Di Adriano Falanga
Il Comune di Scafati in pre dissesto. Il Deficit strutturale è stato accertato dopo lo sforamento di cinque dei dieci parametri di riferimento indicati dalla legge. Una situazione non facile per le casse di Palazzo Mayer, dopo che anche gli ispettori del Mef erano stati critici. Pasquale Aliberti sa di rischiare il suo sindacato, anche e soprattutto per il precario equilibrio interno alla sua maggioranza, dovuto alla nascita del gruppo “Identità Scafatese”. Prima del voto al rendiconto previsto entro fine maggio, che attesterà anche lo stato di Deficitarietà Strutturale, il primo cittadino sa di dover ricompattare la sua squadra. Non è la prima volta che Aliberti è chiamato a fare da collante tra i suoi consiglieri, ma dopo la fase decadenza la sua “autorità” politica sembra essersi affievolita, e i cosiddetti “fedelissimi” sono diventati minoranza. Il che potrebbe essere anche uno stimolo al confronto e ad una amministrazione più partecipata e costruttiva, se non fosse che tra i fedelissimi e il gruppo malpancista di Identità Scafatese (Stefano Cirillo, Daniela Ugliano, Roberto Barchiesi, Bruno Pagano) sono volate anche parole grosse. I primi accusano i secondi di esprimere un finto dissenso politico con lo scopo reale di prendere le distanze dal sindaco, a causa anche e soprattutto dei problemi che affliggono l’Ente, dalle indagini della Dia arrivando alla commissione d’accesso. Insomma, secondo qualche alibertiano il neo gruppo vorrebbe costruirsi una “giustifica” nel caso, pure probabile, di uno scioglimento del consiglio comunale. Il voto contrario al Bilancio potrebbe essere una valida via d’uscita, ma è un’ipotesi non facile da considerare, in quanto il Bilancio è controfirmato dall’assessore Lello Sicignano, espressione di Identità Scafatese. Ma non tutta la Giunta ha votato il rendiconto, Giancarlo Fele è stato sempre assente.
Sindaco, davvero il Comune rischia il dissesto?
“No, assolutamente – minimizza Pasquale Aliberti – Tanti sono i Comuni italiani in difficoltà a causa dei tagli operati dal Governo nazionale e alla mancata riscossione dei tributi: purtroppo molte persone oggi vivono in un momento di difficoltà economica e per questo non riescono a pagare le imposte”.
Quali soluzioni sono previste per ritornare nei parametri di legge?
“Bisogna lavorare sui residui attivi, ovvero sui soldi che dovrebbero essere incassati dall’Ente e che determinano l’anticipazione di cassa”.
Teme che parte della sua maggioranza possa cedere sul voto al consuntivo?
“E’ giusto che ognuno faccia le proprie valutazioni sia tecniche che politiche. Su questi temi è importante ragionare insieme, se poi invece, ci dovessero essere visioni troppo distanti ne prenderò atto”.
Le hanno chiesto le dimissioni in cambio del voto. È un’opportunità che davvero potrebbe considerare? “
L’unico che mi ha chiesto le dimissioni dicendo di essere il portavoce di una parte di maggioranza è il Presidente del Consiglio (Pasquale Coppola, ndr) Se questa richiesta davvero mi sarà fatta dalla maggioranza farò le mie valutazioni. Le dimissioni non devono essere sinonimo di debolezza o forza, né possono essere azioni dimostrative. E’ una decisione seria dalla quale è giusto non tornare indietro”.
Il vice sindaco Fele non ha votato un solo atto che riguardi il bilancio: consuntivo 2015, preventivo 2016, accertamento residui, Documento Unico di Programmazione. Assenze sempre inderogabili?
“E’ accaduto nel periodo in cui era assente per malattia – spiega Aliberti – Se fosse stata una posizione strategica sarebbe, sul piano politico, davvero grave. Conoscendolo, però, come persona affidabile e a favore del gioco di squadra preferisco credere alla casualità”.
Come finirà secondo lei?
“Qualunque cosa accada e qualunque azione venga messa in campo spero si faccia nell’interesse di Scafati e che a vincere sia sempre la Città”.
DEFICIT STRUTTURALE: ECCO I RISCHI CHE PALAZZO MAYER DEVE EVITARE
Sono considerati in condizioni strutturalmente deficitarie i Comuni che presentano gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio; tali condizioni sono rilevabili da una apposita tabella, allegata al certificato sul rendiconto della gestione del penultimo esercizio contenente parametri obiettivi: qualora almeno la metà di tali parametri presenti valori deficitari, l’ente è dichiarato strutturalmente deficitario. E cinque su dieci non sono rispettati. In sostanza, i parametri obiettivi permettono di individuare gli enti locali in situazioni di pre dissesto, e cioè quegli enti che presentino una situazione di difficoltà finanziaria non momentanea che potrebbe evolvere in dissesto vero e proprio. I Comuni che si trovino in condizioni di deficitarietà strutturale sono soggetti al controllo centrale della Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali, istituita presso il Ministero dell’Interno che ha il compito di verificare la compatibilità finanziaria dei provvedimenti con i quali si approvano le dotazioni organiche e si provvede all’assunzione di personale. I parametri non rispettati che certificano lo stato di deficitarietà fanno riferimento ai residui attivi e passivi e al loro accertamento, nonché ai procedimenti di esecuzione forzata (ben 120 mila euro nel 2015) e all’anticipazione di Tesoreria non rimborsata al 31.12.2015 superiore al 5% rispetto alle entrate correnti. Il Comune sarà chiamato a redigere un Piano riequilibrio finanziario che dovrà tenere conto di tutte le misure necessarie a superare le condizioni di squilibrio rilevate. Inoltre, l’Ente deve assicurare, con i proventi della relativa tariffa, la copertura integrale dei costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e del servizio acquedotto ed è soggetto al controllo sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni di personale. Dovrà essere assicurata la revisione straordinaria di tutti i residui attivi e passivi conservati in bilancio, stralciando i residui attivi inesigibili o di dubbia esigibilità. Il Comune è tenuto ad effettuare una rigorosa revisione della spesa, e a ridimensionare la dotazione organica, andando a contenere in particolare le assunzioni a tempo determinato.