Di Olga Chieffi
La canzone, il pop, è “poroso” come la nostra terra e il popolo che canta il suo sentire, i suoi contrasti, la sua bellezza, la sua libertà, il suo amore, contaminata, nel tempo, le sue melodie mantengono intatte la propria inconfondibile identità, misteriosa e sfuggente, al di là di ogni omologazione. “Quella del presentire – racconta nei concerti Peppe Servillo- è spesso la condizione degli artisti, dei narratori, come dei poeti autori di queste canzoni che nei loro versi presentono e annunciano segreti, presenze, tradimenti, ciò che di nuovo potrebbe accadere o si vorrebbe accadesse, e lo fanno con parole che sembrano mai udite come fossero i veggenti, gli indovini della nostra vita sentimentale. La musica aggiunge senso e la parola precisa col riso e col pianto, le orchestrazioni inscenano un improvviso teatrale come se la vicenda nascesse ora col canto e annunciasse il paradiso tra sonno e veglia. Insistiamo nel ricongiungere tessere alla nostra stanza musicale che a volte gode di una vista bellissima”. Probabilmente, con un “Buonasera, prima di tutto la buona creanza!”, prima che il leader Peppe Servillo, introduca quella sua personale gesamtkunstwerk, con la quale ritorna all’epoca romantica e ancora più dietro a quella lingua che credevamo perduta, quel tempo in cui il linguaggio riuniva in sé musica e poesia, a cui lui ha aggiunto diverse altre arti, teatrale, tersicorea, quale compagne di vita, assimilando al proprio percorso artistico elementi e sfumature mediate dal proprio vissuto, riappropriandosi delle proprie origini, riavvicinandosi ad una concezione della musica quale espressione totale, comincerà, la XV edizione del Salerno Jazz & Pop Festival, uno dei tantissimi progetti che porta la firma del Direttore del Conservatorio “G.Martucci” Fulvio Artiano e del Presidente Luciano Provenza, stavolta con il contributo della Banca Montepruno, che si svolgerà al teatro Augusteo il 29 e il 30 aprile, in concomitanza con l’International Jazzy Day. Due serate la prima con ospite appunto la Grande Orchestra Avion Travel composta dagli Avion Travel e la Medit Orchestra, diretta da Angelo Valori, mentre la seconda saluterà, proprio nella giornata del Jazz, il pianista Kenny Werner che incontrerà i maestri della nostra scuola jazzistica, Dario Deidda al basso, il due tenor sax Sandro Deidda e Daniele Scannapieco, Giacinto Piracci alla chitarra e Pier Paolo Pozzi alla batteria. Entrambe le serate, poi saranno aperte dagli studenti del conservatorio, i quali nella seconda giornata avranno quale ospite il pianista Muhammad Allahverdiev direttamente dall’Azerbaijan terra di “scambi” culturali con la nostra istituzione. Una due giorni in cui il dipartimento di Jazz e popular music è stato coinvolto per intero, grazie alla direzione del pianista Vincenzo Danise, ma che lega, ad esempio nel primo, concerto, la band casertana che schiererà la cosiddetta piccola banda Avion travel, con Peppe D’Argenzio, uno dei fondatori, Peppe Servillo, Alessandro Gwis pianoforte e tastiere, Ferruccio Spinetti al contrabbasso e Mimì Ciaramella alla batteria. Gli incontri sono importanti e Angelo Valori e Peppe D’Argenzio si sono ritrovati al conservatorio di Pescara, in terra d’Abruzzo, i nodi si sono stretti ed ecco la creazione di questa grande Orchestra Avion Travel. “Sono veramente felice di festeggiare l’International Jazzy Day qui a Salerno – ha commentato il M° Angelo Valori – in primis perché invitato da un Conservatorio, poiché questo repertorio, che è di fine scrittura musicale, va portato all’attenzione degli studenti di musica. A Salerno c’è un ottimo conservatorio, dove è stato creato anche un corso di popular music ed io ho fondato la prima cattedra di composizione, dedicata a questo genere. Una musica questa degli Avion Travel che poi è molto contaminata dal jazz pur essendo considerata Pop, e resta un altro motivo di soddisfazione ritrovarmi nel contesto salernitano. Io sono un fan della piccola orchestra, sin dalla nascita del gruppo e già da giovane professionista sono sempre stato innamorato delle loro canzoni. Oltre le partiture, il valore musicale naturalmente c’è la teatralità del concerto poiché Peppe Servillo rende col suo dire, la sua poesia, il suo gesto, che si trasforma in sfida e danza, lo spettacolo unico”. Prestigiosa la seconda serata che saluterà I riflettori del Modo saranno puntati su uno dei migliori piano trio in circolazione: quello capitanato dal pianista statunitense Kenny Werner coadiuvato dai Maestri del nostro conservatorio. Leader indiscusso del modern jazz sin dagli anni ’70, Kenny Werner è anche compositore e arrangiatore sopraffino. Un musicista che coltiva un’ ampia visione del jazz e che distilla nel suo linguaggio anche elementi non propriamente riconducibili alla musica afroamericana bensì più vicini alla tradizione musicale europea. Un rapporto di grande simbiosi con il suo strumento gli consente di esprimere una poetica intensa, caratterizzata da una narrazione sottilmente armonica dei temi che vengono poi diradati e sviluppati secondo canoni propriamente jazzistici, ottimamente plasmati addosso alle peculiarità del suo trio. Quincy Jones ha definitito Werner come la perfezione assoluta, un autentico concentrato di raziocinio e cuore. Già decisa la scaletta che ci ha rivelato il tenor sax Sandro Deidda. “Si spazierà da brani di Wayne Shorter, 502 blues, Dance Cadaverous, a Walking Shoes di Gerry Mulligan, per poi incontrarsi su grandi classici come “Con Alma” di Dizzy Gillespie o il Monk di Round Midnight e Let’s Cool One, Invitation di Kaper e Delilah di Victor Young, un chiaro omaggio all’opera di Camille Saint Saens. Ma si sa, Werner è senz’altro uno dei musicisti più dotati di senso della narrativa, e in particolare dell’abilità di individuare nel corso delle proprie esibizioni percorsi musicali inaspettati, partendo da spunti che vengono colti e sviluppati dal trio con grande senso di consapevolezza e gusto dell’avventura musicale, senza mai perdere di vista il disegno complessivo della forma, dando vita a una creazione collettiva particolarmente affascinante. Le impressioni che ricaveremo in proposito saranno soprattutto di spontaneità, ricercatezza e coerenza, Werner non cerca mai il colpo ad effetto, ma è in grado di coinvolgere pienamente con la semplicità, possedendo la capacità di esprimersi al meglio anche con poche note, ed essendo capace di mantenere viva l’attenzione dell’uditorio con la freschezza dell’invenzione”.





