Di Adriano Falanga
Centro storico oramai terra di nessuno e in balìa di una baby gang. La questione sicurezza a Scafati sembra essere diventata materia del contendere elettorale, come lo è già per l’ospedale, e il disinquinamento del Sarno. Fiumi di parole, di buoni propositi, di protocolli, di azioni istituzionali e dimostrative, cambiare tutto per cambiare niente. Scafati sta vivendo mesi difficili, e se da un lato lo Stato ha duramente risposto con gli arresti che hanno decimato il clan Loreto-Ridosso, o con le indagini avanzate sul delitto Faucitano, la città resta però vittima di fenomeni di microdelinquenza oramai diventati asfissianti. Eppure basterebbe intensificare il controllo del territorio, anche attraverso un sistema di videosorveglianza adeguato, e soprattutto efficiente. Furti, rapine e fenomeni di vandalismo a danno di cose e persone sono diventati la quotidianità. Anche passeggiare in Villa Comunale diventa pericoloso. Proprio in Villa e nel perimetro circostante si registra un escalation di scippi. Pochi giorni fa un accoltellamento. Ad agire sembra essere una banda di giovanissimi, molto probabilmente minorenni. E sarebbe proprio lo scudo della “tenera età” che creerebbe le condizioni per la loro indisturbata azione criminale.
Non parliamo di estrema periferia, dove magari l’isolamento potrebbe essere un’attenuante, ma si parla di Piazza Vittorio Veneto, Piazza Aldo Moro, Villa Comunale, il cuore della città, a due passi dalla Casa Municipale, dalla caserma dei Carabinieri e dal comando dei Vigili Urbani. Sono oltre due anni che ad ogni azione criminosa la politica risponde, quasi fosse un ritornello, con la richiesta di elevazione a Comando Compagnia dell’attuale Tenenza dei Carabinieri. Diversi sono stati i deliberati consiliari prodotti in tal senso, ma “passato il “santo, passata la festa”. Finanche le prostitute che operano sul confine tra Scafati ed Angri hanno imparato il giochetto per agire indisturbate. Se è la Polizia Municipale di Scafati ad effettuare controlli, loro si spostano sul territorio di Angri, e viceversa. Del resto, lo stesso organico dei caschi bianchi è rimasto dimensionato per una Scafati di trent’anni fa, ed oggi registra un sottorganico di circa il 60% rispetto a quanto previsto per un bacino di oltre 50 mila residenti. E nessuno parla di un nuovo concorso per l’assunzione di Vigili Urbani. Manca un presidio di Pubblica Sicurezza, e sono assenti anche i Vigili del Fuoco. Insomma, non è una questione di poco impegno, a Scafati mancano proprio le risorse, umane e strutturali, per un costante controllo del territorio che possa restituire sicurezza ai cittadini e agli operatori commerciali. E non è un errore dire che anche la questione sicurezza abbia contribuito, e contribuisce ancora, alla fuga di investitori da questa fetta di città. Tenere in piedi un’attività commerciale è una sfida coraggiosa, contro la crisi economica, ma anche contro delinquenti e vandali.
Piazza Vittorio ad esempio è diventata ricettacolo di sbandati nelle ore notturne. E questo perché non esiste una qualsivoglia attività che tenga viva la zona. Laddove esiste la Chiesa Madre della Patrona della città è un susseguirsi di serrande chiuse, alcune di storici esercizi commerciali che in tempi passati hanno dato lustro alla città. Una critica all’assessore Antonio Pignataro, delegato a Sicurezza, Legalità e Polizia Municipale. Subentrato un anno e mezzo fa al dimissionario Pietro Elefante, la sua azione politica si è limitata più che altro alle sollecitazioni e agli incontri istituzionali. Un comitato per l’ordine pubblico, nonostante le pressanti richieste, non si è mai tenuto e la richiesta di elevazione a comando compagnia della Tenenza dei Carabinieri di via Oberdan, è rimasta ferma nel deliberato consiliare. Ma la risposta alla microdelinquenza non può fermarsi agli annunci e ai comunicati, bisogna dare anche un seguito, che sia visibile, tangibile e soprattutto efficiente.
LA MAPPA DEI DISAGI
A dequalificare il centro storico non è però solo la questione sicurezza e la “libertà” di una banda di teppisti. Questa zona è anche martoriata dal fenomeno degli allagamenti e delle esondazioni dei canali del Sarno. Fino ai primi anni ‘90 via Cesare Battisti era una delle strade più floride commercialmente di tutta Scafati. In circa cento metri della sua lunghezza, si trovavano rinomate gioiellerie, una farmacia, importanti boutique, uffici professionali, artigiani. Oggi è una lunga scia di serrande chiuse. Una strada ripetutamente “assalita” dalla lava d’acqua proveniente dai paesi vesuviani, oramai diventata routine dopo la chiusura del canale Conte Sarno. Affittare o vendere un immobile qui è pressoché impossibile. Non va meglio in Piazza Vittorio Veneto, la cui “movida” serale è limitata alla presenza della Parrocchia della Patrona Santa Maria Delle Vergini. Qui, a due passi dal Municipio, si trova quello che era lo storico Canale Bottaro, nato un paio di secoli fa per alimentare i mulini dell’industria tessile, da cui si è poi sviluppata l’attuale città. Oggi il Bottaro è una fogna a cielo aperto, in preda all’erbaccia, a rifiuti, topi, e acqua putrida e malsana. E questo sotto le finestre di Palazzo Mayer. Il quartiere Vetrai, primo nucleo abitativo scafatese, in preda al degrado edilizio. I palazzi crollano, nessuno ha cura per loro e nessuno fa si che questi possano essere recuperati. Solo l’anno scorso si sono registrati tre crolli che per puro caso non hanno comportato conseguenze molto più gravi. Non va meglio neanche in via Roma e piazza Garibaldi, dove restano in piedi solo pochi esercizi commerciali, messi costantemente in ginocchio dalle frequenti esondazioni del rio Sguazzatoio. Da queste parti box e cantine sono inutilizzabili e gli immobili hanno visto crollare i prezzi di vendita e affitto. Un appartamento di cento metri quadri quindici anni fa si fittava anche a 700 euro. Oggi non trova mercato se non si scende sotto i 500. E’ da qui che parte la sfida alle Istituzioni e all’intera classe politica: recuperare e riqualificare il centro storico scafatese. L’amore verso la propria città nasce dall’attenzione verso la sua storia e tradizioni. Sarà vinta questa sfida?