SALVAMILANO E SALVASALERNO - Le Cronache Salerno
Salerno

SALVAMILANO E SALVASALERNO

SALVAMILANO E SALVASALERNO

Alberto Cuomo

 

La procura della Repubblica presso il tribunale di Milano ha rilevato reati nella conduzione dell’urbanistica da parte dell’amministrazione comunale e degli organi tecnici della città. Probabilmente è l’intero reparto, urbanistica/lavori pubblici, a ricorrere ad atteggiamenti al limite della legalità se, oltre ai tecnici ed ai politici comunali, sono finiti sotto la mannaia della giustizia anche professionisti esterni, membri di commissioni di concorsi per la progettazione di servizi, e tra essi gli architetti Cino Zucchi e Stefano Boeri, quest’ultimo lo stesso che ha progettato il masterplan della costa sud della nostra provincia sotto la supervisione dell’ex presidente, Franco Alfieri. L’inchiesta della procura milanese, ha costretto alle dimissioni l’assessore alla casa, Guido Bardelli, ed ha prodotto anche alcuni arresti tra cui quello dell’ex vice presidente della commissione paesaggio, ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune e consulente dei costruttori di Assimpredil Ance (anche questa indagata) Giovanni Oggioni, due dirigenti comunali, Andrea Viarioli e Carla Barone, e il progettista Marco Cerri. L’ipotesi accusatoria riguarda i reati di lottizzazione abusiva, corruzione, frode processuale, falso, comprendendo a vario titolo il beneplacito per costruzioni ex novo fatte passare per ristrutturazioni, e per edifici realizzati all’interno di cortili o con funzioni di “interesse pubblico” (come studentati) forzate per ottenere bonus volumetrici tali da determinare sotto-valorizzazione degli oneri edificatori e, quindi, degli incassi per il Comune. L’ipocrisia della sinistra, tra le Regioni rosse e, ora, il comune di Milano, si manifesta nel moralismo con cui ha sempre giudicato gli altri partiti trasgressivi verso le leggi, urbanistiche nel nostro caso, che il proprio moralismo introduce per poi aggirarle con modi presunti legittimi. Così ad esempio nel 1968, il Pci accolse con favore l’introduzione, con decreto 1444, degli standards urbanistici, ovvero la possibilità di costruire volumi residenziali solo in presenza di un determinato uso del suolo con servizi. La stessa sinistra che, appena approvato il decreto, dal 1971, mediante legislazioni regionali ha introdotto modi legittimi per poter far costruire nuovi volumi residenziali senza servizi di quartiere, da trasferire altrove mediante la cosiddetta monetizzazione degli standards. Una logica, quella della sinistra di gridare “al ladro al ladro” per invocare leggi contro il ladro e poi invocarne altre a favore dei propri latrocini resi legittimi. Qualcosa del genere è accaduto a Milano dove Oggioni rivendicava il ruolo di legislatore occulto, ovvero di interprete autentico della legislazione urbanistica da correggere, da parte del governo, secondo le sue interpretazioni, con un decreto “Salva Milano” affidato al ministro Foti, al leader di “Noi moderati” Maurizio Lupi ed al sottosegretario leghista a Palazzo Chigi, Alessandro Morelli. Invero erano 30 anni che a Milano si costruiva in barba alla Legislazione urbanistica, facendo passare per ristrutturazioni o rigenerazione urbana la costruzione di edifici ex novo che, invece di essere oggetto di Piano Particolareggiato con necessità di “Permesso di costruire”, e quindi con verifica delle quantità di servizi al contorno, venivano consentiti mediante la semplice presentazione di una “Scia”, acronimo di “Segnalazione certificata di inizio attività”. Tale Scia è una segnalazione certificata dal progettista il quale, inviando il progetto allo Sportello Unico per l’Edilizia del Comune, afferma che i lavori edilizi da realizzare rientrano in quelli stabiliti dell’art.49 della legge 122/2010, una legge economica che vuole facilitare la produttività eliminando pastoie burocratiche e che, in campo edilizio, sembra porre un freno con il rispetto dei caratteri ambientali e paesaggistici. Oltretutto, trasmessa la Scia, il Comune può controllare se quanto certificato rientra nei canoni previsti dalla legge e, in caso negativo, bloccare i lavori. A Salerno il Puc firmato Bohigas ha introdotto misure offerte ad una discrezionalità dell’amministrazione comunale che oltretutto può coinvolgere i privati nella pianificazione pubblica. La misura principale riguarda la “perequazione” prevista dalla legislazione urbanistica regionale. Vale a dire che, nei comparti in cui si prevede una edificabilità, il valore dei suoli viene assunto in termini analoghi sia per quelli strettamente adibiti alla costruzione, sia per quelli da adibire ai servizi. La legge regionale prevede che la maggioranza dei proprietari del comparto può imporre alla minoranza l’accettazione del progetto redatto e che, in caso di attendismo, sia lo stesso comune a potersi sostituire ai proprietari. Il sovrapporsi di norme ha condotto il comune di Salerno ad approvare diverse varianti sì che il quadro della realizzazione del Puc sia ancora più ingarbugliato di quello milanese. Se a Milano la farraginosità della legislazione, ha consentito pratiche perverse e fa prevedere una sconfitta della procura, a meno di illegittimità macroscopiche, a Salerno si aggiunge, pur presenti un bravo procuratore e bravi sostituti, una eredità complessa, costituita da passate accuse infondate, quali quelle sulla non-esecutività dei progetti di tangentopoli denunciata da Michelangelo Russo e dall’attuale procuratrice generale Rosa Volpe – che, per una cattiva perizia, non rilevò l’assenza di titoli nell’esproprio deluchiano dell’area-parcheggi pertinenziale dell’edificio exInail – o, ancora, dalle indagini eclatanti finite nel nulla del sostituto Montemurro (a proposito che ne è dei rifiuti tunisini). In più c’è da dire che De Luca ha sempre tenuto una buona vicinanza con la magistratura nominando ex giudici a reggere assessorati con significativi emolumenti, e che i periti della procura sono stati spesso incapaci di riconoscere le possibili illegittimità che si annidano nella complessità delle normative urbanistiche, sì che a Salerno, come a Milano, tutta l’urbanistica sembra essere inafferrabile.