Salerno, progressioni verticali. E' polemica - Le Cronache Salerno
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Salerno, progressioni verticali. E’ polemica

Salerno, progressioni verticali. E’ polemica

Se durante l’era Covid si ironizzava sui Dpcm che l’allora presidente del consiglio Conte emanava di continuo, a Salerno ora si ironizza, allo stesso modo, sulla bozza del regolamento per le Progressioni Verticali in deroga. Quelle famose progressioni, che stando al piano triennale del Comune di Salerno, si sarebbero dovute tenere entro fine 2023 e che invece, se si va di questo passo, forse si riusciranno a tenere entro fino 2024.Siamo alla sesta bozza di regolamento. Sesta bozza che stamane, è stata illustrata a grandi linee alle organizzazioni sindacali dal funzionario comunale Della Greca e dalla dottoressa Menna che sostituisce il dirigente Picardi e che sarà consegnata nei prossimi giorni per poi avviare il famoso periodo di 30 giorni di confronto: Sesta bozza, che neanche a dirlo, pur non ancora presentata ufficialmente ha raccolto il disappunto delle organizzazioni sindacali.Il perchè è facile a dirsi. Ciò che contestano i sindacati è l’inserimento all’interno del regolamento del colloquio ed i punti assegnati all’anzianità di servizio, considerati troppo pochi. Nello specifico, la nuova bozza in arrivo, dovrebbe prevedere la suddivisione dei 100 in 35 punti per l’anzianità di servizio (conteggiando 1.75 punti per ogni anno per un massimo di 20 anni), 35 punti per i titoli di studio (conteggiando 10 per il diploma, 15 per la laurea triennale, 25 per la magistrale, più 10 punti da suddividere per seconde lauree, master e dottorati), 20 punti per le competenze (da dividere in 5 punti per i corsi formazione, 5 punti per le competenze professionali, 5 punti per la conoscenza della lingua inglese, 3 punti per le performance, 2 punti idoneità ottenute nei precedenti concorsi) e 10 punti per il colloquio. Una suddivisione dei punti, che va detto, è leggermente migliore rispetto alle precedenti bozze, ma presenta ancora delle imperfezioni. Partendo proprio dall’anzianità di servizio, che se è vero, come ha detto il Ministro, non deve essere il fattore principale, non deve essere però neanche limitativa. Quindi, ci si chiede, perchè continuare ad insistere con il voler conteggiare ogni anno di lavoro con più punti, limitando il numero di anni da conteggiare? Non sarebbe più giusto ed onesto conteggiare, proprio come suggerito nelle scorse settimane dall’assessore Tringali, 33 punti per l’anzianità di servizio considerando un punto per anno, quindi 33 anni di carriera?Sul fronte dei titoli di studio, il punteggio considerato potrebbe, più o meno, andare bene, resta però da vedere la suddivisione per ogni titolo di studio dei punti in base ai voti, che nelle precedenti bozze non era perfetta. Resta però anche qui un dubbio. Perchè non inserire tra i titoli di studio anche la conoscenza della lingua inglese, che se è vero si tratti di una competenza, sarebbe più giusto conteggiarla tra i titoli di studio.Infine sul fronte competenze 20 punti sono proprio pochi. Soprattutto se si considera che, proprio il Ministro al ramo, ha dichiarato che dovrebbero avere il valore maggiore rispetto all’anzianità ed ai titoli. E allora perchè per il Comune di Salerno queste hanno il valore minore? Perchè bisogna prendere punti da dare al colloquio, semplice.E allora, la domanda nasce spontanea. Se proprio si vuole inserire il colloquio, non sarebbe più logico suddividere il punteggio in 30 punti per l’anzianità (sempre contando un punto per anno, dunque 30 anni di servizio), 30 per i titoli di studio e 30 per le competenze? Una soluzione decisamente più equilibrata, meritocratica e giusta, dove i 10 punti che avanzano vengono utilizzati, poi, per il colloquio. Ai posteri l’ardua sentenza, avrebbe detto qualcuno ben più noto di chi scriveAl momento l’unica sentenza è quella data dai sindacati che, come detto, hanno manifestato il proprio disappunto e attendono proposta ufficiale per avviare un tavolo di confronto.”Le progressioni verticali in deroga, sono un’occasione che è stata data, fino al 2025, per consentire anche ai dipendenti non in possesso della laurea, di poter ottenere un avanzamento di carriera”, ha spiegato Angelo Napoli, rappresentante sindacale del Csa. “Noi, come Csa, chiediamo che il punteggio dell’anzianità di servizio non sia limitato solo a 20 anni, così come chiediamo che venga rivista la distribuzione dei punti per le competenze ed eliminato il colloquio. Assurdo dare solo 3 punti per le performance, quando queste vengono conferite dai dirigenti di settore ogni 4 mesi. Come dovrebbero essere conteggiate? Quale il criterio, visto il punteggio così esiguo? E poi ancora, perchè non valutare gli elogi e gli encomi? Anche quelle sono delle competenze, che ogni dipendente ha conquistato sul campo ed è giusto che vengano tenute in considerazione”. Napoli, poi spiega il perchè del no al colloquio… “Per inserire questo colloquio, si sottraggono punti ai tre criteri di base, con i quali valutare i candidati alle progressioni, e già questo non è giusto. Ma poi il colloquio non è previsto, non stiamo parlando di un concorso, stiamo parlando di progressioni in deroga, quindi di promozioni interne, chi deve valutare già conosce i candidati, quindi che senso ha prevederlo? Dal Comune devono capire che bisogna premiare chi ha competenze ed esperienza. E queste sono dimostrabili con gli anni di servizio e con le valutazioni fatte dai dirigenti. E questi due criteri devono avere il peso maggiore”.