Mario Mele
Dopo l’entusiasmo dei primi anni, Luci d’Artista è diventato un appuntamento consolidato ma anche prevedibile. Un evento che trasforma la città in un grande teatro luminoso, ma che evidenzia l’assenza di una reale direzione artistica e di un approccio culturale all’altezza del nome che porta. Con la recente pubblicazione del bando per l’edizione 2025-2026, si apre una preziosa occasione. I nuovi criteri valutano con più attenzione l’innovazione artistica e tecnologica. È il momento per una nuova fase. Luci d’Artista può diventare un laboratorio di arte pubblica. Non solo spettacolo da ammirare, ma proposte che integrino arte interattiva e nuove tecnologie. Un’occasione per collocare Salerno nel panorama internazionale dei grandi festival della luce. La Fête des Lumières di Lione, GLOW di Eindhoven, l’Amsterdam Light Festival. Questi grandi eventi dimostrano come la luce possa diventare strumento di relazione ed emozione collettiva. In questi contesti la città non è solo contenitore. È parte viva dell’opera. Il pubblico non è semplice spettatore. È co-autore dell’esperienza artistica. Al centro di questa visione si colloca il concetto di interazione uomo-luce. Un’esperienza sensoriale, emotiva e partecipativa tra visitatori, spazio urbano e tecnologia. Artisti come Jen Lewin, celebre per le sue installazioni interattive che reagiscono al movimento delle persone, ne rappresentano un esempio emblematico. Tra le sue opere più significative troviamo The Pool, superficie circolare di dischi luminosi su cui i visitatori creano onde di luce camminando; Aqueous, percorso di pannelli sensibili che si accendono e cambiano colore al passaggio; The Aurora, scultura aerea cinetica con elementi sospesi che si illuminano seguendo il movimento del pubblico. Un altro riferimento fondamentale è Refik Anadol. Lavora con intelligenze artificiali e grandi set di dati. Genera ambienti immersivi e paesaggi visivi in costante trasformazione. Le sue opere, nei più importanti musei e festival del mondo, dimostrano come l’arte generativa possa toccare corde emotive profonde. Di grande interesse anche le installazioni di ASML a GLOW Eindhoven. Rooted Together è una scultura luminosa a forma di albero, ispirata alla rete delle sinapsi. Interagisce con il pubblico attraverso luci pulsanti e variazioni di colore. Un simbolo della connessione tra esseri umani, tecnologia e natura. Numerosi altri artisti e collettivi internazionali hanno esplorato l’intersezione tra luce, tecnologia e partecipazione. Hanno dimostrato il potenziale creativo di questo linguaggio nei principali festival europei. Luce che pulsa. Luce che risponde. Luce che ascolta. L’opera non si contempla soltanto. Si tocca. Si attraversa. Si modifica con la presenza del visitatore. Questo approccio offre un’esperienza interattiva e affascinante. Apre spazi per riflessioni profonde. Crea dinamiche in cui il pubblico diventa parte attiva del processo creativo. Non si tratta solo di aggiornare il linguaggio artistico. Si tratta di coinvolgere nuovi pubblici. Favorire l’inclusione sociale. Stimolare riflessione e cittadinanza attiva attraverso l’arte pubblica. Immaginiamo un futuro per Luci d’Artista in cui Salerno diventa crocevia di innovazione e bellezza. Un ponte tra tradizione delle luminarie e frontiera dell’arte immersiva. Un festival di installazioni interattive, opere con intelligenza artificiale, esperienze luminose multisensoriali che dialogano con l’identità della città. Luci d’Artista potrebbe proseguire oltre il periodo natalizio. Diventare un motore di cultura permanente per la città. Si potrebbero attivare laboratori stabili e programmi di residenza artistica. Coinvolgere designer, artisti e artigiani locali e internazionali. Creare non solo opere artistiche, ma anche opportunità professionali e formative per i giovani del territorio. Una piattaforma viva dove Salerno diventa officina e laboratorio di luce creativa. Immaginiamo un festival che non solo illumini la città. Che accenda connessioni tra arte, tecnologia e comunità. Salerno ha il potenziale per diventare riferimento europeo nell’arte della luce. Può trasformare l’illuminazione da decorazione a linguaggio vivo che unisce e ispira.Realizzare questa visione richiede coraggio. Servono istituzioni aperte all’innovazione. Serve valutare con lungimiranza proposte che elevino la qualità culturale. Serve un dialogo autentico tra artisti, cittadini e territorio. La luce c’è. Adesso è tempo di accenderla davvero.





