Di Adriano Falanga
Addio terzo mandato per Pasquale Aliberti. Arriva la convocazione del consiglio comunale, o meglio, dei consigli. Pasquale Coppola, dopo un lunghissimo scambio epistolare con sindaco-segretaria comunale-maggioranza-opposizione ha deciso di convocare due sedute. La prima si terrà l’1 dicembre e riguarderà l’assestamento di bilancio. La scadenza è indicata dalla legge al 30 novembre ma siccome in quella data pare essere assenti diversi consiglieri comunali, Aliberti aveva indicato a Coppola di poterla fissare al 27 novembre. La materia però prevede, secondo lo Statuto comunale, almeno sette giorni di studio degli atti da parte dei consiglieri. Documenti depositati solo il 24 pomeriggio, da qui la decisione di riunirsi il giorno 1. Quanto alla decadenza, la seconda seduta è stata convocata al 9 dicembre, cioè il decimo e ultimo giorno utile che la normativa prevede. Coppola ha voluto applicare alla lettera quanto prescrive l’art.69 comma 4 del Tuel “Entro i 10 giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 2 (dieci giorni, ndr) il consiglio delibera definitivamente e, ove ritenga sussistente la causa di ineleggibilità o di incompatibilità, invita l’amministratore a rimuoverla o ad esprimere, se del caso, la opzione per la carica che intende conservare”. Da questo momento vengono concessi altri 10 giorni al sindaco per rimuovere il contenzioso, terminati i quali invano, viene dichiarato decaduto. Visti i tempi, appare subito lampante che Pasquale Aliberti vede sfumare il sogno di ricandidarsi per la terza volta.
Lo scontro tra la presidenza del consiglio e parte della maggioranza è stato incentrato tutto sull’intepretazione del comma 2. Secondo l’emendamento votato nella seduta consiliare del 17 novembre che di fatto ha aperto il procedimento, i dieci giorni utili per la convocazione avevano decorrenza dal momento in cui il primo cittadino avrebbe depositato le sue osservazioni. Questo è avvenuto il 19. Ora, la maggioranza, compreso l’ufficio Avvocatura, ha indicato entro il 29 il termine ultimo per ritornare in aula, mentre Coppola su forti pressioni anche della minoranza, ha inteso la data del 29 come l’ultimo dei dieci concessi dalla legge e quindi, a partire da questa data avrebbe avuto altri dieci giorni per convocare l’assise. Cosa che ha fatto, fissando appunto la data al 9 dicembre. Sono stati giorni intensi, scanditi da un via vai di missive e protocolli per affrettare i termini, ma il presidente del consiglio è stato irremovibile, arrivando anche a minacciare querela per le forti e pressanti ingerenze nel suo operato. Dopo Fratelli D’Italia, ieri mattina anche il gruppo del Partito Democratico aveva protocollato una missiva all’indirizzo del presidente del consiglio comunale. “Innanzitutto manifestiamo apprezzamento per l’equilibrio dimostrato nella conduzione dei lavori del civico consesso in questa delicata fase della vita amministrativa della nostra città – scrivono Marco Cucurachi, Michele Grimaldi, Michelangelo Ambrunzo e Nicola Pesce – ci corre l’obbligo di segnalare la necessità, ai fini della regolare e trasparente definizione dell’ avviata procedura di declaratoria della decadenza del Sindaco, di attenersi scrupolosamente ed esclusivamente a quanto previsto dall’ art. 69 del Testo Unico degli Enti Locali che disciplina, nel dettaglio, senza alcuna possibilità di deroga e/o emendamento, la procedura prevista per la contestazione e la dichiarazione di decadenza da parte del Consiglio Comunale. Le ricordiamo, infatti, che i termini previsti nella suddetta norma speciale non sono modificabili – tantomeno da ininfluenti e strumentali iniziative consiliari – in quanto dettati a tutela dell’interesse pubblico generale e non a protezione di convenienze ed interessi particolari di molto dubbia legittimità”.
Categorico anche Mario Santocchio: “se il Sindaco ha intenzione di aggirate l’art. 51 del Tuel ha una sola strada: portare tredici consiglieri comunali dal Notaio facendoli rassegnare le dimissioni, evitando questi conflitti che non fanno bene alla città”. Prevista intanto per questa sera una riunione della maggioranza. Aliberti probabilmente illustrerà ai suoi consiglieri l’eventuale nuova linea d’azione da seguire, a meno che, cosa molto improbabile, non decida di ricorrere davvero alla sfiducia. In tal caso, occorre convincere la sua squadra a dimettersi, e non tutti sembrano essere d’accordo.