Salerno invasa da gabbiani - Le Cronache Salerno
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Salerno invasa da gabbiani

Salerno invasa da gabbiani

“Cosa succede in città? C’è qualche cosa, sì, qualcosa che non va. Guarda lì, guarda là che confusione! Guarda lì, guarda là, che maleducazione!” Non era certamente rivolta allo stesso fine queta canzone, tra le più iconiche di Vasco Rossi, ma l’occasione è giusta per spiegare che ciò che non si vede e che si reputa “normale” in realtà non lo è affatto. A partire dalla “maleducazione dei gabbiani”. Che, se Luis Sepúlveda potesse riscrivere il suo capolavoro in salsa cittadina, non avrebbe proprio il tempo di romanzare su alcuna gabbianella, figurarsi sui gatti. Ore 5.20 di un mattino qualsiasi, Salerno città. Le prime auto si muovono, qualche camion azzarda a consegnare merci presso i primi locali commerciali aperti (per lo più bar), ma in giro per la città sono i gabbiani a far festa. Volano ad altezza d’uomo, lentamente, con la volontà più che palese di sfidare sia le persone a piedi sia quelle in auto o nei furgoncini. Camminano a ridosso dei marciapiedi, stazionano sui bidoni dell’immondizia e banchettano, noncuranti di eventuali presenze umane più o meno a ridosso del loro banchetto selezionato. Quando non hanno ancora deciso quale sia il loro banchetto, invece, sono i tetti delle auto i loro sostegni. E poco importa, evidentemente, se un “proiettile” volante da 1 kg o anche un chilo e mezzo di peso si fionda sui tetti delle automobili, o se gli stessi si appigliano ai sacchetti della spazzatura lasciati sui marciapiedi. Probabilmente vige la regola del “finché non succede a me…”, che è la più spietata e ipocrita che possa esserci, soprattutto in politica e nella gestione della cosa pubblica. Perché si dice questo? Perché viviamo in un contesto sociale in cui i gabbiani, pur autonomi nella gestione dei rifiuti come fonte di nutrizione, a tal punto da essere anche abituati a “scoperchiare” interi bidoni della spazzatura per potersi nutrire, a Salerno hanno già “il piatto servito” poiché i bidoni, evidentemente sottodimensionati rispetto a quanto necessario per poter contenere i rifiuti di un intero condominio o di un locale commerciale, a malapena vengono usati e, quando questo accade, non possono assolutamente essere chiusi da alcun coperchio poiché ognuno cerca di sfruttarne la capienza fino al massimo concepibile. La prassi, oggi, è che i bustoni di immondizia vengano semplicemente ammassati a ridosso del marciapiedi per consentire agli agenti di Salerno Pulita (ad orari comodi, s’intende) di recuperare i rifiuti domestici e/o commerciali. Abbiamo, quindi, un quadro ben chiaro in cui i bidoni dell’immondizia sono sottodimensionati e il ciclo di raccolta rifiuti non funziona perché viviamo in una realtà cittadina in cui si pensa sia lecito, ma solo dalle 7 del mattino, far scaricare i furgoni merci, far uscire i bambini per andare a scuola, far uscire i pendolari per andare a scuola/università/lavoro, il tutto mentre gli operatori di Salerno Pulita, con i furgoncini solitamente utilizzati in ogni Comune per il recupero dei rifiuti dai cestini da passeggio, recuperano i rifiuti solidi urbani di una città intera (tra utenze private e residui commerciali, con le dovute differenze del caso poiché i commerciali necessitano anche di gettare carta e cartone due volte al giorno). Tutto ciò favorisce l’espansione smisurata della presenza di gabbiani, che costituiscono un pericolo per l’uomo e un indicatore chiave del livello di sporcizia cui la città è sottoposta. Il quadro è chiaro, molto, e i responsabili sono principalmente 435: Salerno Pulita, con 433 dipendenti (dato aggiornato al 2025) e una gestione delle attività (oraria, materiale e immateriale) a dir poco rivedibile; l’amministratore unico di Salerno Pulita, Vincenzo Bennet; l’assessore comunale all’ambiente, Massimiliano Natella. Ciò non risulta essere un attacco ad alcun dipendente e ad alcun amministratore: l’assunzione di responsabilità, mai come in questo caso, è necessaria per capire quali siano le azioni correttive da attuare affinché una città come Salerno non sia mortificata in questo modo, su un argomento tanto delicato quanto gestibile. Facendo un calcolo matematico banalissimo, Salerno Pulita ha attualmente a disposizione un dipendente ogni 300 abitanti, calcolando una densità demografica cittadina, per eccesso, pari a 130mila abitanti. Salerno è recentemente uscita dalla top 10 dei Comuni italiani in cui si paga la Tari più alta, calando di circa 36 euro il costo medio per famiglia: ciò significa che il costo è comunque molto alto, a fronte di un servizio che garantisce soltanto da poche settimane il recupero pomeridiano dei rifiuti, per i locali commerciali del centro, in ogni giorno infrasettimanale. Cosa succede, quindi, in città? Noi proviamo a documentarlo, con tanto di dati scientifici a corredo. E ci risulta molto difficile, conoscendo i principali attori protagonisti di questa situazione, concepire che non si sappiano queste cose. Garantire sistemi premiali seri ed efficaci per i cittadini virtuosi che dimostrano di avere davvero a cuore la città, per dirne una, è fondamentale oggi più che mai. Ovunque, in Europa, esistono sistemi di scontistica per stimolare anche la spesa nei negozi di vicinato, spesso citati ma altrettanto spesso dimenticati, basati sulla quantità di consegna di materiali in alluminio e plastica da parte dei singoli cittadini, riconoscibili anche soltanto tramite il barcode della tessera sanitaria. A Salerno qualcosa fu fatto su base privata, ma durò poco e fu fatto anche discretamente male. Quanto dovremo aspettare, ancora?