Scafati. 15mila euro per l’indennità, accuse ad Aliberti - Le Cronache Attualità
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Scafati. 15mila euro per l’indennità, accuse ad Aliberti

Scafati. 15mila euro per l’indennità, accuse ad Aliberti

di Mario Rinaldi

Monta la protesta a Scafati per l’emanazione di una determina recante l’impegno di spesa di quasi 15mila euro a favore del sindaco Pasquale Aliberti. A scatenarla è il gruppo di opposizione, in particolare con gli interventi di Michele Grimaldi del PD e di Francesco Carotenuto di “Scafati Arancione”. Il consigliere Grimaldi, in una nota molto articolata ha cercato di spiegare l’accaduto, ponendo anche numerosi interrogativi. “Venerdì scorso – racconta il consigliere dem – all’albo pretorio del Comune è apparsa una determina di impegno per quasi 15mila euro a favore dell’attuale sindaco di Scafati, avente come oggetto il pagamento della cosiddetta indennità di fine mandato che spetta agli amministratori locali quando cessano dalla carica. E questo pone una serie di quesiti gravissimi sul livello di trasparenza e di correttezza di alcuni settori apicali della macchina comunale e del primo cittadino”. Il primo quesito, di natura morale, che Grimaldi ha posto è il seguente: “E’ giusto, normale, morale appunto, che in un Comune in pre-dissesto, dove solo pochi giorni fa l’assessore al bilancio affermava che non si può attuare il regolamento Tari e concedere sgravi alla famiglie più povere e a quelle con portatori di disabilità gravi al proprio interno, si liquidi una somma così importante – relativa a 10 anni orsono – al sindaco attuale?”. Poi un quesito di natura amministrativa: “Solo in data 26 luglio il responsabile dell’area affari generali del Comune, rispondendo ad una nostra interrogazione, sosteneva che non era stata avviata alcuna procedura per la liquidazione dell’indennità di fine mandato afferente l’annualità 2016. Poi, come d’incanto, un mese dopo, questa procedura si avvia e si conclude, a firma proprio dello stesso responsabile degli affari generali. Ma c’è di più. Il dirigente del Comune scrive nella determina di impegno che negli anni passati il Ragioniere Capo aveva erroneamente disposto la cancellazione della liquidazione. Ma non spiega né il come né il perché di questo presunto errore”. Poi, il consigliere dem, in maniera dettagliata ha spiegato una serie di passaggi riguardanti un decreto ingiuntivo presentato dal sindaco e poi ritirato al momento della sua candidatura, con l’ulteriore passaggio dell’emanazione della determina che prevede la liquidazione dell’indennità. Più morbido, invece, il commento di Carotenuto, che ha dichiarato: “In un momento di grande difficoltà con un piano di riequilibrio ancora in atto, la necessità del sindaco di Scafati di liquidarsi le indennità di fine mandato delle consiliature passate, tra cui quella che ha portato allo scioglimento, la vedo una cosa assolutamente fuori luogo. Ma anche questo è il modo di intendere la politica e le priorità. Anche queste sono differenze tra chi amministra e chi ha una visione diametralmente opposta, anche rispetto ad un argomento che per quanto sia legittimo, lo ritengo moralmente ed eticamente fuori luogo visto quello che vivono i nostri concittadini tra tasse alle stelle e disservizi diffusi”. Non tarda però a giungere la replica del primo cittadino. “Ho subito atteggiamenti di una violenza politica senza confini – il commento di Aliberti – non si è mai visto in Italia in nessuno degli 8000 comuni che non si paghi l’indennità ad un sindaco semplicemente perché, l’indennità la riscuotevo anche con 18 mesi di arretrati. Conservo le lettere dell’allora Ragioniere Cacchione che dopo avermi liquidato una parte delle indennità, mi scriveva che avrebbe liquidato i soldi dovuti come indennità e come fine mandato appena avrebbero avuto la liquidità. Invece, su indicazione della Dottoressa Farro, fu dato indicazione che non avrei dovuto riscuotere né le indennità dovute e mai riscosse perché davo sempre la priorità ad altre attività del Comune e neppure il trattamento di fine mandato con la motivazione che avevo un debito nei confronti della Corte dei Conti. Lo stesso che avevano anche il sindaco di allora, il presidente del consiglio comunale di allora ed altri componenti di quell’amministrazione. Le indennità furono liquidate a tutti tranne al sottoscritto che avviò una causa nei confronti del Comune ed in particolare nei confronti dell’amministrazione Salvati – Santocchio”. E ancora: “Tutti sapevano che le trattenute erano illegittime ed eliminando il contenzioso il Comune ha risparmiato gli interessi e le spese legali. Qual era il motivo per il quale ad altri consiglieri comunali, compreso tanti ciucci che parlano, le somme furono liquidate tranne che al sottoscritto? Addirittura compensate con i soldi che dovevano alla Corte dei Conti. Quando ho visto queste carte da sindaco ho rabbrividito. Chiesi in modo informale all’avvocato Marciano che si opponeva contro il sottoscritto a favore dell’amministrazione del perché, mi fu risposto: ordini dall’alto da parte della politica, io facevo l’avvocato del Comune ho soltanto eseguito. Non ho mai parlato, sono stato in silenzio nonostante per 10 anni non abbia riscosso l’indennità che mi spettava e che all’epoca non riscuotevo perché avevamo problemi di liquidità. A differenza degli amministratori che sono venuti dopo che l’indennità, giustamente, se la facevano pagare mese per mese. Questione di stile”. Questo il commento del sindaco.

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