Di Adriano Falanga
“Il Puc è stato bocciato dalla Provincia per l’incompetenza di chi aveva solo l’esigenza di apparire. Non è stato bocciato per le denunce dell’opposizione. La responsabilità è esclusivamente dell’amministrazione”. Così il Partito Democratico, riunito in conferenza stampa per spiegare alla città i motivi per cui il sindaco dovrebbe dimettersi. “Parleremo alla città più volte, per spiegare i fallimenti di questa amministrazione, tra cui Pip, Polo scolastico, Ospedale, Rete Fognaria. Oggi siamo qui per il Puc”. Presenti la segretaria Margherita Rinaldi, i consiglieri comunali Vittorio D’Alessandro, Marco Cucurachi, Michelangelo Ambrunzo. Assente giustificato Nicola Pesce, oramai “esterno” Filippo Quartucci, notoriamente poco presente a queste manifestazioni e dato da più fonti vicino ai Repubblicani, a loro volta filo alibertiani. “Come non ricordare lo slogan che ha accompagnato l’approvazione del Puc (Luglio 2014, ndr) “abbiamo fatto la storia”. Altro che storia, le solite storielle raccontate dal nostro sindaco”. Non ci stanno ad essere definiti responsabili della bocciatura dello strumento urbanistico i democrat. “Il popolo scafatese deve sapere che l’8 settembre c’è stata una Conferenza dei Servizi tra i rappresentanti del Comune di Scafati e della Provincia di Salerno. E’ stato verificato ed accertato che il Puc non è conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Pctp)”. In quella sede era presente l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco Gianfranco Fele. “Per tale motivo – continuano i rappresentanti del Pd – il Puc deve necessariamente ed obbligatoriamente essere adeguato, a distanza di oltre un anno dalla sua approvazione. La “storia” a cui si riferisce Aliberti, è la storia dell’ennesimo fallimento”. Michelangelo Ambrunzo, che in apertura di seduta ha smentito le notizie che lo vogliono a capo di una civica alternativa al Pd, è componente della commissione Urbanistica: “Quando abbiamo provato a dire la nostra non ci hanno ascoltato. Io non credo che si voglia speculare però ci sono molti errori importanti che oggi bloccano la città. Ad esempio, è stato sbagliato il dimensionamento e la contabilizzazione dei vani condonati”. Secondo D’Alessandro la Provincia si sarebbe limitata a rimandare indietro il Piano Urbanistico evidenziando solo alcune delle numerose criticità riscontrate ma che “emergeranno in seguito. Come gli emendamenti alle norme tecniche di attuazione presentati in consiglio comunale, che di fatto hanno stravolto il piano”. “La mancata approvazione del Puc ha bloccato anche il Siad – aggiunge Cucurachi – tanto atteso dai commercianti scafatesi“. “I centomila euro spesi per il redattore del piano, che fine hanno fatto?” chiedono i democratici. L’importante strumento urbanistico oggi deve essere adeguato, successivamente ritornerà alle commissioni e in consiglio comunale, con la discussione e l’approvazione degli emendamenti. Tempi lunghi, secondo l’opposizione, che ancora non ha avuto riscontro dal relatore del piano, l’architetto Anna Mesolella”. Nelle scorse settimane Giancarlo Fele aveva assicurato che l’adeguamento non comporterà costi aggiuntivi, arrivando a dichiarare di dimettersi qualora fosse stato speso un euro in più di quanto già pagato. “Il Pd vuole l’approvazione del Puc per il bene di Scafati – concludono dalla sede di via Giovanni XXIII – ma lo vuole nel rispetto delle leggi e di ogni procedimento amministrativo. Visto che avevamo già previsto che questo sarebbe stato l’ennesimo fallimento di Aliberti, la nostra denuncia diventa sempre più forte: dimissioni”.