Di Adriano Falanga
<<Ex Copmes: pensavate fosse una mucca da mungere?>>. Interviene anche Pasquale Aliberti sulla difficile situazione alla Scafati Sviluppo, in particolare sulla rinuncia all’incarico di Vincenzo Cucco, di ricoprire il ruolo di presidente della Stu. L’ex sindaco non manca una stoccata all’indirizzo dei commissari straordinari Gerardina Basilicata, Maria De Angelis e Augusto Polito, già tacciati di fare delle partecipate scafatesi un “nomificio”, avanzando anche dubbi sui criteri di scelta dei nuovi componenti dei cda dell’Acse e di Scafati Sviluppo. <<Tra incarichi distribuiti, mancanza di quote rosa, indagati per corruzione e nominati con superficialità, c’è chi accetta e chi decide, con la scusa delle difficoltà legate alla gestione delle Società pubbliche, di scappare: povera Commissione Straordinaria – ironizza Aliberti, scrivendo sulla sua pagina Facebook – Mi chiedevo: se il Cucco nominato alla Scafati Sviluppo, quello che non ha accettato l’incarico, chiedendo che la società non venga gestita con criteri ordinari fosse stato nominato all’inizio del mio mandato, con una procedura fallimentare in corso e più di 2 milioni di euro di debiti del comune nei confronti del consorzio Con. In, cosa avrebbe detto? “Jatevenne a cucca’?”>>. Sia le sue opposizioni politiche, che il dottor Cucco, premono per un commissariamento della società. <<Allora ritorna il dubbio o i dubbi di sempre: a chi giova il fallimento di Scafati Sviluppo? C’è un nuovo Artioli, truffaldino del nord pronto a subentrare? Oppure il problema è il compenso da “miseria” che in questi anni abbiamo riconosciuto a chi ha lavorato solo con passione? Lo continuo a ricordare a me stesso: siete qui, come scrivete sui decreti di nomina “per ripristinare la legalità” – continua senza freni l’ex sindaco – Il ripristino della legalità passa anche attraverso nuove opere pubbliche, servizi sociali che funzionano, attraverso la cultura eccoci, non solo attraverso nomine e incarichi, anche di strani professionisti che scappano o già si annuncia arriveranno. Abbiamo ancora visto ben poco o anche fin troppo?>>. Un Pasquale Aliberti ben carico, che non smette i panni del leader politico, soprattutto perché tra gli alibertiani lui è l’unico ad esprimersi in merito alle vicende amministrative del momento. Scomparsi tutti gli altri, tra cui chi in passato era stato indicato come suo erede politico. Del resto, l’ex primo cittadino non lo ha mai nascosto, e nel suo libro “Passioni e Tradimenti” scrive testualmente: <<ma è la mia passione, la mia croce e la mia delizia, il sangue che mi scorre nelle vene, l’adrenalina della battaglia e l’orgasmo della vittoria; a volte la rabbia della sconfitta e le lacrime della solitudine. La politica è mia madre, mia figlia e la mia compagna…una faccenda maledettamente seria, per me>>. Smessi i panni (o meglio, smessi forzatamente) del sindaco, adesso Pasquale Aliberti si contende con il M5S lo scettro di “opposizione” politica alla triade commissariale, considerate le posizioni morbide e di attesa di Partito Democratico, Fratelli D’Italia e le altre forze extra consiliari. Insomma, Tra Aliberti e i grillini è nata un’alleanza “non voluta”. Infine, dall’ex sindaco l’appello alla triade: <<Fatevi un giro per la città, dal centro alla periferia e provate a lasciarci una Scafati migliore di quella che avete trovato>>.
La triade prende le distanze dalle parole di Cucco
La Commissione Straordinaria prende le distanze dalla lunga e dura lettera inviata da Vincenzo Cucco, presidente della Scafati Sviluppo rinunciatario. Il professionista di origini casertane aveva espresso riserve sulla sua nomina, almeno fino a che non avesse valutato il da farsi. Avuti documenti della stu, Cucco ha decisamente stroncato ogni tentativo di “rianimare” la società, finita in Tribunale fallimentare. <<la società Scafati Sviluppo s.p.a, oggi, si trova nella condizione di illecita prosecuzione dell’attività economica…non può operare, auspico che il socio voglia riunire senza indugio l’assemblea…gli amministratori precedenti dovrebbero rispondere del danno…>>. Questa la sintesi dell’analisi del commercialista, che aveva chiesto ai commissari la liquidazione della società, o la sua ricapitalizzazione. La triade però tira dritto e nell’assemblea convocata martedi sera ha nominato il dottor Vincenzo Abate come presidente. Originario di Siano, Abate ha studio a Salerno. Classe 1960, nel novembre 2016 è stato eletto presidente dell’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Sindacato Nazionale Unitario Sezione di Salerno. Subito dopo aver ricevuto la nomina dalla commissione straordinaria, Abate ha presieduto il cda della società, provando a fare il punto sulla situazione. Domani mattina presso la sezione fallimentare del Tribunale di Nocera Inferiore vi è l’udienza per l’istanza di fallimento promossa da un revisore contabile, a cui si sono accodati diversi promissari acquirenti che attendono di ricevere indietro caparra versata per la realizzazione del lotto A, scomparso però dal progetto, ridimensionato a seguito della rimodulazione al ribasso del mutuo concesso dalla Banca Nazionale Del Lavoro. Si pensa ad un piano di rientro, ma l’incognita da sciogliere è: con quali soldi pagare i creditori? Due le strade possibili, vendere parte del patrimonio immobiliare oppure ricapitalizzare la società e portare a termine il progetto ex Copmes. Vendere parte dell’area che fu della Alcatel Cavi potrebbe però dare adito a speculazioni immobiliari da parte di soggetti privati, un’operazione questa fortemente attenzionata dalle forze politiche. Ricapitalizzare con fondi comunali è pressoché impossibile, a meno che la commissione non chieda fondi al Governo centrale, così come previsto dal Testo Unico per gli Enti Locali riguardo i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e in situazioni finanziarie critiche. Nei prossimi giorni si riuscirà a capirci qualcosa in più.