Salerno, Il Comune sapeva del rischio crollo - Le Cronache Salerno
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Salerno, Il Comune sapeva del rischio crollo

Salerno, Il Comune sapeva del rischio crollo

Non è stato un fulmine a ciel sereno, ma il cedimento annunciato di un’infrastruttura fondamentale per lo sport cittadino. Il crollo definitivo del muro di contenimento e di una porzione della pista esterna del pattinodromo “Tullio D’Aragona” sul Lungomare Tafuri, avvenuto nello scorso fine settimana, ha squarciato il velo sulla precarietà di un impianto e ha innescato una reazione a catena che va oltre la semplice conta dei danni. Al centro della vicenda, in queste ore, non c’è solo l’evidenza del danno, ma anche la tempistica e la conoscenza pregressa dei rischi, con una perizia della Polizia Municipale già redatta prima che la struttura cedesse. Questa perizia, che di fatto attestava lo stato di necessità di un intervento, è stata l’elemento chiave al centro della riunione tenutasi ieri mattina a Palazzo di Città, presieduta dal sindaco Vincenzo Napoli. L’incontro, volto a definire una strategia di intervento immediata e futura, ha messo in luce una circostanza che non ammette repliche: la pista esterna era già da tempo inutilizzata. I segnali della necessità di opere di consolidamento erano infatti emersi in modo chiaro già da oltre un anno, con un aggravamento della situazione poco prima dell’estate scorsa, quando alcune aree dell’impianto – gestito dal Centro Sportivo Italiano di Salerno – furono interdette al pubblico per motivi di sicurezza. La causa principale del disastro ha un nome noto e una forza implacabile: l’erosione marina. La continua azione del mare su quel tratto di lungomare ha progressivamente minato la stabilità del muro di contenimento, portando al drammatico collasso. La riunione di ieri mattina ha prodotto un primo, fondamentale passo operativo: l’immediato sopralluogo di un team di ingegneri. La loro missione non sarà solo quantificare il danno subito dal pattinodromo, ma anche – e questo è l’elemento che sta generando una controllata apprensione – di comprendere se e come il fenomeno stia interessando le strutture limitrofe. L’attenzione è infatti focalizzata su un tratto del muro di contenimento in corrispondenza della vicina piscina “Vitale” e sotto il parco giochi che sorge sempre sul Lungomare Tafuri. L’attività di valutazione tecnica è cruciale per evitare allarmismi ingiustificati, ma soprattutto per prevenire ulteriori, potenzialmente più gravi, cedimenti lungo l’asse costiero. Una volta completata la perizia ingegneristica, si avrà un quadro più chiaro sulle modalità, la tempistica e, aspetto non secondario, le risorse economiche necessarie per l’esecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza. A pochi giorni dal crollo, una grande incertezza regna anche sul fronte finanziario. L’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Salerno, Dario Loffredo, aveva già avanzato lunedì l’ipotesi di far rientrare le opere di consolidamento e ripristino nell’ambito dei più ampi interventi di ripascimento costiero che dovrebbero interessare quel preciso tratto del litorale cittadino. Un’eventuale inclusione accelererebbe presumibilmente l’iter burocratico e finanziario. Tuttavia, ad oggi, l’incertezza sui tempi di avvio di tali lavori di ripascimento è totale, lasciando la soluzione come una possibilità ancora priva di una scansione temporale definita. Questa situazione di stallo e incertezza pesa come un macigno sul futuro sportivo cittadino. Il crollo, infatti, ha lasciato senza una casa la Roller Salerno, la società che svolgeva le sue attività nell’impianto del D’Aragona. Per la Roller Salerno, il crollo non è solo un danno strutturale, ma la brusca interruzione di un percorso agonistico e formativo. La società è stata costretta a una corsa affannosa per trovare una sistemazione temporanea. Attualmente, tutte le attività sono state provvisoriamente spostate al Palatulimieri. Una soluzione di fortuna, la cui precarietà è essa stessa parte del problema generale delle strutture sportive salernitane. Anche sul Palatulimieri, infatti, incombe l’ombra di un futuro incerto: l’impianto è destinato a essere abbattuto e ricostruito nell’ambito di futuri lavori. La consapevolezza di questa instabilità ha spinto i dirigenti della Roller Salerno a cercare alternative immediate e più stabili. Nella giornata di ieri, è avvenuto un incontro con il sindaco di Pellezzano, Francesco Morra, per valutare l’ipotesi di utilizzare il PalaLongo di Capriglia. Anche questa potenziale soluzione, tuttavia, presenta delle criticità, in quanto l’impianto è attualmente interessato da lavori in corso dovuti a problemi di infiltrazioni. Un eventuale spostamento a Capriglia, pur rappresentando un’àncora di salvezza logistica, è accolto con scarso entusiasmo dalle famiglie e dai genitori degli sportivi. Lo spostamento in un comune limitrofo, infatti, finirebbe inevitabilmente per penalizzare la società salernitana da un punto di vista logistico, con maggiori disagi per atleti e famiglie costretti a spostamenti più lunghi e complessi. L’emergenza del pattinodromo “Tullio D’Aragona” si configura come una cartina di tornasole sulla fragilità delle strutture pubbliche costiere, un monito sull’urgenza degli interventi di prevenzione e un punto interrogativo sulla capacità dell’Amministrazione di fornire con rapidità una soluzione definitiva a una delle più importanti realtà sportive della città. Gli occhi sono ora puntati sugli ingegneri, il cui sopralluogo chiarirà la reale estensione del danno e, si spera, i percorsi da intraprendere. Ad intervenire anche il Codacons Salerno che chiede all’amministrazione di intervenire in tempi celeri. . Più volte l’associazione ha segnalato la condizione di crescente incuria degli spazi pubblici e la scarsa manutenzione dei beni comuni, ebbene proprio la noncuranza delle strutture pubbliche ha portato al cedimento del muro di sostegno del pattinodromo comunale presso l’impianto di Torrione. Un evento che ha provocato la chiusura di uno storico impianto sportivo, decisivo per la vita sociale della città, per i ragazzi che svolgono attività sportive, per le tante associazioni sportive impegnate sul territorio. Una struttura inserita come impianto ufficiale della Federazione Italiana Sport rotellistici (FISR), affiliata al Coni. Quel cedimento, inoltre, non può non avere riflessi anche sui campi da tennis – sempre comunali – prossimi alla pista tant’è che si parla di chiusura del campo “D”, con rischi anche per altro adiacente. È ben evidente che il cedimento rappresenta un gravissimo danno per l’intera collettività, e sul piano sociale e sul piano della crescita sportiva dei giovani e delle associazioni sportive, un evento che inoltre causa un pregiudizio tangibile all’immagine della stessa città. “Il Codacons” si legge nella nota inviata dal presidente Matteo Marchetti e dal legale Pierluigi Morena, “ha diffidato il Comune ad agire con la massima risolutezza, considerando l’intervento di ripristino come prioritario”. La diffida è stata trasmessa anche al Coni, alla FISR, alla Federazione Italiana Tennis, al Prefetto e al Ministro dello Sport. Nelle prossime settimane l’associazione ritornerà sulla questione perché si tratta di preservare lo sport e l’identità cittadina.