Di Adriano Falanga
Rendiconto della gestione 2016, il Comune di Scafati è in disavanzo di amministrazione. In previsione dell’approvazione del bilancio, la commissione straordinaria ha deliberato un disavanzo di circa 31 milioni di euro come risultato di amministrazione per l’esercizio finanziario dell’Ente per l’anno 2016. In parole povere, il disavanzo è dunque una eccedenza delle uscite rispetto alle entrate. L’art. 188 del decreto legislativo n. 267 del 2000 indica le azioni che gli enti locali devono intraprendere per fronteggiare una situazione di per sé negativa che impone quindi immediatamente il ripristino del pareggio finanziario. Una volta accertato il disavanzo con l’approvazione del rendiconto, si renderà necessaria una variazione al bilancio dell’esercizio in corso per la copertura del disavanzo (tecnicamente si dice che il disavanzo deve essere applicato al bilancio e ciò va fatto prima di tutte le altre spese). Per il ripristino o ripiano è possibile: l’utilizzo, per l’anno in corso e per i 2 successivi, di tutte le entrate e le disponibilità, ad eccezione di quelle provenienti dall’assunzione di prestiti e di quelle aventi specifica destinazione per legge; l’utilizzo dei proventi derivanti da alienazione dei beni patrimoniali disponibili. In presenza di disavanzo d’amministrazione nell’ultimo rendiconto deliberato ogni risorsa deve essere impiegata nell’operazione di risanamento, tant’è che la legge stabilisce il divieto assoluto di assumere impegni di spesa e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge (sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni già assunti nei precedenti esercizi) per cui ogni atto adottato in difformità dalla prescrizione è da ritenersi nullo. Solo dopo l’adozione del provvedimento di ripiano del disavanzo d’amministrazione il divieto viene meno.
LE MISURE DISPOSTE
L’adozione delle misure di riequilibrio è obbligatoria, e la commissione, sotto la supervisione e parere positivo del dottor Valentino Antonetti, sovraordinato dalla Prefettura di Salerno a tutela dei conti dell’Ente, ha già approvato e predisposto la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Palazzo Mayer è chiamato a ridurre le spese per il personale, attraverso l’eliminazione dei fondi per il finanziamento dei salari accessori. Entro tre anni dovrà ridurre di almeno il 10% la spesa per l’acquisto di beni e prestazioni servizi (ad esclusione di quelli essenziali, come illuminazione e raccolta rifiuti). Entro cinque anni dovrà ridurre di almeno un 25% per la spesa per i trasferimenti. Blocco dell’indebitamento, niente stipula di mutui quindi. Usciti dalla fase di dissesto economico, per gli scafatesi continuano i tempi di vacche magre. La cinghia è sempre più stretta.