Sarno. Agguato al figlio del boss Serino - Le Cronache Provincia
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Sarno. Agguato al figlio del boss Serino

Sarno. Agguato al figlio del boss Serino

Sarno. Stava passeggiando a piedi in strada nella centrale via Piave a Sarno, quando davanti a un noto bar è stato colpito alla gamba (di striscio) da un colpo di pistola di piccolo calibro partito da un’auto n corsa. Giallo sul ferimento di Gianluigi Serino, figlio del boss Aniello detto ‘o Pope e ritenuto reggente della cosca sarnese, avvenuto nella tarda serata di martedì. Indagano gli agenti della Polizia di Stato del locale commissariato dopo i primi rilievi effettuato dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore con il supporto dei militari della Stazione di Sarno tutti agli ordini del colonnello Gianfranco Albanese. Diverse le piste seguite dagli inquirenti: da una vicenda di natura personale per finire ad attività illecite legati anche ai trascorsi della famiglia di appartenenza di cui lui sarebbe il riferimento. Saranno le indagini, attraverso testimonianze e videosorveglianza, a individuare i responsabili dell’agguato. Serino stava percorrendo via Piave quando è stato attinto da un proiettile, davanti ad alcune persone. Si è accasciato a terra e lui stesso con il cellulare in suo possesso ha allertato i soccorsi. E’ arrivato in ospedale dove è stato medicato e poi dimesso con una diagnosi di pochi giorni essendo stato colpito solo di striscio anche grazie alla prontezza di riflesso che ha avuto quando si è avvicinato a lui un’auto con a bordo un uomo che dal finestrino ha esploso due/tre colpi di pistola, di cui uno l’ha preso di striscio. I primi rilievi sono stati effettuati dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore. Successivamente l’indagine è stata delegata agli agenti della Polizia di Stato del locale commissariato e alla Procura Antimafia di Salerno. A Matteo Serino, in carcere per omicidio, sarebbe subentrato proprio il fratello Gianluigi che, per l’Antimafia, durante la detenzione del padre e del fratello più grande, sarebbe divenuto il reggente della consorteria. Gianluigi Serino inoltre anni fa era riuscito ad infiltrarsi nell’amministrazione comunale tentando di condizionarla, e nel mondo dell’imprenditoria. Il tutto era venuto a galla a seguito di una indagine del Ros dei Carabinieri di Salerno cominciata nel 2013. Di recente Il suo nome era emerso in una vicenda di sequestro passata in Cassazione l’anno scorso insieme alla madre Venere Sica e al fratello Matteo. Secondo i giudici ermellini il clan negli anni, “ha operato mantenendo intatta la propria presenza sul territorio di riferimento, provvedendo a sostituire il detenuto Aniello, con il figlio Matteo prima ed anche con il figlio Gianluigi”. Il clan secondo la magistratura per oltre vent’anni è stato molto influente nella città di Sarno, e per molti anni, prima di stipulare un patto di non belligeranza, ai Serino (affiliati alla Nuova Famiglia) si era contrapposta l’altra consorteria camorristica sarnese, quella facente capo alla famiglia Parlato e al suo capostipite Luigi (affiliata alla Nuova Camorra Organizzata) e oggi non più in attività. Nel corso degli anni, i due clan hanno però avuto altri contrasti per la gestione del territorio e del business delle macchinette video poker nei pubblici esercizi.