Di Adriano Falanga
“La Helios dispone e la Regione esegue. Non capisco come possa riuscire a far rinviare, per la terza volta consecutiva, la conferenza dei Servizi”. Si dice meravigliato di tanta “collaborazione” tra l’azienda commissariata che stocca e lavoro rifiuti in via Ferraris e la Regione Campania, Mario Santocchio, ex presidente della commissione speciale sulla Helios. Una commissione archiviata assieme al consiglio comunale, ma non la volontà di buona parte dei componenti, che di contro continuano a lavorare, nei limiti della loro carica di “cittadini qualunque”. Il tavolo tecnico di venerdi mattina è stato infatti rinviato al prossimo 2 febbraio, come chiesto dall’azienda. Presenti per il Comune di Scafati il sub commissario Carleo e i dirigenti Vittorio Minneci (ambiente) e Nicola Fienga (Urbanistica). Non nasconde le sue perplessità Pasquale Vitiello, ex presidente della commissione Urbanistica. “D’ altronde se si è riusciti a concedere l’autorizzazione all’esercizio ben tre mesi prima che sullo stesso progetto vi fossero tutti i nulla osta degli enti preposti la dice lunga. Si tratta di un sito che sorge in un area Pip interna alla città in una zona ad alta densità abitativa e le cui norme di attuazione non prevedevano il sorgere di industrie insalubri e nocive – ricorda l’ex consigliere comunale – Il sito nei mesi scorsi è stato anche sottoposto a sequestro preventivo poiché a seguito di controlli, effettuati solo dopo innumerevoli esposti e segnalazione di cittadini ormai esasperati, si riscontrava l’operare in difformità alle autorizzazioni concesse provocando tra le altre cose emanazione di odori nauseabondi provenienti dal ciclo produttivo dei rifiuti. Venne denunciato il legale rappresentante e nominato un commissario che continuasse a far operare l’azienda per salvaguardare il livello occupazionale”. I reati contestati sono di natura ambientale, ma i guai della Helios sono anche di natura amministrativa. “Dopo cinque anni dall’avvio dell’attività,a seguito di controlli furono riscontrate difformità urbanistiche e revocata l’agilità all’opificio. Il Tar ha però accolto la sospensiva verso quell’atto amministrativo non ravvedendo nelle motivazioni dell’atto “profili sostanziali di carattere igienico sanitario” e dunque risulta essere prevalente la prosecuzione dell’attività lavorativa fino al raggiungimento delle necessarie autorizzazioni. Eppure opifici di diversa natura in assenza di agibilità dei locali sarebbero chiusi da un pezzo”. Interessanti le motivazioni edotte dai giudici amministrativi, perché mostrano che il ricorso del Comune di Scafati verte esclusivamente sulla natura amministrativa della contestazione (conformità urbanistica) mentre viene del tutto ignorata la questione ambientale e sanitaria. “Mi sorge un ragionevole dubbio, ma di tutti i sopralluoghi,delle varie relazioni di più organi che riscontrano quanto lamentato, cioè l’invivibilità e l’operare in difformità delle norme, sono stati portati all’attenzione di chi presiede la conferenza dei servizi e, sono stati allegati al ricorso al Tar?” si chiede Vitiello.