di Marta Naddei Busta paga più leggera per i dipendenti della Salerno Sistemi. Dallo scorso mese di maggio, infatti, i circa 110 lavoratori della società – dal 2012 assorbita dalla holding Salerno Energia – che gestisce e controlla i servizi idrici salernitani devono fare i conti con un ammanco di 57 euro sui propri stipendi, a cui si aggiunge una diminuzione del valore dei buoni pasto che sono passati da 8,50 a 7 euro (quest’ultimo provvedimento è previsto da una recente norma che fissa proprio a sette euro il tetto massimo del valore dei ticket mensa, ndr). Insomma, le tasche degli operai e degli impiegati di Salerno sistemi si sono alleggerite di una cifra piuttosto consistente e che di questi tempi fa sentire ancora di più il proprio peso. Una decisione che – denunciano i lavoratori – «è stata assunta in maniera unilaterale dalla dirigenza, che non ha fatto alcuna concertazione con le sigle sindacali, decidendo arbitrariamente di andare a toccare alcune indennità che ci spettavano e che abbiamo percepito fino al mese di aprile». Ma i dipendenti non intendono stare a guardare ed infatti 39 di essi – non collegati ad alcuna sigla sindacale – hanno deciso di rivolgersi ad un avvocato per redigere un ricorso contro l’iniziativa messa in piedi dal management aziendale. «Abbiamo dato mandato ad un legale – spiegano ancora alcuni dipendenti – di rappresentarci contro questa decisione unilaterale perché abbiamo subito un abuso, dal momento che non c’è stato alcun confronto né con i sindacati che ci rappresentano, né tanto meno con noi lavoratori». Martedì avrà luogo una assemblea dei dipendenti di Salerno Sistemi, nella quale verrà proclamato lo stato d’agitazione del personale. Ma i tagli potrebbero comunque non finire qui dal momento che – secondo alcune indiscrezioni – da giugno 2015 sarà eliminata anche la quattordicesima mensilità. Insomma, pare sia proprio tempo di stringere la cinghia per operai e impiegati della partecipata del Comune di Salerno. Meglio se la passano il presidente del Consiglio di amministrazione dell’azienda, Luciana Ferolla (67enne – e quindi in età pensionabile – ex direttore del Settore politiche sociali del Comune di Salerno e già direttrice ad interim del Cimitero comunale dopo lo scandalo che coinvolse Massimo Romaniello, ndr) che può contare su di un compenso – lordo – di quasi 50mila euro annui. Emolumenti notevolmente più ridotti per i due consiglieri di amministrazione Vincenzo Luciano e Stefano Salimbene (il primo con un compenso lordo di poco più di 8mila euro l’anno, il secondo di poco meno di 2mila). Passando invece ai componenti del collegio sindacale, il presidente (e dirigente comunale) Luigi Della Greca, incassa 21mila euro lordi l’anno, mentre i due “sindaci” Vincenzo Petrosino e Mauro Paolillo si “accontentano” di 14mila euro lordi annui. Il tutto per un costo complessivo di 136mila euro. Di consulenze ed incarichi esterni non si ha traccia, ma solo perché sul sito aziendale – alla voce amministrazione trasparenza – le pagine relative in famosa fase di “allestimento”. Il bilancio 2013 di Salerno Sistemi è stato chiuso in pareggio, ma da segnalare è l’imponente mole di debiti che l’azienda ha, per un totale di 16 milioni di euro. La maggior parte di essi è verso i fornitori, le banche e le società controllate. Così come da segnalare sono anche i 422mila euro di debiti nei confronti dei dipendenti che, però, anche questa volta saranno gli unici a pagare il salatissimo conto.
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