dei cittadini, si propone di spostare una modica somma di 10 mila euro dal capitolo dedicato al “miglioramento della circolazione stradale” al capitolo relativo ai “servizi ausiliari di vigilanza”. In questo modo si potrà avviare un programma di implementazione della videosorveglianza senza nulla togliere alla sicurezza pubblica e stradale che anzi ne trarrebbe solo vantaggi” conclude Matrone. Qualcosa però non quadra, perché o è il consigliere di minoranza ad aver capito male, o male si è espresso Antonio Pignataro, quanto alla cifra annuale per la manutenzione dell’impianto di videosorveglianza. Il lavoro è affidato, fin dal 2014 e per tre anni, alla scafatese Seti snc, che ha appena ricevuto un canone relativo ai mesi di agosto-settembre-ottobre la somma di euro 3.611 iva compresa che moltiplicati 4 fanno quasi 14.500 euro l’anno, più di quanto avrebbe spiegato Pignataro in aula. Andando oltre la differenza economica, questo dimostra che l’impianto è regolarmente controllato e quindi, una inefficienza del 50%, se riscontrata, sarebbe tutta da spiegare.