Scafati Sviluppo, illegittimo il finanziamento a fondo perduto di 100 mila euro concesso dal Comune. A contestare la manovra è il collegio dei revisori dei conti nel parere al Bilancio di Previsione 2015 che sarà discusso in consiglio comunale il 31 luglio. I tre revisori, i dottori Filomarino Giordano, Filomena Lazazzera e Rosa Allocca lo hanno evidenziato con verbale n.110/2015. “Con delibera di Giunta n.20 del 3 febbraio 2015 e con determina dirigenziale n.30 del 23 febbraio dell’Area programmazione economico finanziaria ad oggetto “finaziamento Scafati Sviluppo” è stato trasferito l’importo di 100 mila euro quale finanziamento gratuito senza rimborso alla società interamente partecipata Scafati Sviluppo Spa” scrivono i revisori nella relazione. La motivazione edotta è: “atteso che la società presenta perdite d’esercizio da più anni (almeno un triennio) a norma dell’art. 6 comma 19 legge 122/2010 il Comune non poteva effettuare trasferimenti straordinari”. Pertanto, nelle osservazioni finali viene quindi scritto: “L’ente in sede di predisposizione del bilancio di previsione 2015/2017 non si è attenuto alle disposizioni di legge”. Restando in tema di partecipate, i revisori hanno anche evidenziato che nella documentazione loro fornita non è stato allegato il bilancio dell’istituzione Scafati Solidale. La bocciatura espressa dai revisori era stata già denunciata da Cristoforo Salvati e Mario Santocchio, consiglieri di Fratelli D’Italia, ad aprile scorso. Il prestito concesso da Palazzo Mayer, secondo quanto dichiarato dal presidente della Stu Antonio Mariniello qualche tempo fa, sarebbe ammesso dall’art. 10 dello statuto il quale recita: “il socio unico all’occorrenza e su richiesta della società deve erogare finanziamenti senza rimborsi”. Soldi che andranno per la gestione ordinaria, e non per il proseguio del progetto di riqualificazione industriale Ex Copmes portato avanti dalla Società partecipata. Ma ad essere in discussione non è lo statuto o il progetto, bensì la legge, che vieta di concedere prestiti alle partecipate con almeno tre anualità in rosso.
Adriano Falanga