Di Adriano Falanga
Finisce all’esame dell’Anac di Raffaele Cantone il bando per il servizio di trasporto e smaltimento delle terre di spazzamento, indetto dall’Acse lo scorso mese di marzo. A partecipare quattro imprese tutte giudicate idonee, a vincere la società Helios, piuttosto nota a Scafati. A frenare sul bando, regolarmente svolto, è la stessa società Acse, su decisione del cda, in data 11 ottobre. Nel verbale si fa riferimento alle indagini della Procura antimafia di Salerno, nonché alle notizie di stampa che vogliono i fratelli Aliberti in affari con alcune società collegate alla Helios. La Procura avrebbe attenzionato quest’appalto perché, da una disamina sul capitolato d’oneri, sembra essere stato teso a favorire la società che ha un sito di stoccaggio sul territorio scafatese, ragion per cui, da tempo, è in atto una profonda lotta dei residenti contro i disagi arrecati dall’attività dell’azienda. Nel dettaglio, all’autorità corruzione viene chiesto se l’articolo 2 del capitolato d’oneri, redatto dall’ingegnere Antonio Sicignano sotto la supervisione del direttore generale Salvatore De Vivo (oggi in pensione), possa essere lesivo della concorrenza e della trasparenza. E in caso affermativo, a Cantone l’Acse chiede anche come poter eventualmente procedere. L’articolo che ha mosso le attenzioni della magistratura recita infatti: “condizione fondamentale è che l’appaltatore metta a disposizione di ACSE Spa una piattaforma autorizzata, nel comune di Scafati o in un comune confinante, ove scaricare le spazzatrici una volta piene, ovvero di appositi automezzi con idonee attrezzature presenti in un punto stabilito del cantiere di ACSE Spa, in cui trasbordare i rifiuti di che trattasi direttamente dalle spazzatrici, senza preludere ad attività di stoccaggio provvisorio”. L’appalto ha una durata biennale e l’importo è di 304 mila euro oltre iva.
NON SI ARRESTA IL LAVORO DELLA COMMISSIONE SPECIALE
Nonostante mancano pochi giorni alla fine della consiliatura, la commissione speciale sulla Helios non arresta il proprio lavoro. Il gruppo di consiglieri comunali ha svolto, in poche settimane, un profondo lavoro di monitoraggio, verifica e riscontro delle autorizzazioni e quanto altro abbia permesso all’Igiene Urbana prima, alla Helios poi, di operare e ampliare le proprie attività presso il sito di via Ferraris. “Quello che emerge con evidenza che artatamente sui certificati di destinazione urbanistica rilasciati dal Comune non si fa mai menzione dell’art. 5 delle norme di attuazione del Pip che vieta attività nocive pericolose – spiega il presidente Mario Santocchio – Del resto l’ufficio Ambiente ugualmente ha dato autorizzazioni senza tener conto di questa norme. Va detto anche che oggi potrebbe revocarsi l’ampliamento dato a dicembre 2014 perché’ dato su certificazione non idonea ed oggi l’ufficio ambiente dovrebbe tener conto che le attuali quantità autorizzate sono insostenibili da parte della comunità. Scafati non meritava di avere quasi al centro del paese un sito di stoccaggio di rifiuti”. Santocchio non risparmia frecciatine all’indirizzo di Mimmo Casciello. “La battaglia è solo all’inizio e non tutti remano nella stessa direzione. Allarmante è il comportamento del consigliere della zona che ha abbandonato la commissione consiliare per sedersi sulla comoda poltrone dell’Acse”. Il 18 dicembre finirà ufficialmente la consiliatura, con l’irrevocabilità delle dimissioni di Pasquale Aliberti, mentre il 19 è prevista la conferenza dei servizi in Regione Campania. Con la fine del sindacato, finisce anche il mandato istituzionale dei consiglieri comunali. “Continueremo a relazionare al Commissario prefettizio, perché il Comune dovrà prendere una posizione chiara e precisa diversa da quella tenuta fino ad oggi – ribatte ancora Santocchio – in conferenza dei servizi bisogna insistere nella revoca dell’ampliamento sia per ragioni urbanistiche che per ragioni ambientali. Dal punto di visto urbanistica va precisato che l’attività è svolta su due lotti che non sono mai stati accorpati e l’ufficio ambiente deve rappresentare che tale tipo di attività è incompatibile con le norme di attuazione del Pip, oltre a creare allarme sanitario per i residenti della zona”. Sulla revoca del parere di conformità urbanistica sia la Helios che l’Igiene Urbana hanno fatto ricorso al Tar Campania. Palazzo Mayer si è costituito in giudizio, a difenderlo il noto legale salernitano Lorenzo Lentini.