Di Adriano Falanga
Ombre sulla nomina del professor Filippo Maraniello quale vice presidente della partecipata Acse. A neanche 24 ore dalla sua nomina, voluta dalla commissione straordinaria e di concerto con l’antimafia salernitana. Professionista dalle indubbie capacità e competenze, Maraniello avrebbe sulle spalle una indagine per corruzione. A scoprirlo e denunciarlo gli attivisti cinque stelle di Scafati in Movimento. <<La nomina del professore Filippo Maraniello nel cda Acse ci sembra quantomeno inopportuna. Abbiamo appreso che il suo nome compare in una inchiesta giudiziaria che vede coinvolti clan camorristici e appalti. La vicenda giudiziaria risale al 2016 e riguarda l’appalto delle pulizie all’ospedale Santobono e le mira del clan Lo Russo – scrivono in una nota i grillini – Ci risulta che per il professore Filippo Maraniello in questa indagine era stato chiesto l’arresto per corruzione, misura restrittiva poi respinta>>. Non è una ricerca o addebito di eventuali responsabilità, non una questione di merito, ma di opportunità. <<Un Comune sciolto per infiltrazione camorristica dovrebbe avere ben altri criteri di scelta nelle figure che lo amministrano, siamo garantisti, speriamo che il professore Maraniello dimostri la sua estraneità ai fatti contestati – chiariscono ancora gli attivisti – ma Scafati ha bisogno di figure che la guidino al di sopra di ogni dubbio, che non abbiano alcuna macchia o sentore di illegalità, i cittadini devono riavere fiducia nelle Istituzioni che li rappresentano e questo non è il percorso ideale>>. Napoletano classe 1949, il dottor Maraniello è Docente universitario di discipline economico finanziarie, ha insegnato presso la Luiss di Roma e la Federico II di Napoli. Il suo curriculum vanta una lunga esperienza come revisore contabile e componente di cda e collegi sindacali di numerose aziende private. Le indagini in cui risulta essere coinvolto sono condotte dalla Procura di Napoli e coordinate dai pm Henry John Woodcock e Enrica Parascandolo con il procuratore aggiunto Filippo Beatrice. Appare senza dubbio strano che i commissari Basilicata, De Angelis e Polito, revocando il cda in carica con la motivazione “ripristino legalità” decidano di nominare un super esperto a sua volta finito in una indagine per corruzione. Non è certamente una questione di responsabilità, del resto anche i revocati componenti Mascolo, Casciello e Starace sono fuori da ogni indagine o sospetto. E’ però una questione di opportunità, la stessa che ha comportato la loro revoca. Ma la polemica non si ferma al solo Maraniello. Come già anticipato dal nostro quotidiano, il nuovo cda cozza con le prescrizioni della legge Madia, che garantisce la rappresentanza di genere, la cosiddetta “quota rosa”. Anche in questo caso appare curioso che la triade commissariale non ne abbia tenuto conto, nominando tre componenti di sesso maschile. <<Dispiace dover verificare proprio oggi, nella ricorrenza della festa delle donne, che il cda nominato ieri non rispetti la legge sulle quote rosa, ancora più grave è che a commettere questo errore sia una triade commissariale inviata a Scafati per il ripristino della legalità – incalzano da Scafati in Movimento – Chiediamo al più presto che si ripari a questo clamoroso errore. E’ inaccettabile, soprattutto da chi come noi ha portato avanti una grande battaglia sul mancato rispetto delle quote rosa da parte del Sindaco Aliberti nella giunta comunale>>. Molto probabilmente già questa mattina la triade commissariale provvederà a rimediare all’errore, convocando una nuova assemblea soci Acse e sostituendo il dottor Maraniello con una quota rosa.