Salerno. Il caso Amodio: la difesa - Le Cronache Ultimora
Ultimora

Salerno. Il caso Amodio: la difesa

Salerno. Il caso Amodio: la difesa

Di Antonio Manzo

 

 

Lui si chiama Giovanni Amodio. È vice questore in servizio a Salerno.  Mercoledì mattina, all’ingresso del palazzo di giustizia, ha salutato ed abbracciato Franco Alfieri che andava dal parcheggio all’aula di tribunale per essere giudicato per corruzione e turbativa d’asta. Alfieri è sul marciapiede per arrivare al palazzo di giustizia. È un uomo agli arresti domiciliari. Giovanni Amodio lo saluta lo abbraccia, c’è chi lo ritrae mentre è intento nel gesto appassionato della realtà e dell’umanità con un imputato. Ma lui è un poliziotto, può rischiare censure per non aver osservato le norme di opportunità che, con pedanteria “politicamente corretta”, lo accuserebbero quei forcaioli impenitenti per non aver osservato una posa patibolare nei confronti di un detenuto. Accusa ancor più grave per lui, uomo delle istituzioni. Ma Giovanni Amodio è il nuovo eroe della guerra condotta contro la giustizia mediatica che vorrebbe cancellare anche il più autentico sentimento, cioè un saluto affettuoso. Chi lo ha fotografato ha fatto il suo mestiere, ma non poteva immaginare di dare sfogo alla pulsione forcaiola per un uomo delle istituzioni che rischia di essere accusato di concorso in affetto con un imputato eccellente. Questo sarà il minimo se la forma della gogna, come politica e ideologia ipercorretta, non assumerà le fattezze della archiviazione di un sentimento di pietà umana verso una persona in difficoltà, alla gogna. E che dietro la verità effettuale della cosa viene schedata sotto il nome di opportunità, sostantivo accidentato e dimenticato troppo spesso dalla Legge forcaiola. Il vice questore Giovanni Amodio avrebbe dovuto arrestare Franco Alfieri, un imputato verso il giudizio con il carico degli arresti domiciliari?  Avrebbe dovuto inseguirlo, per una opportuna “brillante operazione” fin nell’aula di giustizia, con un volto truce e senza compassione? L’opportunità diventa orrore per agire a livello simbolico e facendo diventare il codice penale come il diritto penale del nemico. Cioè vendetta, tanto più atroce quando di presenta senza il più elementare del dovere umano. Cioè un saluto affettuoso, sia pure per un imputato che ha già sperimentato la solitudine della gogna. Ecco perché al vice questore Giovanni Amodio andrebbe conferita la benemerenza per una “brillante operazione di umanità”. La pensino come vogliono i forcaioli che invocano ghigliottina e cappio.