“Salerno turistica, ma noi quando dormiamo?”, protestano i residenti del quartiere nei pressi del Vicolo Giudaica. I cittadini sono divenuti ostaggio di un locale fuori controllo.
Un vicolo storico trasformato in un palcoscenico notturno, dove ogni sera si improvvisa uno spettacolo fatto di musica a tutto volume, occupazione selvaggia del suolo pubblico e schiamazzi fino a notte fonda. Succede a Vicolo Giudaica 16/18, nel pieno centro storico, dove il locale La Cantina do Malandro è diventato il simbolo di una movida incontrollata.
Il disagio non è più sussurrato: è esploso. I residenti hanno deciso di parlare, di raccontare, stanchi di segnalazioni inefficaci e di notti trascorse in un inferno acustico a cielo aperto.
“Ho sentito urla, confusione, perfino minacce. L’atmosfera è spesso tesa, tutt’altro che conviviale. Lo stesso ho provato a parlare in modo civile col proprietario, ma niente da fare: fa buon viso a cattivo gioco e poi tutto continua come prima”
— racconta il fornaio del quartiere.
La situazione, secondo le voci raccolte, si è fatta insostenibile: servirebbe una perizia fonometrica, un controllo della SIAE, e se si è in regola con l’occupazione del suolo pubblico.
Negli ultimi mesi, però, il problema non è solo il rumore. Il gestore del locale ha iniziato ad agire come se l’intero stabile fosse cosa sua: ha eseguito lavori strutturali senza autorizzazione, dipinto muri condominiali (una cabina di contatori con una vernice inadeguata) rimosso una grata che proteggeva una finestra del palazzo, e addirittura ha blindato un condotto di aerazione di un garage, ostacolandone la ventilazione. Tutto ciò senza alcuna comunicazione né consenso da parte del condominio.
A rendere tutto ancora più grave è l’inefficacia delle azioni di contenimento.
Le forze dell’ordine vengono chiamate praticamente ogni sera — e negli ultimi tempi si presentano anche — ma non riescono più a gestire la situazione.
Sono state già presentate denunce formali, sono stati redatti verbali, ma nulla sembra attecchire. Il risultato? Tutto continua come se nulla fosse.
Tra chi subisce i danni più gravi ci sono anche i gestori di strutture ricettive, che si ritrovano a dover giustificare disagi di cui non hanno colpa.
“Gestisco un B&B al primo piano, proprio sopra al locale. Sono stata costretta ad abbassare i prezzi, a volte persino a non farmi pagare, tanto era il disagio vissuto dagli ospiti. La mia attività ne ha risentito parecchio. E non è tutto: la settimana scorsa, alcuni turisti sono stati citofonati e presi in giro con minacce e sfottò. Un clima surreale”
— racconta Antonia S., gestrice della struttura.
Oltre al disturbo, ora si teme anche per la sicurezza.
Il vicolo è stretto e spesso completamente invaso da tavolini, sedie, persone in piedi e musica ad alto volume. Una situazione che potrebbe ostacolare perfino il passaggio di un’ambulanza o dei mezzi di soccorso in caso di emergenza.”
“Non ne possiamo più, c’è bisogno che i piani alti intervengano. Con quale criterio viene rilasciata una licenza ai danni dei cittadini? Se uno spazio è adibito ad un massimo di venti persone come possono le forze dell’ordine autorizzare la sosta a trecento.
E in un centro storico fatto di strade antiche e spazi ridotti, non è un dettaglio da trascurare. Ma qui non si parla di movida: si parla di disordine sistematico.”
—racconta Giuseppe O., residente del palazzo in prossimità alla Cantina do Malandro
“Non si può vendere Salerno come una destinazione d’eccellenza e poi permettere che i suoi cittadini vivano come ostaggi del rumore e della maleducazione” — ribadiscono in coro molti abitanti.
I cittadini non vogliono spegnere la città. Vogliono accenderla con intelligenza, con cultura, con regole chiare.
Una città viva non è una città caotica. È una città dove il rispetto per chi ci vive viene prima del volume dello stereo.
Salerno ha bisogno di turismo. Ma ha bisogno, prima di tutto, di legalità





