Di Adriano Falanga
Contributi alle parrocchie, festa patronale, patrocini alle associazioni: l’amministrazione ci dà un taglio. E’ dalle spese considerate “superflue” che l’ufficio Finanziario di Palazzo Mayer, guidato dal ragioniere capo Giacomo Cacchione, decide di partire per il risanamento del bilancio. Il dirigente finanziario è stato presente alla riunione di maggioranza di lunedì sera, provando a spiegare ai consiglieri alibertiani il motivo per cui si è entrati in pre dissesto e le soluzioni possibili per uscire da questo stato, che rappresenta l’anticamera del dissesto, seppur ancora reversibile. Occorre tagliare i costi, e siccome a Scafati ridurre il personale è molto difficile (l’ente è in sottorganico) l’attenzione si sposta sulle uscite considerate non necessarie. Tagli ai contributi alle associazioni, alle feste di quartiere, alle manifestazioni non istituzionali. Questo però non basta, i consiglieri di maggioranza prima di votare il rendiconto 2015, in deficit strutturale, vogliono da Cacchione un preciso piano di risanamento, per capire la concreta possibilità di uscire fuori dalla crisi economica che attanaglia l’Ente. Votare a scatola chiusa significa rispondere in prima persona di un probabile crack del Comune di Scafati. Una situazione molto difficile, e i tagli alla spese “superflue” non bastano. Del resto, la causa principale che ha determinato il pre dissesto non sono le uscite esagerate, ma le entrate incerte. Il comune di Scafati, come attestano i revisori contabili, sulla scia di quanto già dichiarato anche dagli ispettori del Mef, ha difficoltà a riscuotere i crediti. Tasse e tributi in primis. Il collegio dei Revisori nel parere al rendiconto ha pure evidenziato la “lentezza” della Geset nel riscuotere le imposte. I mancati incassi portano all’anticipazione di cassa, o meglio all’indebitamento dell’ente, che pure deve trovare le coperture per far fronte ai servizi essenziali. I tagli al personale non sono possibili, però c’è chi suggerisce anche il taglio alle consulenze, agli incarichi esterni, e a quei settori in posizione organizzativa che forse costano più di quanto producono. L’area Pip ad esempio, o la Scafati Solidale. Un taglio potrebbe arrivare anche dal settore Avvocatura, che pure è arrivato a superare il milione di euro in Bilancio. Altre voci risultano difficili da individuare, il Comune ha già difficoltà a pagare gli straordinari ai suoi dipendenti, in particolare alla Polizia Municipale. Viene da chiedersi anche come si riuscirà a far fronte alle spese di manutenzione del verde pubblico, tra cui la Villa Comunale, e per le tante infrastrutture esistenti sul territorio, come la pista ciclabile, la fontana/rotonda di via Nazionale e le diverse piazze dislocate sul territorio, molte delle quali di recente costruzione. Una voce in capitolo bilancio su cui si potrebbe tagliare è sugli affitti passivi: Palazzo Mayer paga un centinaio di migliaio di euro l’anno per immobili a servizio della mensa Caritas, del centro anziani Bagni, del centro per l’impiego (che pure dovrebbe essere a carico della Provincia). Questi servizi potrebbero essere ospitati in locali di proprietà comunale, quali quelli della ex Manifattura Tabacchi. Spetterà a Giacomo Cacchione, ragioniere capo, individuare i costi da smussare, mentre alla Geset il compito di intensificare le riscossioni. Tutto questo, evitando di ritoccare al rialzo le già salite tariffe Tari, e le aliquote Imu e Tasi. Infine, attenzione particolare a quelle società partecipate che incidono non poco sulle casse comunali, la Scafati Sviluppo in primis, che presenta tre bilanci consecutivi negativi. La società è nata con il solo scopo di portare a termine il progetto di reindustrializzazione Ex Copmes. La sua sopravvivenza è legata esclusivamente al raggiungimento dell’obiettivo, in quanto altri progetti da realizzare non esistono. E’ chiaro che un fallimento della Ex Copmes andrebbe a ripercuotersi interamente sulle casse comunali.