Di Adriano Falanga
Allarme sicurezza in città. L’escalation dei furti in appartamento registrati negli ultimi mesi, intensificati durante il periodo estivo, e la fiorente attività di prostituzione in località Bagni, agitano gli scafatesi. Cresce la paura, aggravata soprattutto dalle notizie che vedono i ladri entrare in casa nonostante la presenza dei proprietari. Fino ad oggi si sono registrati sempre solo danni a cose, ma il rischio che prima o poi possa accadere qualcosa di peggio è concreto. Che sia periferia o centro città poco importa, la dinamica è sempre la stessa. Entrano dai piani bassi passando attraverso le tapparelle lasciate aperte per il caldo. In via Luigi Sturzo in un anno si sono registrati tre tentativi ai danni di altrettante abitazioni di proprietà di signore anziane sole. Una circostanza che alimenta il dubbio sulla presenza di informatori del posto. I ladri conoscono le proprie vittime, ed agiscono indifferentemente dalla loro presenza in casa. Diverso scenario si registra invece a Bagni, nei pressi del cavalcavia della statale 268, a pochi metri dalle abitazioni e dalle attività commerciali. “Finiremo con il trovarcele in casa, visto che lentamente ce le ritroviamo sempre più vicine alle nostre case. E’ una vergogna”. Sono quasi certamente giovanissime ragazze dell’est europeo, quasi certamente a loro volta vittima dello sfruttamento. Non aspettano la tarda ora, perché consapevoli dell’assenza dei Vigili Urbani durante la notte. Così alle 22 sono già in “servizio”. In passato più volte ci sono state operazioni congiunte tra i caschi bianchi della vicina Angri e Scafati, per un certo periodo il fenomeno sembrava essersi attenuato, ma le lucciole sono ricomparse prima al confine tra le due città, poi, indisturbate, sono arrivate a ridosso del centro abitato. “Sabato sera eravamo con i bambini a mangiare un gelato alla vicina gelateria, quando mio figlio mi ha chiesto cosa facessero quelle ragazze, così vestite, ferme sul ciglio della strada a pochi metri di distanza – lo sfogo di una mamma – ho spiegato che probabilmente erano in attesa del pulman”. Peccato che a quell’ora i mezzi pubblici sono fermi. “Se c’è chi si vende, è perché c’è chi compra – prova a difendere le lucciole un’altra signora, mamma da pochi mesi – anche loro sono vittime di un sistema schiavista che le sfrutta”. Al di la della questione morale o legale, la prostituzione in se non è reato ma è chiaro che attorno ad essa ruotano altri fattori non meno gravi. L’oscenità che spesso si consuma a pochi metri dalla strada, e la sfrontatezza con la quale si consuma l’adescamento. Insomma, “bocca di rosa” non sempre conserva quella vena di poesia così come cantava De Gregori.
L’ASSESSORE ACANFORA: POCHI MEZZI A DISPOSIZIONE
La carenza di uomini e mezzi, soprattutto in un periodo di ristrettezze economiche, è certamente concausa del dilagare della microcriminalità e della prostituzione. Non lo nasconde l’assessore alla Sicurezza Nicola Acanfora. “Purtroppo le forze dell’ordine sono esigue, e i problemi sono tanti sul territorio, stiamo cercando di far fronte comune contro il crimine, ma non é semplice, i furti avvengono di notte e i vigili ovviamente non sono in servizio – spiega il componente della giunta Aliberti – miglioreremo il sistema di telecamere sul territorio e chiederemo alle altre forze dell’ordine presenti a Scafati di coordinarsi tra loro per avere la maggior parte del territorio sotto controllo”. Frasi già ascoltate, che raccontano le difficoltà dell’ente locale di intervenire con decisione. Da un lato la carenza dei Vigili Urbani, e l’impossibilità di garantire un servizio 24 ore al giorno, dall’altro lato la carenza di Carabinieri, in servizio notturno con pochi mezzi a disposizione. A chiedere il potenziamento dell’impianto di videosorveglianza anche Emilio De Santis, dell’associazione Scafati Città Partecipata. “Chiediamo a gran voce di verificare il funzionamento e nel caso fosse possibile ampliare la copertura dell’impianto già esistente all’intero territorio comunale comprese le vie di fuga e in punti centrali strategici – spiega De Santis – E’ stato dimostrato che la semplice presenza di apparati di videosorveglianza crea già un valido deterrente utile a preservare l’incolumità delle persone e il patrimonio pubblico interessato.il Comune ha il dovere di mantenere il decoro degli spazi pubblici che sono il biglietto da visita della società civile locale”. Promette di investire fondi sul potenziamento dell’occhio elettronico anche Acanfora, ma, facciamo presente, i centomila euro in primo momento destinati alla struttura sono stati dirottati nel fondo di riserva 2016, così come chiesto dagli ispettori del Ministero Delle Finanze, in conseguenza della situazione di pre dissesto delle casse comunali. “stiamo cercando altri fondi da destinare alla causa, ovviamente siamo ben consci che non é semplice”, ammette Nicola Acanfora.