SCAFATI. “Via vai” di forze dell’ordine al Comune, o meglio nel comando di polizia municipale di via Melchiade. La Guardia di Finanza ed anche l’Antimafia hanno fatto visita ai vigili urbani. Gli inquirenti avrebbero acquisito atti per ben tre giorni. Bocche cucite al comando della polizia municipale relativamente a questo blitz delle fiamme gialle e dell’antimafia. Tre i giorni necessari alle forze dell’ordine provenienti da Salerno e Scafati per acquisire una cospicua documentazione presente nelle stanze del comando dei caschi bianchi. Da lunedì a mercoledì gli inquirenti avrebbero fotocopiato gli atti da vagliare e necessari alle indagini che vedono coinvolto, anche se indirettamente , il comando di polizia locale.
Vige il massimo riserbo sulla copiosa documentazione acquisita dalle forze dell’ordine che si sono rinchiusi per giorni “in pieno segreto” nella stanza del comandante. Da una parte ci sono ancora i controlli sui progetti obiettivo. Poi però, trapela solo che sarebbero attenzionate alcune procedure per l’acquisto di materiali in dotazione al comando e sembra anche sulle determine che rinnovano il servizio di vigilanza per alcuni locali comunali sul territorio. La vigilanza degli edifici pubblici fu assegnata, attraverso un bando pubblico vinto da una azienda locale. La convenzione è scaduta da un paio di anni e da allora si va avanti a colpi di rinnovi temporanei di cui è beneficiaria sempre la stessa azienda specializzata in sicurezza.
Continua dunque senza sosta il lavoro di indagine degli uomini della Finanza e della Procura per due filoni differenti. Oltre ad acquisire atti, l’attività degli inquirenti sta continuando con interrogatori ad imprenditori e persone informate sui fatti. Sembra che il blitz delle fiamme gialle e dell’antimafia sia scattato dopo una serie di segnalazioni alcune delle quali anche anonime. Il tempo di effettuare le opportune verifiche ed è scattata l’operazione , di cui per il momento nessuno parla.
Intanto , ancora una volta, il nome della città di Scafati viene accostato a casi scottanti. Tutto è iniziato quando lo scorso settembre, all’alba, erano state eseguite delle perquisizioni a casa del sindaco Pasquale Aliberti, di sua moglie, il consigliere regionale Monica Paolino, del fratello del primo cittadino Nello Aliberti, dello staffista comunale Giovanni Cozzolino e della segretaria Immacolata Di Saia. Ma, le inchieste, oramai seguono la città da anni. Quello che sarebbe quasi certo è che l’attività investigativa si sarebbe concentrata su alcuni filoni principali : la procedura di riqualificazione dell’ex Compes, la costruzione (ormai naufragata) del Polo Scolastico, gli incarichi e gli affidamenti diretti. Il 18 settembre la Direzione Investigativa Antimafia, guidata dal pm del Tribunale di Salerno Montemurro, notificó ai cinque interessati gli avvisi di garanzia per reati che andavano, a vario titolo, dall’associazione a delinquere di stampo camorristico, voto di scambio elettorale politico mafioso , concussione e abuso d’ufficio, ipotesi di reati perpetrati negli anni compresi tra il 2010 e il 2015. Un’altra inchiesta giudiziaria, questa volta in capo alla procura nocerina, per cui a breve si potrebbero avere degli sviluppi, è legata invece alla riqualificazione industriale dell’ex Compes .
Gennaro Avagnano