Di Adriano Falanga
Sugli 11,2 milioni di euro di ruoli emessi dalla Geset per il periodo 2010-2015, incassati appena 1,3 milioni, circa il 10%. Cifre allarmanti, aggiornate al primo trimestre 2016. A queste vanno aggiunte le procedure esecutive presso terzi che al 31 maggio 2016 risultano essere pari 1,1 milione di euro. Anche qui incassato ben poco, circa il 16% pari ad appena 220 mila euro. Contrariamente a quanto sosteneva l’ex ministro dell’economia Padoa Schioppa, a Scafati le imposte non sono per nulla amate, e di conseguenza poco pagate. Una circostanza che rischia di mettere in ginocchio Palazzo Mayer, già alle prese con il difficile compito di uscire dalla situazione di pre dissesto finanziario. L’allarme è lanciato dall’assessore al Bilancio Raffaele Sicignano: “Dai dati in nostro possesso è evidente che gli importi riscossi dei vari tributi rispetto ai ruoli emessi sono piuttosto contenuti, ssi supera appena il 10% in alcuni casi e questo determina una rilevante carenza di liquidità che potrebbe costringerci a ricorrere ad anticipazione di tesoreria indesiderate”. E’ sincero Sicignano, consapevole che la situazione rischia di precipitare se gli scafatesi non decideranno di saldare il dovuto. Per far fronte alla grave crisi economica in cui versano le famiglie, e soprattutto evitare che la Geset ricorra al pignoramento delle pensioni accreditate sui conti correnti, il consiglio comunale ha anche deciso di modificare il regolamento delle entrate, prevedendo, in particolari circostanze, un aumento delle rate del debito accumulato. A quanto pare non basta ancora. “La situazione va decisamente monitorata – spiega l’assessore – mi aspetto nel secondo trimestre dati più significativi”.
La Geset è stata già “richiamata” dai Revisori dei conti per la lentezza delle riscossioni, mentre lo sforamento delle somme anticipate per cassa, è uno dei parametri monitorati dal ministero, rientranti nelle condizioni che vanno a determinare l’entrata (o l’uscita) dal pre dissesto. Tra i tributi più evasi vi è la Tarsu. Oltre tre milioni di euro di ruoli emessi e non riscossi nel 2015, erano 1,6 milioni nel 2013. A queste si sommano i ruoli relativi ad Ici e Cosap. Sono quasi 20 mila i ruoli emessi nel quinquiennio 2010-2015, per un totale di quasi 13 milioni di euro, che al netto di sgravi e rettifiche (pari a circa 360 mila euro) diventano 12,5 milioni di euro. Di questi, solo 1,3 milioni sono stati incassati, mentre restano scoperti ben 11,2 milioni. Insomma, gli scafatesi proprio non amano le tasse. Come non sono amate anche da quei consiglieri comunali che sono in debito per circa 50 mila euro, e per i quali il primo cittadino Pasquale Aliberti ha avviato le procedure per la loro incompatibilità, prevista dalla normativa vigente per gli amministratori non in regola con i tributi. Per far fronte alla situazione di pre dissesto, l’assessore Sicignano propose un taglio del 20% alle indennità della giunta e del sindaco. Una proposta pubblicamente accettata da tutto l’esecutivo, ma di fatto rimasta inevasa. Fu deciso in giunta di procedere alla decurtazione su base volontaria, per contenere il disappunto di qualcuno, molto contrariato al taglio di un quinto del proprio stipendio. Neanche questa soluzione ha avuto un seguito, e l’unica rinuncia protocollata (in data 14 luglio) è stata solo quella dello stesso proponente, Raffaele Sicignano, nella misura del 20%. Il delegato a Bilancio e Manutenzione lascia così nelle casse comunali circa 460 euro lordi mensili. “Purtroppo io non posso costringere nessuno – spiega ancora Sicignano – se non essere coerente con me stesso. E’ una scelta di buon senso e responsabilità verso la situazione economica del Comune. Io ho fatto la mia parte”.