Di Adriano Falanga
Il consiglio di ieri sera è servito solo a tastare gli umori per il successivo, fissato al 9 dicembre e avente come tema la decadenza del sindaco. Cosa accadrà? Se il Tar non si pronuncia entro questa data, saranno presentati due ordini del giorno, con molta probabilità. Il primo conseguenziale al consiglio del 17 novembre, e quindi la seconda fase del procedimento di decadenza mentre il secondo conseguenziale al consiglio “illegittimo” del 27 novembre e relativa all’atto finale, cioè alla dichiarazione di sindaco decaduto. A meno che il presidente Coppola non decida di escludere il secondo odg, ritenendolo non conforme richiamandosi alla nota prefettizia. Non basta, perché l’incognita è anche un’altra: ammesso che si discuta la dichiarazione di decadenza, ci saranno i numeri per l’immediata esecutività? Una delibera ordinaria ha bisogno di almeno dieci giorni per essere esecutiva (se non addirittura 15, quanto la durata di pubblicazione all’albo pretorio).
La norma è perentoria, occorre la maggioranza dei consiglieri, ergo: 13 voti. Aliberti non può votare, restano 15 consiglieri di maggioranza, che scendono a 12 senza Pasquale Coppola, Pasquale Vitiello, Stefano Cirillo. E non basterà neanche il supporto dalla minoranza di Michele Raviotta e Filippo Quartucci (già dichiaratisi favorevoli) se i tre dissidenti Pasquale De Quattro, Roberto Barchiesi e Alfonso Carotenuto continueranno ad assentarsi sul voto per la decadenza, come già accaduto. Nella riunione di maggioranza di lunedi sera il primo cittadino avrebbe chiesto “un ultimo sacrificio” ai tre, e se pare aver “recuperato” De Quattro, non avrebbero sciolto le riserve gli altri due. Occorre recuperarne un altro. Comincia così una lunga settimana di trattative, forse la più intensa che Pasquale Aliberti ha affrontato in questo suo secondo (mezzo) mandato.