di Olga Chieffi
“Ma neanche le bande suoneranno durante la processione? E i poveri portatori come faranno ad ultimare la loro fatica?” E’ stato questo il pensiero un po’ di tutti i salernitani all’annuncio che due simboli della Festa del Santo Patrono fossero in bilico, la musica delle bande e i fuochi pirotecnici, per rosso fisso delle casse comunali. Achille Campanile, in uno dei suoi “Scritti Stravaganti”, consigliava alle amministrazioni comunali, di eliminare i filobus e di far sfilare per le strade cittadine le bande: seguendo una banda o una fanfara si può arrivare dove si vuole, senza fatica. Immaginiamo sia così anche per i portatori delle sei statue che attraversano le vie del centro storico di Salerno, in occasione della solenne processione del 21 settembre, i quali sono seguiti in genere da ben quattro bande. Quest’anno poi affrontare un giro di tre ore mezza senza suoni, solo con la cantillatio delle preghiere, sarebbe stato un percorso arduo per tutti. Ne è consapevole Don Michele Pecoraro, che solo a pochi giorni dall’attesissimo evento che riconsegna alla città i suoi santi, dopo l’era covid, ed essendo anche lui un musicista è riuscito a raccogliere una somma per l’ingaggio di tre bande ovvero il Concerto Bandistico Città di Pellezzano, agli ordini di Giuseppe Genovese, la banda musicale “Città di Vietri sul Mare” guidata da Aniello Ronca e la superband allestita da Rosario Barbarulo, lo Storico Gran Concerto bandistico “Città di Salerno”, che è solita portare in paranza proprio il gabelliere, impreziosendo anche il solenne pontificale, dal rullo di tamburo che darà il via alla grande corsa sullo scalone del Duomo agli ottoni durante la messa. Una formazione quest’ ultima che conta tutti gli strumenti e le competenze per eseguire “seriamente” le marce sinfoniche della grande tradizione, ma che nonostante, ci sia la volontà di venire incontro a Don Michele, anche perché ci si vuole essere, lo vuole la tradizione, è la processione di San Matteo, non potrà schierare il “bandone” al gran completo, per l’esiguità del compenso. Se qualcosa si muoverà come crediamo e speriamo, ci sarà la possibilità di restituire alla città, non solo la formazione ufficiale, ma quel “servizio di piazza” che manca da un ventennio e che fu proprio il “Città di Salerno” ad offrire in piazza Amendola, diretta da Vincenzo Cammarano, con diversi maestri che oggi ci hanno lasciato e che hanno scritto pagine della storia musicale della nostra città. Non si può lesinare sulle arti, con gare, appalti, al ribasso, è una linea in uso da qualche anno, che pone tanti interrogativi. Dai service ai fotografi, dai grafici agli allestimenti, dalle bande ai fuochi, dalle figure tecniche alla comunicazione, non poche volte si riescono a mortificare l’idea, il programma, l’immagine di un evento legata ad un’espressione artistica. L’evento artistico non può essere considerato parimenti all’appalto di un cantiere o dei banchi di un mercato, è altro: è un impegno che va rispettato, che è quantificabile fino a due terzi, la conclusione è racchiusa nella creatività, nel tempo senza limiti, nella ricerca senza fine, nell’espressione di chi lo crea, nell’eterno ri-cominciare un romanzo, che si fa musica, danza, arti visive, poesia, teatro e che non ha maschere e veli.