Scafati/Santa Maria La Carità. Quattro indagati dalla procura di Nocera Inferiore (pubblico ministero Gianluca Caputo) per la morte dell’operaio Vincenzo Di Palma avvenuta giovedì mattina in via Velleca a Scafati mentre stava costruendo un muro di contenimento. Sotto inchiesta, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso, i titolari della villetta dove l’operaio di Santa Maria La Carità stava svolgendo le sue mansioni e dove un blocco di cemento, che lui stesso aveva da poco sistemato, l’ha centrato in pieno al capo non lasciandogli scampo. Sicurezza e cantiere abusivo tra le contestazioni mosse dalla procura nocerina nei confronti dei quattro proprietari dell’immobile. La salma è sotto sequestro e tra oggi (probabilmente) e lunedì il sostituto procuratore dovrebbe conferire incarico al medico legale per l’autopsia che sarà effettuata nella camera mortuaria dell’Umberto I di Nocera Inferiore dove lo sfortunato Vincenzo Di Palma è stato trasferito dopo il decesso. Un’inchiesta nata per prassi ma che ora, con l’avviso di garanzia notificato ai comproprietari dell’immobile, è mirata a fare emergere responsabilità della tragedia. Secondo una prima ricostruzione, l’operaio stava realizzando un muro di contenimento al piano interrato della villetta quando lo stesso muro ha improvvisamente ceduto travolgendolo in pieno. Il 68enne è rimasto schiacciato dal blocco di cemento che aveva appena sistemato e che non ha retto il peso del terreno. Un muro che avrebbe dovuto consentire di ricavare un’intercapedine tra la parete del piano interrato e l’esterno. Vincenzo Di Palma, giovedì mattina, aveva iniziato a lavorare presto. Poco prima delle 10 la tragedia. Il muro di contenimento ha ceduto sotto il peso del terreno ed è crollato improvvisamente travolgendo in pieno il 68enne. I soccorsi sono stati tempestivi. E quando in via Velleca è giunta l’ambulanza del 118 l’operaio (in pensione) era agonizzante. Il suo cuore avrebbe smesso di battere nel giro di pochi attimi dall’arrivo dei soccorsi. I carabinieri hanno sottoposto a sequestro il cantiere, che dalle successive verifiche sarebbe risultato abusivo. Da valutare se la committente dei lavori avesse richiesto il titolo autorizzativo per edificare il muro di contenimento che l’operaio di Santa Maria la Carità stava realizzando. La donna, unitamente ad altri familiari sono ritenuti datori di lavoro dell’operaio 68enne il quale proprio con la donna avrebbe concordato la costruzione del muro e quindi individuati a quali responsabili sia del cantiere in cui Di Palma stava lavorando sia delle misure di sicurezza che avrebbe dovuto garantire per lo svolgimento dei lavori. Intanto i sindacati continuano a ribadire quanto sia urgente e necessario rafforzare le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro e “promuovere una cultura che metta al primo posto la vita dei lavoratori”.
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