Una città intera in processione, per celebrare il suo Santo Patrono, San Matteo. Non è solo un evento religioso, ma un vero e proprio rito collettivo che affonda le sue radici nella storia e nell’identità di un popolo. La processione di quest’anno, complice anche una splendida giornata di sole che ha reso la domenica ancora più festiva, ha visto una partecipazione massiccia, un fiume di persone che ha invaso le strade del centro storico, mescolando fede, devozione e una passione quasi viscerale per la propria città, i suoi simboli e le sue squadre del cuore. È il suono delle campane del Duomo a dare il via, con il rintocco solenne che precede l’uscita delle “paranze”. Un momento che segna l’inizio di un lungo percorso di fede e fatica. La prima a uscire è la statua di San Gaio, seguita da quella di San Fortunato e poi da quella di Sant’Ante. Dalla porta di bronzo della cattedrale, si affaccia poi la statua di San Gregorio VII, preceduta dalla sua paranza, e a seguire, quella di San Giuseppe. Ma l’apice dell’emozione si raggiunge con l’uscita della statua di San Matteo, Patrono della città. Un allestimento floreale imponente, nei colori giallo, rosso e blu. Questa statua, la più grande, sostenuta da ben sei assi di legno, ha richiesto la forza di una paranza ancora più numerosa, i cui portatori hanno affrontato la sfida con un impegno che non è solo fisico, ma soprattutto spirituale. L’intero corteo si è mosso tra le vie del centro, accompagnato da una preghiera che i portatori recitano prima della partenza, un rito che rinsalda il legame tra passato e presente. “Venerati ed amatissimi nostri patroni, San Matteo, San Giuseppe, San Gregorio VII, Santi Martiri Salernitani, Gaio, Ante e Fortunato. Noi portatori siamo qui per offrirvi il servizio della nostra fede e delle nostre forze. I nostri padri ci hanno insegnato che portarvi sulle nostre spalle è un onore e un impegno”. In queste parole risuona l’eco di una tradizione che si tramanda di padre in figlio, un onore che si fa impegno, un servizio che è espressione di fede. La preghiera prosegue con un’offerta di sudore e fatica, non solo dei portatori, ma di tutti i salernitani: “Con il nostro sudore, amati patroni, vi offriamo il sudore dei padri, delle madri, dei giovani, dei migranti e di chi non ha niente”. Un’immagine potente che allarga l’abbraccio della processione a tutti, a chi è stanco, a chi soffre, a chi non ha nulla. Nel corso della processione, a fare da sottofondo alle preghiere e ai canti, c’è stata una costante che ha tenuto banco tra i portatori: il risultato della partita tra Giugliano e Salernitana. La passione sportiva, lungi dall’essere un elemento di distrazione, è diventata un modo per combattere il forte caldo e la fatica. Un aneddoto che rivela l’anima di una città che vive le sue tradizioni a 360 gradi, dove il sacro si mescola al profano, dove la fede si sposa con la passione sportiva, creando un’atmosfera unica e vibrante che si è riproposta durante tutto l’incontro, fino al fischio finale, quando un sospiro di sollievo e un accenno di applauso hanno accompagnato il passaggio della statua di San Matteo nell’area delle ex Poste Centrali per celebrare la quinta vittoria consecutiva dei granata, in coincidenza con i festeggiamenti per il Santo Patrono. Uno dei momenti più toccanti della giornata si è vissuto a Largo Campo, “il battito del cuore di Salerno”, come lo ha definito Don Felice Moliterno, intervistato da Telecolore. Qui, in occasione del passaggio della statua di San Matteo, è andata in scena una coreografia “quasi da stadio”. Un’immagine stilizzata del Santo che abbraccia Salerno e i suoi simboli, seguita da una pioggia di palloncini e coriandoli nei colori della città. Il tema di quest’anno, ha spiegato Don Felice, è legato all’infanzia, un invito a “tradere” le nuove generazioni, a guidare e tramandare loro il senso più profondo di queste tradizioni. “Direi che è molto bello vedere anche tanti bambini partecipare attivamente alla processione, come Azione cattolica e scout, dando un’immagine viva della Chiesa”, ha sottolineato il sacerdote. La processione, con le sue soste e i suoi rallentamenti, è stata un’occasione di preghiera e riflessione. Durante la benedizione di monsignor Bellandi, si è elevata la preghiera a Dio per intercessione di San Matteo, affinché “da pubblicano lo hai costituito apostolo, sostienici con il suo esempio e la sua intercessione, perché seguendo te possiamo aderire fermamente alla tua parola”. Ma è stato il “saluto al mare” di monsignor Bellandi a dare un tocco di profonda attualità e drammaticità a questa celebrazione. Con il Mar Mediterraneo sullo sfondo, il vescovo ha rivolto una preghiera speciale per le vittime della guerra nella Striscia di Gaza: “E in questo luogo che si affaccia sul mare vogliamo pregare per tante persone che si affacciano sempre sul mediterraneo a Gaza, che vengono ignominiosamente, disumanamente annientate. Preghiamo, perché Iddio possa convertire i cuori dei violenti e far sì che quel territorio nato per essere un segno di pace e di unità dei popoli possa tornare ad esserlo, anche con la nostra preghiera e col sacrificio di tanti cristiani che vivono in quel territorio. Lo chiediamo per intercessione di San Matteo”. Infine, un’altra preghiera, quella che i portatori hanno rivolto prima del saluto al mare, ha sottolineato il legame indissolubile tra Salerno e il mare, tra la fede e il lavoro: “Signore Gesù, tu hai chiamato accanto a te dei pescatori, affidato loro la missione di far conoscere al mondo la tua parola… Ti ringraziamo per averci donato quale santo patrono San Matteo, apostolo ed evangelista… Ti preghiamo per la sua intercessione, di proteggere e confortare le nostre vite di pescatori, di marinai e di quanti lavoriamo sul mare”. Un inno alla fatica quotidiana, alla speranza e alla fiducia in un futuro di bene, che possa portare tutti, al termine di questo pellegrinaggio terreno, al “porto sicuro” dell’amore e della misericordia di Dio. La processione, una delle più lunghe degli ultimi tempi, si è conclusa alle ore 22 circa dopo la consueta corsa sulle scale del Duomo. A seguire, il maestoso spettacolo pirotecnico che anche quest’anno ha regalato a tutti un colpo d’occhio di assoluto rilievo.





