Di Adriano Falanga
“I gettoni sono stati adeguati perché ci sentiamo tutti di pari livello politico e professionale”, così Luca Celiberti, portavoce della Scafati Solidale. “A seguito di evidenti discrasie tra le norme previste e le funzioni svolte, si è provveduto -spiega Celiberti- a correggere, aggiustare ed anche cassare diversi articoli contenuti nel regolamento. Dalle finalità, prima culturali e sociali, oggi solo sociali territoriali. Dai principi gestionali alle capacità negoziali, oggi ridotte e limitate al solo proseguimento dei compiti affidati. Riviste le competenze e le responsabilità, riordinando ed allineando alla realtà sia quelle del CDA che quelle del Direttore, ossia ristabilire chi fa chi è chi fa cosa, in maniera nitida e lineare. Sono stati letteralmente cassati tutti i capitoli e i relativi articoli inerenti la Finanza e la Contabilità, poiché l’Istituzione era nata e pensata come vera partecipata, cosa che di fatto non è”. Un lavoro certosino durato diversi mesi spiega Celiberti, evidenziando i punti salienti della revisione dello statuto. “Sono state eliminate le scritture finanziarie, mai adottate. La contabilità patrimoniale e la rendicontazione, mai svolte. Eliminati i fondi per le spese in contanti, utopistici e pericolosi”.
Insomma, più che somigliare ad una partecipata, si è voluto insistere sulla natura di Istituzione, che la rende gestionalmente più vicina ad una associazione, decisamente snella e meno rigida. “Ma soprattutto abbiamo eliminato gli obblighi di tenuta di bilancio annuale e pluriennale e suoi pertinenziali assestamenti. Insomma oggi Scafati Solidale è un settore dei servizi sociali, che funziona attraverso obiettivi stabiliti con il Sindaco, la giunta, l’assessore al ramo, il quale vive di fondi stabiliti normalmente dal peg annuale, facendo da catalizzatore e filtro con il Piano di Zona e gli altri fondi provenienti da trasferimenti dell’ Ambito”. Celiberti la chiama una “coraggiosa rivoluzione che ci permette di svolgere i nostri compiti in estrema trasparenza, chiarezza e linearità”. E pure tranquillità, si potrebbe osare, alla luce delle modifiche pensate, e ancora da votare in consiglio comunale.