Di Adriano Falanga
La richiesta di “Noi con Salvini” di inasprire i controlli verso i clandestini, e identificare gli imam della locale comunità islamica, non ha avuto un riscontro ufficiale da Pasquale Aliberti. Il sindaco però affida a Facebook il “suo” pensiero, postando sulla sua pagina una nota bufala che gira fin dal 2005 in rete. Racconta di una dichiarazione (falsa) del primo ministro australiano (in verità lo è stato fino al 2007) John Howard. “Sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà – si legge – La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi domandiamo è di accettare le nostre, e di vivere in armonia pacificamente con noi. Se non siete felici qui, allora partite. Non vi abbiamo forzati a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui”. Secondo il blog del noto giornalista Paolo Attivissimo: “Le parole attribuite a John Howard provengono in realtà da un articolo pubblicato in un giornale locale americano e scritto da un semplice cittadino degli Stati Uniti nei giorni successivi agli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle a New York”. Autore falso, ma contenuto condivisibile. Sono infatti quasi 300 i “mi piace” sotto al post del primo cittadino. Ironizza Michele Grimaldi, che pubblica invece un passo del Vangelo di Matteo: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato”. Poi l’ironia del neo consigliere del Pd: “Suggerirei al nostro Sindaco, quando si reca nei luoghi di culto, di ascoltare meglio i messaggi che da essi provengono. Anziché, come dichiarato dalla sua consorte, il consigliere regionale Paolino, farsi “illuminare” sulla decadenza e sui possibili modi per eludere la legge dello Stato”.