Scafati. Estorsioni e armi, 14 indagati - Le Cronache Giudiziaria
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Scafati. Estorsioni e armi, 14 indagati

Scafati. Estorsioni e armi, 14 indagati

Scafati. Estorsioni e armi utilizzati per il pizzo. Sul registro degli indagati 14 persone tra Scafati, Castellammare e Torre Annunziata e un arresto (ora revocato) avvenuto lo scorso 6 agosto. Scarcerazione “lampo” per lo scafatese pluripregiudicato Panariello Pasquale che dopo 20 giorni dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Nocera inferiore Claudia Masucci ottiene la rivalutazione dallo stesso giudice con conseguente beneficio degli arresti domiciliari. Accolta l’istanza del suo difensore di fiducia l’avvocato Gennaro De Gennaro. Secondo l’accusa (pubblico ministero Gianluca Caputo) Pasquale Panariello, figura apicale della criminalità scafatese e dell’hinterland vesuviano era stato tratto in arresto perché preparava pistole e armi da guerra, modificando quelle a salve in armi perfettamente funzionanti nonché ordigni esplosivi su commissione della criminalità. Le indagini avevano dimostrato che il Panariello era entrato in scena anche in due estorsioni per recuperare delle autovetture con cavalli di ritorno dimostrando ancora una volta che era lui l’epicentro del crimine scafatese. Uomo di vertice del clan Buonocore Matrone di Scafati e fratello di Marcello Panariello, considerato il gestore del sistema dello spaccio nella centralissima zona vetrai di Scafati, nonché giovane tristemente vittima di un incidente stradale che ne causò la morte a febbraio 2022. Panariello era stato scarcerato a gennaio di quest’anno per il reato di associazione camorristica. Il giudice di Nocera Inferiore Claudia Masucci ha accolto la richiesta presentata dal suo difensore e gli ha concesso i domiciliari. Lo stesso gip aveva respinto la richiesta d’arresto presentata dalla Procura per altri 13 indagati. Risultano sul registro degli indagati Giuseppe Buonocore, detto Peppe ‘e Scafati e il figlio Vincenzo, Angelo Catania, Corrado Umberto Grimaudo, Giuseppe russo, Aniello Alfano (di Sant’Antonio Abate), Giampiero Ruotolo, Catello de Simone, Antonio De Rosa di Castellammare di Stabia, Giuseppe Tufano di Torre Annunziata, Raffaele De Simone, Michele Ruggiero e Salvatore Marra. Tutti secondo la pubblica accusa avrebbero fatto parte di un giro di estorsioni nei confronti di imprenditori di Scafati e dell’Agro nocerino sarnese in genere aggravato (solo per qualche indagato) dal fatto di aver preparato armi utili per il pizzo. per il gip Masucci non ci sarebbero i gravi indizi di colpevolezza.