Salerno. Giovane madre accusata di omicidio preterintenzionale: c’è la richiesta di rinvio a giudizio. «Non temiamo il processo» - Le Cronache
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Salerno. Giovane madre accusata di omicidio preterintenzionale: c’è la richiesta di rinvio a giudizio. «Non temiamo il processo»

Salerno. Giovane madre accusata di omicidio preterintenzionale: c’è la richiesta di rinvio a giudizio. «Non temiamo il processo»

Richiesta di rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale per la giovane mamma di Pontecagnano accusata di aver causato il decesso della figlia quarantacinque giorni dopo la nascita. La richiesta è stata firmata dal pm Roberto Penna. La neo mamma, d. s. di Pontecagnano, è accusata anche di lesioni aggravate. Secondo il teorema accusatorio la donna sarebbe finita in depressione dopo il parto avvenuto tra l’altro al settimo mese di gravidanza. Poi il black out ed il decesso della bimba (appena 45 giorni) per emorragia celebrale provocata, come viene evidenziato dalla perizia dei consulenti Zotti, Longo e De Stefano, da un colpo alla testa. Il pm Roberto Penna ha avanzato analoga richiesta anche per il compagno della giovane donna, G. P di Battipaglia, e la nonna F. G. Quest’ultimi due per calunnia per aver accusato i medici di non aver svolto la proprio attività con perizia e diligenza e quindi determinato il decesso della neonata. La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero ha sorpreso i genitori della piccola e la nonna che, attraverso il legale di fiducia (Danilo Laurino, hanno precisato la loro posizione. “Apprendiamo che la Procura della Repubblica ha presentato una richiesta di rinvio a giudizio nei nostri confronti, per accuse che riteniamo insostenibili ed ingiuste. Abbiamo già presentato una articolata opposizione alla richiesta di archiviazione che la stessa Procura ha depositato in relazione alle posizioni di una serie di indagati, perché fino ad oggi non è emersa nessuna certezza a proposito del decesso della piccola. Siamo in presenza di una tesi che è contraddetta da fatti e da prove che faremo emergere davanti al Giudice. Non temiamo il processo. Esso sarà, anzi, un mezzo per arrivare alla giustizia ed alla verità. Attendiamo, quindi, la fissazione dell’udienza per poterci difendere davanti ad un Giudice che possa accertare con serenità e scrupolo i fatti. Per ora subiamo una esposizione mediatica e processuale che avremmo voluto evitare. Siamo convinti che arriverà anche il momento in cui si riuscirà a fare chiarezza su un episodio che ha turbato tutti noi e che continua ad avere strascichi che non erano in previsione e che ci feriscono”.