Di Adriano Falanga
<<Faccio una profezia. A breve ci saranno le elezioni politiche. Scommettiamo che comincerà la solita passerella di politici “impegnati” a riaprire il pronto soccorso scafatese, magari sarà aperto anche un cantiere, che durerà giusto quanto la tornata elettorale?>>. Lo chiameremo Renato, è un operatore sanitario con provata esperienza sia al 118 che ad un pronto soccorso. Renato ci parla ufficiosamente, perché non essendo autorizzato non può parlare a nome dell’Asl, ma è chiaro che più del suo nome, troviamo interessante ciò che ci dice. E tutto sommato, la sua non è una profezia azzardata, è dal 2011 che ad ogni tornata elettorale torna prepotentemente in primo piano la riapertura del pronto soccorso, salvo poi finire nel dimenticatoio. A voler dire una cattiveria, pare quasi che la struttura sia elettoralmente più prolifica chiusa che aperta. Però Renato va oltre, la sua è un’analisi spigolosa e da operatore del settore. Lui conosce bene la realtà dell’emergenza a Scafati e nel distretto sanitario di riferimento. Ad esempio, Renato smentisce ciò che secondo lui è solo un finto allarmismo: non è vero che i tempi di percorrenza per l’ospedale di Nocera Inferiore abbiano influito in maniera sensibile sul numero di decessi. O meglio, non è dimostrato che la chiusura del ps scafatese abbia fatto aumentare i decessi dovuti agli aumentati tempi di percorrenza. <<Le prestazioni del 118 a Scafati si aggirano sulle 260/300 mensili, meno della metà termina in un ricovero ospedaliero. Pazienti deceduti durante il trasporto nessuno. Nessun aumento con il passato – spiega Renato, entrando nel dettaglio – I problemi dell’emergenza sono altri. Se pure aprisse un piccolo pronto soccorso a Scafati, molti problemi in gran parte rimarrebbero. Che significa ps pneumologico? Ho un forte dolore addominale posso andarci? E che prestazioni avrò? Ho un trauma posso andarci?>>.
Il ragionamento dell’operatore sanitario è semplice, più che aprire un altro pronto soccorso, per altro insufficiente per alcune patologie come i politraumatizzati da incidente stradale o gli infartuati acuti, o ancora le donne in attesa con problemi al feto, sarebbe opportuno e ragionevole potenziare la struttura esistente che è il ps dell’Umberto I° di Nocera Inferiore. <<Non è una questione di tempi di percorrenza, il 118 una volta sul posto è in grado di stabilizzare il paziente e trasportarlo a Nocera – continua Renato – piuttosto i problemi nascono nel momento in cui i tempi di attesa si allungano per avere in loco un’ambulanza medicalizzata>>. Quindi, inutile un pronto soccorso in miniatura, incapace di gestire alcune patologie, perché mancante di reparto ospedaliero dedicato: <<Senza ginecologia o una emodinamica, a chi chiedere consulenza? In questo modo alcuni pazienti in codice rosso possono rischiare davvero la vita, non arrivando in una struttura realmente idonea alla loro patologia>> e allora, quale la soluzione? <<Potenziare fattivamente l’Umberto I° con un aumento dei posti letto per le urgenze e l’obi, ma soprattutto aumentare il personale medico ed infermieristico. Creando un vero triage dove il paziente viene valutato da infermieri addestrati a ciò. Io se avessi un fatto acuto non andrei a Scafati com’è ora o come dicono che dovrebbe essere. Meglio attivare il 118 che ti stabilizza sul posto e ti porta all’ospedale più adatto alla tua patologia>>.