
di Erika Noschese
Il fatto non sussiste. Per tutti gli imputati che erano stati raggiunti all’imputazione per crollo colposo e disastro colposo, a seguito del crollo della galleria di Porta Ovest registrato ben dodici anni fa, nel 2013. C’è stata, in questo caso, l’assoluzione con formula piena che restituisce dignità agli indagati ma, soprattutto, c’è un dato che pesa molto sulla vicenda e riguarda la Tecnis Spa. Al di là del blocco dei lavori e della necessità di realizzare indagini specifiche per far sì che la verità potesse venir fuori in merito a un crollo che poteva avere effetti devastanti, non solo per i lavori della galleria ma anche per i residenti nelle zone direttamente coinvolte dagli scavi, resta il danno molto pesante ai danni della ditta che aveva appaltato i lavori di realizzazione della galleria e che, dopo i fatti del 2013, si è ritrovata a dover fronteggiare un fallimento che è costato il posto di lavoro a tante figure professionali impegnate per la realizzazione dei lavori. Danni non di poco conto che vanno, purtroppo, di pari passo con i tempi della giustizia italiana che verosimilmente non garantiscono un risultato “giusto”, per l’appunto, nonostante una durata del procedimento a dir poco lunga. Oltre ai nove imputati, infatti, che a vario titolo erano stati considerati i principali responsabili del crollo e disastro colposo di cui all’accusa, resta da capire e chiarire, a questo punto, in che modo gli ex dipendenti e tutte le figure professionali, direttamente e indirettamente coinvolte nelle attività di realizzazione di Porta Ovest, saranno risarciti per quanto subìto. In particolare per gli imputati assolti poiché “il fatto non sussiste”, le accuse non erano di poco conto: si parlava, nelle documentazioni agli atti, di condotte colpose, imperizia, imprudenza e negligenza nella realizzazione di rivestimenti che avrebbero potuto negare il crollo della struttura. Accuse gravissime che, dal punto di vista professionale, potrebbero aver avuto ripercussioni di non poco conto sulle personalità coinvolte. I PRINCIPALI FATTI TRASCORSI, TRA LE PAGINE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA. Per il mancato consolidamento degli scavi e i crolli della galleria “Salerno Porta Ovest”, le accuse erano ai danni di Manganiello Vincenzo, Vitale Mario, Costa Paolo, Amoretti Ludovico, Morabito Antonio, Giovannini Fulvio, De Rosa Francesco Maria Salvatore, Insigne Massimiliano e Insigne Vittorio Tiberio. Sono accusati del reato di cui agli artt. 113 – 449 c.p., in relazione all’art. 434 c.p., perché, in cooperazione tra di loro, ciascuno con il contributo causale connesso alle qualifiche e ai ruoli rispettivamente rivestiti presso Tecnis S.p.A., il Vitale quale direttore di cantiere dipendente della Tecnis S.p.A., Manganiello quale procuratore speciale, Costa quale capocantiere, Amoretti nei locali della Direzione dei lavori aggiudicata al Consorzio Stabile Dielle Engineering, e Morabito quali responsabili, e Giovannini quale Direttore dei Lavori, S.S.I. S.r.l, subappaltatrice per De Rosa quale amministratore dei lavori di scavo, Insigne Massimiliano e Insigne Vittorio Tiberio, quali titolari effettivi e gestori di fatto della società e dei beni aziendali della S.r.l.), nei lavori di realizzazione del secondo lotto di “Salerno Porta Ovest”, con condotte colpose, per imperizia, imprudenza e negligenza consistite nel non realizzare, in assenza di qualsiasi motivazione tecnica, il rivestimento definitivo in maniera tempestiva e contestuale all’avanzare delle attività di scavo delle gallerie: in particolare, a fronte di un complessivo sviluppo delle gallerie di mt. 2924,10, al periodo giugno/luglio 2015 avevano realizzato solo le seguenti quantità di rivestimento definitivo: mt. 1292,00 di calotta (pari al 44,18% dello sviluppo totale), mt. 2.107,20 di arco rovescio (pari al 72,06% dello sviluppo totale) e mt. 1.888,92 di muretta – sviluppo medio in asse (pari al 64,60% dello sviluppo totale). GLI IMPUTATI, TUTTI ASSOLTI. Giovanni Micillo, difeso dall’avvocato Francesco Saverio Dambrosio e dirigente dell’area tecnica del Comune di Salerno, ottenne una sentenza di non luogo a procedere già nel 2018. Micillo, responsabile unico del procedimento dal 5 febbraio 2015, fu accusato, nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche, di aver omesso di promuovere una variante o di risolvere contrattualmente con la ditta Ritonnaro Costruzioni Srl, procurando alla stessa un ingiusto vantaggio patrimoniale derivante dai minori costi sostenuti per il mancato completamento delle opere e dalle penali non pagate per i ritardi accumulati. Tuttavia, secondo il gup, essendo il reato commesso tra il 3 luglio 2013 e il 15 luglio 2014, Micillo non poteva essere ritenuto contributore causale, né penalmente rilevante in concorso, nell’esecuzione del delitto, poiché assunse la qualifica di RUP solo dal 5 febbraio 2015. La posizione di Francesco Maria Salvatore De Rosa, amministratore della Ssi, fu discussa con rito abbreviato su richiesta dei legali di De Rosa. La Ssi, ricordiamo, è la società che ha preso in subappalto dalla Tecnis i lavori per la realizzazione della galleria. Sono ventuno, invece, coloro che andarono a processo in una trafila che si è prolungata per sei anni, dal gennaio 2019 ai giorni nostri, arrivando all’assoluzione con formula piena: Vincenzo Manganiello, procuratore speciale Tecnis; Mario Vitale, direttore di cantiere della Tecnis; Paolo Costa, capocantiere; Ludovico Amoretti e Antonio Morabito, responsabili locali della direzione dei lavori per conto del Consorzio stabile Dielle Engineering; Fulvio Giovannini, direttore dei lavori (tutti difesi dall’avvocato Cecchino Cacciatore); Andrea Annunziata, ex presidente dell’Autorità portuale di Salerno; Domenico Barletta, responsabile unico del procedimento; Elena Valentino, capo dell’area tecnica dell’Autorità portuale; Immacolata Ritonnaro, amministratrice della Ritonnaro Costruzioni; Alessandro Macchi, ingegnere di supporto tecnico al RUP; Francesco Giuliano, imprenditore e rappresentante dell’omonima ditta; Antonio Valente, presidente della commissione gara; Raniero Fabrizi e Luca Caselli, componenti della commissione gara; Danilo La Piana, legale rappresentante della Tecnis; Maurizio Aiardo Esposito, procuratore speciale RTI – soggetto deputato alla verifica del progetto; Giuseppe Miceli, nuovo procuratore speciale Tecnis; Massimiliano e Vittorio Tiberio Insigne (difesi anch’essi dall’avvocato Cacciatore), gestori della società e dei beni Porta Ovest; Dario Lamonica Miraglia, legale rappresentante della Impertex.