SCAFATI. “L’indecenza continua. Continua il familismo dell’amministrazione di Pasquale Aliberti. Nominato presidente della Scafati Sviluppo tale Enrico Pennarola, cognato di Aliberti in quanto marito della sorella della moglie, la consigliere regionale Monica Paolino. Oramai Aliberti ha superato ampiamente anche Cetto La Qualunque”, così il consigliere di Fdi Mario Santocchio. Sulla stessa line anche il compagni di partito Cristoforo Salbvati che invoca l’intervento del prefetto e preannuncia un’interrogazioen consiliare..“ A Scafati – dice il consigliere del Pd Marco Cucurachi – si è superato ogni limite e purtrppo non esiste la merirtocrazia”. L’esponente del Pd annuncia che investirà della vicenda i parlamentari del suo partito “affinchè portino la nomina in Parlamnento”. Sembra essere ufficiale la notizia della nomina del Cda della Scafati Sviluppo, la partecipata che gestisce la reindustrializzazione dell’area Ex Copmes, opera da 18 milioni di euro. Presidente è Enrico Pennarola. Dalla sua sembra esserci l’esperienza maturata nel ramo conserviero, oltre che l’aver sposato la sorella della Paolino. Entrano anche il dottor Antonio Mariniello, ex Udeur, ex vicesindaco che ha sostebuto Aliberti nell’ultima competizione amministrativa veterano politico scafatese, Maddalena di Somma, che lascia Scafati Solidale, il capo della Polizia Municipale Alfredo D’Ambruoso e l’ingegnere Nicola Fienga. Continua Santocchio: “Dopo le assunzioni al Piano di Zona della moglie e di una cognata di due consiglieri di maggioranza, assistiamo basiti alla nomina del cognato della moglie”. Secondo il consigliere di Fratelli D’Italia “il sistema Aliberti ha generato e genererà illegalità. Terremo sempre alta la guardia”. Santocchio fa notare anche il come “l’opposizione in queste nomine non ha nessuna partecipazione di controllo, nessun ruolo. Questo mostra chiaramente la gestione personalistica del potere da parte di Pasquale Aliberti”. La nomina di Pennarola non è andata giù anche al Presidente del Consiglio Comunale Pasquale Coppola, eletto nelle liste di Aliberti ma da tempo sua spina nel fianco per le diverse posizioni politiche più volte esternate. Coppola è aspro: “Oramai questa città non è più Scafati, ma casa
Aliberti”. Più pacata la posizione di Vittorio D’Alessandro, capogruppo Pd “Su Mariniello poco da dire, vanta un passato da amministratore comunale ed è stato vicesindaco” mentre sull’entrata della Di Somma “finalmente una donna, anche se non credo abbia esperienza specifica”. D’Alessandro diventa critico sul nome di Pennarola invece: “Ennesimo atto di arroganza, a parlare dovrebbero essere i suoi consiglieri di maggioranza che dovrebbero concertare le nomine”. Ad ogni modo sia Santocchio che D’Alessandro ritengono il Cda solo un’operazione di facciata, spiega D’Alessandro: “Aliberti vuole gestire in prima persona l’opera Ex Copmes con la nomina di figure non di altissimo spessore ma solo legate a lui a filo doppio”. In realtà, secondo i due consiglieri, a gestire il tutto a stretto braccio con Aliberti ci sono “Maria Gabriella Camera e la segretaria Immacolata Di Saia, sempre presenti pur non avendone titolo. Infatti la Camera –spiega D’Alessandro- è stata imposta a ricoprire il ruolo di Rup mentre la Di Saia si è offerta a stipulare il contratto per sedicimila euro, non avendone titolo”. “La meritocrazia a Scafati non esiste, questa è la dimostrazione di come si prendono consensi tramite promesse elettorali il più delle volte mantenute” – chiosa Alfonso Iovane, portavoce del Movimento 5 Stelle- “noi crediamo nella meritocrazia, non nella parentocrazia, possibile che a Scafati non ci siano persone capaci non appartenenti ai soliti politici per rivestire ruoli nell’amministrazione pubblica?”. La nomina del Cda della Scafati Sviluppo segue quello dell’Acse prima e Scafati Solidale poi, dove sono stati nominati persone vicine ad Aliberti, che in qualche modo avevano sostenuto il sindaco nell’ultima campagna elettorale, come Andrea Granata, ex consigliere non eletto oggi a capo della partecipata che si occupa delle politiche sociali e finita nell’occhio del ciclone per lo scandalo delle assunzioni senza bando. Assunzioni su cui è stato depositato esposto in Procura.
Adriano Falanga