Di Adriano Falanga
L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, condotta dal pm Vincenzo Montemurro, si allarga e mette sul registro degli indagati un altro nome eccellente, quello dell’architetto Maria Gabriella Camera. Considerata come il braccio destro di Pasquale Aliberti nella programmazione e gestione delle opere pubbliche, la Camera è senz’altro il perno principale del settore Più Europa, da lei guidato fino al 2015, mentre da quest’anno è affiancata da altri dirigenti in una cabina di regia presieduta dal primo cittadino. Il suo è un contratto a tempo determinato, di esclusiva nomina sindacale, da tempo contestato dalle opposizioni, che di contro hanno sempre chiesto il pubblico concorso per la guida dei diversi settori dell’ente comunale. Questo per garantire un’attività libera da qualsiasi tipologia di soggezione e dipendenza psicologica. La Camera è indagata per accertamenti di tipo amministrativo, e non mafioso. Forse un atto dovuto, e secondo i bene informati pure atteso da tempo, considerata la sua delicata posizione nell’organigramma di Palazzo Mayer. Dal suo ufficio sono passati tutti i finanziamenti e i progetti, realizzati e non, degli oltre 40 milioni di euro del Piu Europa. La professionista è stata Rup del Polo Scolastico, progetto naufragato al primo Sal, ma il suo nome è legato al clamore mediatico per la nomina a direttore dei lavori della costruzione dei marciapiedi di via Santa Maria La Carità dell’architetto Carmine Nocera, su cui pende l’accusa di essere fiancheggiatore e ideatore del bunker dove si nascondeva ed eseguiva i suoi affari il boss dei Casalesi Michele Zagaria. Incarico poi revocato. Rientrano, a vario titolo, nei progetti Polo Scolastico ed Ex Copmes anche le società Archicons e G&D costruzioni, entrambe coinvolte in filoni di inchiesta su appalti e clan dei casalesi. La DDA negli ultimi giorni ha intensificato i controlli e l’acquisizione di atti importanti presso gli uffici comunali. E sarebbero proprio i settori Urbanistica, Lavori Pubblici, Avvocatura e la Ragioneria ad essere in particolar modo sotto torchio. La stretta su palazzo di città avviene nel momento in cui il pm Montemurro ha deciso di ascoltare il pentito del clan dei casalesi Antonio Iovine, che avrebbe fornito particolari ritenuti interessanti sulla gestione dei rifiuti e dei lavori pubblici a Scafati. Un’inchiesta portata a braccetto con la commissione d’accesso agli atti, che il 22 settembre scioglierà le riserve sulla sua relazione inviata al Prefetto Malfi e che indiscrezioni vogliono propensa per lo scioglimento del consiglio comunale. Maria Gabriella Camera è solo l’ultimo nome degli indagati eccellenti, che sono: il sindaco Pasquale Aliberti, la moglie consigliere regionale Monica Paolino, il fratello Nello Maurizio Aliberti, la segretaria comunale Immacolata Di Saia, lo staffista Giovanni Cozzolino, il consigliere di maggioranza Roberto Barchiesi, l’ex vice presidente Acse Ciro Petrucci, l’ex consigliere comunale e provinciale Raffaele Lupo e gli esponenti del clan Loreto-Ridosso.
ALIBERTI: “LA NOSTRA E’ RESILIENZA”
Profetico Pasquale Aliberti, che sulla sua pagina Facebook qualche giorno fa ha scritto: “Alle loro teorie e alle loro menzogne rispondiamo con le nostre certezze: Sono tanti gli amici che in questi mesi ci dimostrano ogni giorno, in ogni istante della giornata, la loro vicinanza per il momento difficile che stiamo vivendo. Lo fanno soprattutto coloro che con me hanno vissuto una esperienza politica straordinaria e hanno coltivato un sogno, quello di cambiare, migliorare la nostra città. Un sogno che abbiamo sempre coltivato con le proposte, il confronto con i cittadini, il rapporto umano con i primi e soprattutto con gli ultimi – si legge ancora – Una politica al fianco dei deboli contro la violenza, la camorra o chi utilizza il potere dei soldi e del blasone per imporre i propri interessi. È per questo che continuerò a combattere, in ogni sede, forte della storia e delle radici umili che ancora mi legano alle persone che ho sempre amato e che in ogni occasione mi hanno dimostrano il loro affetto”. Mentre martedi aveva puntualizzato: “Quando la teoria e la verità non combaciano, si preferisce modificare i fatti con gravi complicità e false testimonianze. E’ una caccia all’uomo? La nostra è resilienza – ribadisce Aliberti – uscirà fuori presto l’asso che nessuno si aspetta, la verità vera…notte alle persone perbene che hanno combattuto i poteri forti e i delinquenti in questa città con dignità e coraggio”. E non mancano gli attestati di solidarietà, in stile romantico quello di Mimmo Casciello, forse l’unico costantemente al fianco del sindaco: “ Io il mio sogno l’ho realizzato e devo ringraziarti per aver avuto fiducia in me. Siamo sempre al tuo fianco amico mio. I frustrati o le frustrate vivranno sempre nella menzogna”. Fa eco Teresa Formisano: “Sei stato di sicuro il Sindaco più invidiato, capace da solo, di mettere su una grande squadra che la maggior parte degli scafatesi ha scelto per ben due volte alla guida di questa città. La persona perbene, si avverte, si conosce, si distingue”. Dalla giunta l’attestato di Nicola Acanfora, assessore all’Urbanistica: “Sei stato e sei il simbolo della lotta contro i poteri forti, la giustizia fará il suo corso, la verità darà serenità a tutta la tua famiglia, bisogna solo avere pazienza, noi siamo quelli del 2008, quelli che credettero e credono in quel sogno, abbi fede”.